Norvegia
Regione scandinava, nella quale l'elemento germanico, giuntovi ai tempi delle grandi migrazioni, ebbe il sopravvento sugli aborigeni, i quali furono incorporati o emarginati.
Verso la metà del sec. IX iniziò un processo di unificazione nazionale, rinsaldato poi dalla cristianizzazione che si sviluppò nei due secoli successivi. Nei secc. XII e XIII la N. fu travagliata da lotte per il trono, finché, verso il 1240, il potere sovrano si rafforzò sotto Haakon IV; nella seconda metà del sec. XIII furono causa di controversie i diritti avanzati dal clero (Davidsohn, Storia IV II 586 ss.). I secoli XIV e XV videro l'inizio della dissoluzione dell'unità nazionale.
La storia della N., che anche nel planisfero del Vesconte è malamente rappresentata (Revelli, Italia 52), non era ben conosciuta da D., anche se i Fiorentini suoi contemporanei avevano con la regione rapporti commerciali (Davidsohn, Storia IV II 483, 542). Egli la nomina una sola volta, per indicare uno dei suoi re, probabilmente Acone (Haakon) VII, elencato tra i sovrani cristiani indegni in Pd XIX 139.
Fortuna di D. In Norvegia. - Della N. c'è una sola menzione in D., nella perifrasi (quel... di Norvegia, Pd XIX 139) in cui il poeta ne cita il re, che al tempo della visione era Håkon V Magnussøn (v. ACONE). Ma i commentatori non' sono d'accordo nell'indicare a quale sovrano D. alludesse: i più antichi danno una vaga descrizione geografica senza nominare il re, e numerosi tra quelli italiani moderni sono dell'opinione che D., come gli antichi chiosatori, avesse appena vaghe notizie del re norvegese. Dei tre commentatori norvegesi, Michael U. Schmidt, basandosi sulle traduzioni con commenti di Molbech e di Lovén in danese e in svedese, opta per Håkon V, che diede asilo agli assassini del re danese Erik VII nel 1288 e con il loro aiuto mosse guerra contro il suo successore Erik VIII, con saccheggi delle rive danesi che per nove anni risultarono molto disastrosi per tutti e due i regni. O.C.L. Vangensten sostiene che D. poté ricevere informazioni direttamente da quei commercianti fiorentini ai quali fu trasferita la decima raccolta dal toscano Uguiccio, cappellano di papa Onorio IV, collettore del " subsidium Terrae Sanctae " per la Norvegia (1285-95) e intimo del re Eirik Prestehater (1280-1299); Einar Molland accenna all'aspro conflitto tra l'anticlericale governo tutelare di Eirik Prestehater e la Chiesa norvegese, fatto che poté indurre D. a collocare questo re tra i dannati.
La Commedia fu letta in N. sin dal Seicento, ma si cominciò ad avere una conoscenza del poema e a provare un interesse più profondo per D. soltanto nel periodo del Romanticismo scandinavo, quando furono pubblicate le prime traduzioni del poema. La N. annovera soltanto sei traduttori di D., che si sono inoltre limitati a traduzioni frammentarie del poema, del Convivio, della Vita Nuova e delle Rime.
Nel nostro secolo apparvero in lingua norvegese un frammento dell'Inferno tradotto da August Western. Una traduzione completa della Commedia nel linguaggio detto " nuovo norvegese " (nynorsk), opera di Henrik Rytter, della quale fu pubblicato soltanto il V canto dell'Inferno, servì di base a Sigmund Skard per la sua traduzione con commento, di 42 canti del poema, traduzione che, parzialmente abolite le rime femminili poco adatte alla lingua norvegese, adottò una libera scelta di rime maschili e femminili. Frammenti del Convivio, della Vita Nuova e delle Rime, oltre a frammenti dell'intera Commedia, furono tradotti in norvegese da Kristen Gundelach con prefazioni del traduttore e di Aasmund Brynildsen.
Gli studi danteschi in N. mostrano preferenza per i fatti storici e biografici più che per la filosofia, l'allegoria e il misticismo di Dante. L'ultimo ventennio ha aperto nuovi campi di studi per una penetrazione più profonda del mondo dantesco: l'identificazione del settentrione ghiacciato col paganesimo, la fede cristiana col calore del vento del sud nell'allegoria medievale viene esposta nel trattato Calor fidei di Vegard Skånland. La concezione morale di D., il problema del male e dell'amore vengono discussi in articoli di Erna e Harald Ofstad. Ernst Sinding tenta un'esposizione comprensiva del poema; vengono inoltre trattati i singoli personaggi: Ulisse dal Rytter, Matelda da Just Bing e da Vegard Skånland. Nella leggenda medievale norvegese Draumkvædet sono stati visti luoghi e immagini analoghi a quelli della Commedia, da Fredrik Bætzmann e, più recentemente, da Mattias Tveitane e Giovanni Gonnet. Arne Johan Henrichsen ha scritto un interessante saggio su D. e la sua lingua. D. e le sue opere sono stati descritti nelle storie della letteratura di J. Bing e di Francis Bull, e si trovano articoli su D. in tutte le grandi enciclopedie norvegesi. I poeti norvegesi Andreas Munch, Arne Garborg, Hans E. Kinck, Nils Kjær, Olaf Bull, Helge Krog nelle loro opere sono stati influenzati da D., e si vede pure l'influsso dantesco nelle opere degli artisti figurativi Gustav Vigeland ed Edvard Munch.
Bibl. - Sul passo di Pd XIX cfr.: M.U. Schmidt, Indholdsangivelse og Uddrag af Dantes " Guddommelige Komedie " tilligemed biografiske og litteraturhistoriske Notitser om D., in " Indbydelsesskrift til den offentlige Eksamen i Tanks Skole ", Bergen 1872, 1-36; O.C.L. Vangensten, Hvem er Norges konge, " Quel di Norvegia ", i et vers hos D., in " Festskrift til Gerhard Gran ", Kristiania 1916, 325-331; E. Molland, Cristianesimo e chiesa nel Medioevo norvegese, in " Il Veltro " VI (1960) 53-55. Traduzioni delle opere di D.: F. Schmidt, in " Rahbeks Hesperus " I (1819) 358-364 (If III; rist. in Ny samlede Digte, Roskilde 1835, 155-160); C. Müller, in Indbydelsesskrift til den of fentlige Examen i Christiania Kathedralskole 1851, Kristiania 1851, 93 ss. (If I-VII e XXXIII); A. Western, in Festskrift til Otto Andersen, Kristiania 1921, 118-126 (If I-II e iscrizione della porta, c. III); H. Rytter, Manoscritto della D.C. (1942), in Syn og Segn, Oslo 1942, 261-264 (If V); H. Rytter-S. Skard, Den guddommelige Komedie, Oslo 1965 (traduz. di If I-XI, XIII-XVII, XIX, XXI, XXVI, XXXII-XXXIV, Pg I-III, IX, XIII, XXVII-XXXI, Pd II, XI, XIV, XV, XVII, XXIII, XXVIII, XXX, XXXI, XXXIII); K. Gundelach, Sonetti della Vita Nuova (XI, XV, XVI, XXIV), in " Samtiden ", Oslo 1919, 407-411 (rist. in Kjӕrlighetens lyre, ibid. 1928, 13-15). Per altre traduzioni, si veda ancora K. Gundelach, I mellemtiden, ibid. 1941, 91-115; ID., Fra D. til D'Annunzio, ibid. 1943; ID., Den Guddommelige komedie i utvalg, ibid. 1953, 67; ID., D. og Beatrice, ibid. 1965.
Studi: , A. Munch, Ved Dantes Monument, in " Norden " II (1866) 163; F. Bӕtzmann, Nogle Bemӕrkninger ved Chr. K.F. Molbechs Oversӕttelse af Dantes Guddommelige Komedie, ibid. 420-441; M.U. Schmidt, Indholdsangivelse og Uddrag af Dantes " Guddommelige Komedie " tilligemed biografiske og litteraturhistoriske Notitser om D., in Indbydelsesskrift til den offentlige Eksamen i Tanks Skole, Bergen 1872, 1-36; N. Kjӕr, in Essays, Kristiania 1895, 145-162; J. Bing, Dantes Matelda, in Nordisk Tidskrift för Filologi, Copenaghen 1905-06, 35-42; O. Kringen, D.A., in Tidens tanker, Kristiania 1921, 272-274; P. Rokseth, En bok om D., av Benedetto Croce (B. Croce, La poesia di D.), in Nordisk tid skrift fór vetenskap, konst och industri, Stoccolma 1922, 106-121; N. Kjӕr, D. Alighieris dedsdag (1921), in Siste epistler, ibid. 1924, 64-73; V. Isaachsen-Dudok Van Hell, En Danteskisse, in Kirke og Kultur, Oslo 1926, 159-171; J. Bing, D., in Verdenslitteratur-historie; I, ibid. 1928, 198-215; F. Bull, D. in Verdenslitteraturs-historie, ibid. 1940, 73-76; H. Rytter, D. og hans " Guddomlege Komedie ", in Syn og Segn, ibid. 1942, 258-264; K. Bjerke, D.A., ibid. 1943, 14; V. Skånland, Calor fidei, in " Symbolae Osloenses " XXXII (1956) 86-104; E. Sinding, Den Guddommelige komedie. En innoring, Oslo 1963, 112 ss.; ID., ." Den kristne dikter i 700 år ". Dantes D.C. på norsk, in " St. Olav ", ibid. 1965, 172-173; A. Fossdal, Omkring D., in " Den høgre skolen ", ibid. 1965, 550-552; P. Fraenkl, Sigmund Skard som oversetter av den middelalderlige diktning. Et bidrag til oversettelseskunstens estetikk, in " Samtiden ", ibid. 1965, 560-572; A.J. Henrichsen, D. og språket, Bergen 1965; S. Hov, D. (1265-1321) og D.C., in " Kirke og Kultur ", Oslo 1965, 515-536; E. Ofstad, Dantes kjӕrlighetssyn, in " Samtiden ", ibid. 1965, 316-320; H. Ofstad, D., en moralsk veiviser for vår tid, ibid. 545-559; V. Skånland, D.A., in " Minervas kvartalsskrift ", ibid. 1965, 25-26; G. Gonnet, Draumkvӕdet og D.C.; M. Tveitane, Draumkvӕdet og D.C., et forsok på presisering av problemet; G. Gonnet, Réponse à M. Tveitane, in " Edda ", Oslo 1966, 25-40, 217-224; V. Skånland, Matelda i Dantes Purgatorio (in manoscritto).