Romanziere norvegese (Jøa presso Namsos, Trøndelag settentr., 1876 - Botne, presso Tønsberg, 1939). Dopo aver abbozzato in alcuni racconti e romanzi minori i temi e le figure del suo mondo provinciale chiuso e tradizionalista, si dedicò alla composizione di due grandi cicli epici, rispettivamente in sei e in tre parti: Juvikfolke ("La gente di Juvik", 1918-23) e Ragnhild (1929-33). Nel primo è narrata la storia di sei generazioni rurali del Trøndelag dal 1814 circa, cioè dalla proclamazione dell'indipendenza nazionale alla fine della prima guerra mondiale. È un'analisi storico-psicologica del trapasso da una società tribale e patriarcale a una più aperta e dinamica, ma, nell'ambito della storia del costume sociale, spicca sempre con netto rilievo la linea del dramma passionale ed etico degli individui. Anche nel secondo ciclo romanzesco, il tema morale che domina l'intera narrazione - un delitto commesso per il bene collettivo - non si sovrappone dal di fuori al racconto, ma lo compenetra e l'illumina dall'interno. L'ultimo romanzo del D.: Menneske og maktene ("L'uomo e le potenze", 1938), presagio dell'imminente guerra, è insieme un messaggio di fede nella forza rigeneratrice della volontà umana.