RIMSKIJ-KORSAKOV, Nixolaj Andrmvič
Compositore, nato a Tikvin, governatorato di Novgorod (Russia) il 18 maggio 1844, morto a Ljubensk presso Pietroburgo il 21 giugno 1908. Passò tutta l'infanzia in campagna: a sei anni iniziò lo studio del pianoforte e a nove anni quello della composizione. Ma i suoi genitori vollero ch'egli seguisse la carriera navale, ch'era di tradizione nella famiglia, e nel 1856 lo mandarono a Pietroburgo alla scuola dei cadetti di marina, dove rimase sei anni pur senza trascurare lo studio del pianoforte e quello del violoncello. Nel 1861 ebbe occasione di conoscere M. Balakirev e, per mezzo di lui, M. Musorgskii e A. Borodin, con i quali si legò in profonda amicizia. Riprese allora con maggiore entusiasmo gli studî musicali sotto la guida del Balakirev, né li interruppe durante la crociera di tre anni sulla nave Diamante che dovette compiere alla fine del corso; anzi in questo periodo scrisse la sua prima opera, la Sinfonia op.1. Nel 1865, ritornato in patria, riprese la quotidiana consuetudine con gli amici del gruppo dei "Cinque" e fece eseguire i suoi primi lavori, accolti con successo: il poema sinfonico Sadkò e l'opera Pskovitjanka ("La fanciulla di Pskov"). Nel 1871 fu nominato professore di composizione e di strumentazione al conservatorio di Pietroburgo; allorché, nel 1873, si ritirò dal servizio effettivo nell'armata ebbe la carica d'ispettore generale delle bande della marina. Dal 1874 al 1881 fu direttore della scuola gratuita di musica istituita dal Balakirev e dal 1883 al 1894 coadiuvò quest'ultimo nella direzione della cappella imperiale. Fu in seguito direttore dei concerti sinfonici fondati da M. P. Belaev e diresse pure concerti a Parigi (1889) e a Bruxelles (1890 e 1900). Tra i musicisti educati alla scuola di composizione ch'egli tenne sino alla morte, si ricordano A. T. Lladov, M. M. Ippolitov-Ivanov, A. T. Grecaninov, A. Glazunov e I. Stravinskij.
Composizioni: 1. Per il teatro: Pskovitjanka, 3 atti in 4 quadri (Pietroburgo 1873, riveduta nel 1894); La notte di Maggio, 3 atti (ivi 1880); Sneguročka ("La fanciulla di neve"), 4 atti e un prologo (ivi 1895); Sadkò, 7 quadri (Mosca 1897); Mozart e Salieri, 2 atti (ivi 1898); Bojarina Vera Seloga, 1 atto (ivi 1899); La fidanzata dello Zar, 3 atti (ivi 1899); Zar Safin, 4 atti e 1 prologo (ivi 1900); Servilia, 5 atti (Pietroburgo 1902); Kasei l'Immortale, 3 atti (Mosca 1902); Pan Voevoda, 4 atti (Pietroburgo 1904); La Leggenda dell'invisibile città di Kiev e della fanciulla Fevronia, 4 atti in 6 quadri (Pietroburgo 1907); Il Gallo d'oro, 3 atti (Mosca 1910). 2. Per orchestra; I Sinfonia in mi minore (riveduta nel 1884), II Sinfonia (Antar), II Sinfonia in do minore (riveduta nel 1886), Ouverture su temi russi (1866), Capriccio spagnolo (1887), Sheherazade (1888), La Grande Pasqua russa (1888), Concerto in do diesis minore per pianoforte e orchestra (1883), ecc. 3. Musica da camera: Quartetto in fa per archi (1874), Quintetto per fiati e pianoforte, pezzi per pianoforte, liriche vocali da camera (fra le quali la raccolta di 140 canti popolari russi), ecc. 4. Scritti: Trattato pratico d'Armonia (1893), Principi d'istrumentazione (1913) e l'autobiografia La mia vita musicale. 5. Revisioni e completamenti: Boris Godunov e Kovancina di Musorgskij, Il Principe Igor di Borodin.
Nel gruppo dei "Cinque" rinnovatori della musica russa, il R.-K. occupa un posto a sé: gli altri quattro compositori (Cui, Balakirev, Borodin e Musorgskij) non hanno molti lineamenti in comune, ma seguono una direzione unica, verso la liberazione dagli schemi tradizionali e dai vincoli accademici. S'è detto ch'essi sono, specie gli ultimi tre, dilettanti e, nel caso di Musorgskij, dilettanti di genio. Del R.-K. invece si può dire che cominciò col ripudiare la scuola, come pericolosa allo sviluppo delle facoltà creatrici dell'artista, e finì per esserne il più strenuo, il più accanito difensore.
A un certo momento della sua vita, ebbe paura della libertà e si pose ad adorare tutto ciò che regolava, schematizzava, inquadrava la fantasia. Odiò l'asimmetria, l'estro rapsodico, e pose la simmetria, la regolarità a fondamento dell'arte sua. La sua revisione del Boris di Musorgskij è la prova evidente di questo suo concetto dell'arte e la dimostrazione, della sua incapacità a comprendere la grandezza del suo geniale amico. Da Musorgskij, e dagli altri, egli si distingue anche per lo scarso, quasi nullo, contenuto drammatico dell'opere sue nelle quali non si riesce a concretare mai la psicologia d'un personaggio, il contrasto di due entità sentimentali. I personaggi delle sue quindici opere sono schemi di figure leggendarie che non hanno suscitato nell'autore alcun profondo consenso o dissenso. Il R.-K. è un magnifico descrittore di paesi, un insuperabile narratore di fiabe e di miti popolari: poeta epico, talvolta, mai lirico né drammatico. Perciò le sue pagine migliori son quelle "naturistiche": la natura è compresa da lui con animo panteistico e la creatura umana vi si dissolve (la fanciulla di neve che si discioglie ai raggi del sole, la principessa Volkova trasformata in fiume, Kasevna in salice piangente, ecc.). Fuori di questa panteistica visione del mondo che deriva direttamente dal misticismo slavo, non v'è felicità di espressione e le opere a soggetto occidentale come Servilia, Mozart e Salieri, sono assolutamente mancate. Tuttavia l'arte del R.-K. ha avuto una grande influenza sulla musica occidentale: non ostante le dichiarazioni del Debussy e dei suoi seguaci, è indiscutibile che la scuola francese impressionista ha risentito dell'influenza del R.-K. più di quella del Musorgskij, e non v'è sinfonista del primo quarto del sec. XX che non debba qualche cosa all'insegnamento e all'esempio del virtuosismo orchestrale dell'autore di Sheherazade.
Bibl.: M. Montagu-Nathan, A History of Russian Music, Londra 1918; R. Newmarch, L'opéra russe, ivi 1922; N. von Gilse van der Pals, N.A.R."K.S Opernschaffen; P. Panoff, Der nationale Stil N.A. Rimsky-Korssakows, in Archiv für Musikwissenschaft, VIII, i.