OPINIONE
. Il concetto di "opinione" ha importanza filosofica specialmente nel pensiero antico, nel quale corrisponde al termine δόξα. Questo, che designa in generale tutto ciò che δοκεῖ ("sembra", "appare"), si riferisce originariamente al contenuto della personale e riflessa opinione (ἔδοξεν corrisponde, nelle formule dei decreti, al latino placuit), ma comprende in seguito anche il dato dell'esperienza sensibile, quand'esso viene svalutato di fronte a quello della conoscenza razionale.
Così Parmenide oppone il mondo "secondo verità" al mondo "secondo opinione" (κατὰ δόξαν, cioè "secondo il modo in cui si presenta" al senso fallace). E la distinzione è consolidata da Platone e da Aristotele, come δόξα presentandosi essenzialmente la conoscenza sensibile, nella sua contingenza opposta alla necessità di quella razionale. La logica stoica, che tende a identificare verità logica e verità di fatto, non può più distinguere tra sfera del razionale e sfera del sensibile e considera la δόξα come "assenso falso o insufficiente": di qui la definizione ciceroniana della opinatio come imbecilla assensio. D'allora in poi l'opinio torna a essere la semplice tesi interiore, che si ritiene vera senza peraltro possederne la certezza; ed è questo il significato generale che il termine conserva anche nel pensiero moderno.