nubi stratosferiche
Nubi che si formano nella bassa stratosfera polare ad altitudini comprese nell’intervallo 15÷25 km. A causa del basso contenuto di umidità, la formazione di nubi in stratosfera è rara. Nel periodo invernale, alle alte latitudini, le temperature stratosferiche possono raggiungere i 70÷80°C sotto lo zero in quanto la massa d’aria polare, non illuminata dal Sole, è isolata nel vortice polare dal flusso atmosferico delle medie latitudini. Queste temperature consentono la formazione di nubi dalla condensazione di misture naturali di acqua e acido nitrico (HNO3). A causa della loro altitudine e dell’effetto della curvatura terrestre, le nubi stratosferiche ricevono luce solare al di sotto dell’orizzonte visibile, risultando luminose prima dell’alba e fino a due ore dopo il tramonto. I loro colori vivaci e intensi sono altresì dovuti alla composizione di aghi di ghiaccio di dimensioni simili, che rifrangono pressoché allo stesso modo la luce solare. Nelle regioni scandinave sono note come ‘nubi madreperla’ per il loro aspetto iridescente. Le nubi stratosferiche polari sono importanti soprattutto per il ruolo che svolgono nella chimica dell’atmosfera. Nell’aria libera il cloro che arriva nella stratosfera (proveniente in genere dai composti antropogenici noti come clorofluorocarburi, CFC) si lega in composti stabili come acido cloridrico (HCl) e cloro ossigeno nitrato (ClONO2). I cristalli di ghiaccio delle nubi stratosferiche agiscono come catalizzatori di una reazione che coinvolge i due composti stabili (HCl e ;ClONO2) e ha come prodotti finali acido nitrico e cloro molecolare (Cl2). Con l’arrivo della primavera, la massa d’aria polare comincia a essere illuminata direttamente dal Sole. La radiazione ultravioletta provoca la dissociazione delle molecole in atomi di cloro, che reagisce con l’ozono stratosferico (O3) formando monossido di cloro e ossigeno. È questo uno dei meccanismi che si ritiene essere alla base della formazione del buco dell’ozono stratosferico nelle regioni polari.
→ Ozono