OBA (ὠβά, oba)
L'istituzione delle obe in Sparta, come quella delle tribù e del senato, è attribuita a Licurgo nella famosa retra di Licurgo conservataci da Plutarco (Lyc., 6). S'è ritenuto che le obe fossero suddivisioni delle cinque ϕυλαί, ossia delle tribù locali, e che sommassero a trenta; interpretazione oggi quasi universalmente respinta e sostituita dall'ipotesi che il termine ϕυλαί indichi non le tribù locali bensì quelle genetiche; obe sarebbero appunto le stesse tribù locali, non già loro suddivisioni. Da molti frammenti d'iscrizioni risulta infatti che giovanetti Pitanati, Cinosurei, Mesoati, Limnati, Neopoliti vinsero, in gare di lotte e di giuochi, τὰς ὠβάς, il che ben si spiega ove le ὠβαὶ corrispondano alle tribù locali, perché appunto entro le tribù locali avvengono le gare efebiche in molte città greche. Tali ὠβαὶ, tribù locali, antichissimamente furono forse quattro, ma già verso la metà del sec. VIII dovettero essere cinque (e cioè dei Pitanati, Cinosurei, Mesoati, Limnati, Amiclei); corrispondentemente si trovano in numero di cinque, uno per oba, i principali magistrati spartani (efori, nomofilaci, bidiei), e il numero cinque ritorna anche come base nell'ordinamento dell'esercito. Solo più tardi si aggiunse una sesta oba, che anche nel nome si rivela più recente, quella dei Neopoliti.
Bibl.: L. Pareti, Le tribù personali e le tribù locali a Sparta, in Rendiconti della R. Accademia dei Lincei, XIX (1910), fasc. 6°, pp. 455-73; G. Busolt e H. Swoboda, Griechische Staatskunde, Monaco 1920-26, pp. 43 segg., 646 seg.; V. Costanzi, Le costituzioni di Atene e di Sparta, Bari 1927, pag. 85 segg.; V. Ehrenberg, in Hermes, LIX (1924), p. 26 segg.; U. Kahrstedt, Griechisches Staatsrecht, I, Gottinga 1922, p. 19 segg.