OGIGE ('Ωγύγης, Ogyges)
Eroe mitico della Beozia, il cui nome compare di frequente nella forma "Ωγυγος. La leggenda beotica (in Pausania, IX, 5,1) lo rappresentava come re degli Ecteni, i primi autoctoni abitatori della regione di Tebe; ben presto essi soggiacquero a una pestilenza e il loro posto nel paese fu preso prima da altre stirpi autoctone, indi da Cadmo, sbarcato nel paese con una schiera di Fenici. Ogige era fatto figlio di Beoto, figlio a sua volta di Posidone, o di Posidone stesso, il cui culto fu diffusissimo in Beozia; sua consorte fu Tebe, figlia di Zeus, e da tale unione nacquero tre figlie, Alalcomenia, Aulide e Thelxinia, le prime due eponime, come la madre, di altrettante città beotiche.
La leggenda di O. era stata cantata dalla poetessa beota Corinna; essa trovò poi notevole sviluppo nei poeti e nei mitografi posteriori, i quali da lui chiamarono Tebe "l'Ogigia"; tale appellativo passò anche nei poeti romani, e sarebbe stato Accio il primo a designare come Ogygia moenia la città di Tebe. Con l'epiteto di "Ogigia" si designò anche la grande inondazione che sommerse, al tempo di O., gran parte del paese e che si riteneva come ancora più antica del famoso diluvio dal quale scampò Deucalione; probabilmente, nella forma primitiva del mito, era rappresentata come conseguenza di tale inondazione l'epidemia che distrusse il popolo degli Ecteni.
O. comparisce anche nei miti attici, dove è fatto padre dell'eroe Eleusi, eponimo della città dello stesso nome. Qualunque sia l'etimologia (incertissima) del nome, è in ogni modo probabile che Ogige od Ogigo sia stato in origine un attributo di Posidone; e sembra anche probabile una certa affinità di tale nome con quello di Oceano: certamente, esso non può separarsi dal nome che è dato nell'Odissea all'isola della ninfa Calipso, Ogigia (v. calipso).
Bibl.: L. Preller e C. Robert, Griech. Myth., 4a ed., Berlino 1894, p. 31; Wörner, in Roscher, Lex. der griech. u. röm. Myth., III, col. 684 segg.