Norvegia
Il paese con il più alto indice di sviluppo
Fino a trent’anni fa la Norvegia era classificata fra i tre paesi più poveri dell’Europa occidentale, anche se non tra i meno evoluti. Poi è arrivato il petrolio del Mar del Nord: un’enorme ricchezza inattesa. Il paese si è riorganizzato, le politiche sociali si sono estese, infrastrutture e città sono state ammodernate. Il risultato è stato il più alto indice di sviluppo umano al mondo
Il territorio norvegese è una lunghissima striscia di monti (alti fino a 2.472 m), incombenti sulla costa del Mar di Norvegia, incisa da fiordi e fronteggiata da centinaia di isole, che si allarga in un’area meno aspra e con qualche pianura solo all’estremità meridionale, dove vive quasi tutta la popolazione.
Sul litorale occidentale il clima è ovunque piuttosto dolce, grazie al mare, mentre a sud-est è continentale.
La popolazione, rapidamente aumentata da metà Ottocento, vive in poche grandi città – la capitale Oslo, con 794.000 abitanti, Bergen, Trondheim – e in molti medi e piccoli centri costieri.
L’economia tradizionale si basava su pesca e navigazione, ma molti Norvegesi preferivano emigrare. Si producono metalli (ferro, rame) e un’enorme quantità di energia idroelettrica, usata per ogni necessità ed esportata. Negli anni Settanta entrarono in attività grandi giacimenti di petrolio e gas (quasi completamente esportati) scoperti sotto il fondo marino.
L’ottima organizzazione sociale e il petrolio consentono al paese politiche sociali efficaci e molto avanzate.
Durante l’epoca dei Vichinghi (8°-11° secolo d.C.) – che vide questo straordinario popolo di navigatori e guerrieri insediarsi sulle coste dell’Islanda, della Scozia, dell’Irlanda, dell’Inghilterra e della Francia – la Norvegia si trasformò in un unico regno e si convertì al cristianesimo. Persa la propria indipendenza sul finire del 14° secolo, rimase per quattro secoli sotto il dominio danese. Nel 16° secolo si diffuse il luteranesimo, che nel secolo successivo divenne religione di Stato. Nel 1814 la Svezia ottenne dalla Danimarca la cessione della Norvegia: ma l’unione tra i due paesi fu contrassegnata da continui contrasti, sin quando la Norvegia, nel 1905, proclamò la propria indipendenza, scegliendo come forma di governo la monarchia costituzionale (il re attuale è Harald V).
La scelta della neutralità risparmiò alla Norvegia la Prima guerra mondiale, ma non la Seconda, perché nel 1940 l’esercito tedesco invase il paese. Liberata nel 1945, la Norvegia ha aderito alla NATO ed è stata tra i fondatori dell’ONU e del Consiglio d’Europa. Nei suoi rapporti con gli altri paesi europei, la Norvegia ha sempre intrattenuto stretti rapporti di natura istituzionale, politica ed economica, anche se non è entrata a far parte né della Comunità economica europea (nel 1972 la proposta fu bocciata da un referendum), né dell’Unione europea (la proposta fu respinta da un referendum nel 1994).
Il Novecento ha rappresentato per la Norvegia un periodo di continuo progresso economico, inizialmente grazie allo sviluppo dell’energia idroelettrica e, a partire dagli anni Settanta, per la scoperta dei giacimenti di petrolio e di gas. Tale sviluppo economico – unitamente alla capacità di realizzare politiche sociali efficienti – ha portato la Norvegia a essere non solo uno dei paesi più ricchi del mondo, ma anche uno dei paesi dove si vive meglio.
Nel 2005 l’ONU ha riconosciuto, per la quarta volta consecutiva, che la Norvegia è il paese con il più alto standard di vita, per l’insieme delle condizioni economiche, sociali e culturali che lo contraddistinguono.