Geografo italiano (Udine 1874 - Firenze 1926), figlio di Giovanni, prof. nell'Istituto di studî superiori di Firenze dove successe giovanissimo al padre (dal 1902, di ruolo dal 1905), socio nazionale dei Lincei dal 1924. Continuatore dell'opera paterna, attento osservatore dell'evoluzione degli studî geografici specialmente germanici e statunitensi (seguì l'impostazione antropogeografica di F. Ratzel e aderì alle teorie geomorfologiche di W. M. Davis), convinto assertore della necessità della ricerca sul terreno, divenne ben presto il caposcuola riconosciuto della geografia italiana, sulla quale esercitò un'influenza protrattasi ben oltre i limiti temporali della sua vita. Sebbene le sue ricerche si svolgessero quasi esclusivamente in Italia (in particolare nel Friuli), M. compì diversi viaggi in altri paesi, tra i quali vanno ricordati quello giovanile in Eritrea (1905-06, con G. Dainelli), quello negli Stati Uniti (1912, con molti altri studiosi, sotto la guida di Davis) e quello, di vera esplorazione, attraverso il Karakorum e il Turchestan (1914, ancora con Dainelli, in parte nell'ambito della spedizione De Filippi). Nella copiosissima produzione di M. sono presenti quasi tutte le tematiche della geografia; particolarmente notevoli sono i lavori di morfologia, limnologia, glaciologia, quelli sui limiti altimetrici di fenomeni fisici e umani, quelli cartografici (fra l'altro, M. diresse l'Atlante Internazionale del Touring Club Italiano). Opere principali: Studi orografici nelle Alpi orientali (1898-1904); I limiti altimetrici in Comelico (1907); I ghiacciai delle Alpi Venete (1910); Fenomeni carsici nelle regioni gessose d'Italia (1917); La regione del Monte Amiata (1919); Atlante dei tipi geografici (1922); Curiosità geografiche (raccolta postuma di scritti divulgativi, 1928).