ANNUNZIATA, ordine della ss
Il Supremo Ordine della SS.A. è il maggior ordine cavalleresco della monarchia sabauda e del regno d'Italia, istituito nel 1364 da Amedeo VI di Savoia. Non chiare, però, le circostanze e le cause dell'istituzione.
I quindici collari d'argento dorato, simili a quelli comunemente usati per i levrieri, che nel gennaio del 1364 furono acquistati dal principe presso un orefice di Avignone, dovevano con tutta probabilità servire come insegna per Amedeo VI e quattordici suoi cavalieri, in un torneo destinato a festeggiare la vittoria riportata, nell'estate del 1363, sul marchese di Saluzzo, costretto a riconoscersi vassallo sabaudo. L'Ordine del collare fu forse, cioè, in origine, una società o fratellanza cavalleresca, come quelle già organizzate alla corte sabauda per tornei, e chiamate della Tavola rotonda, del Cigno nero, dei Cavalieri verdi. Il carattere giocondo e amoroso appare nelle insegne: il collare da cane, segno di sudditanza fedele per la dama del cuore; la chiusura del collare formata da tre lacci di amore a doppio intreccio, segno di amore indissolubile; il motto Fert che fu già usato, come i lacci, dal giovan conte, e che significa l'obbedienza all'amata.
I quattordici cavalieri che ebbero il collare erano, in parte almeno, assai giovani, e qualcuno di piccola nobiltà: Gaspard de Montmajeur, Étienne de la Baume, Aymon de Genève, Aymon de Genève-Anthon, Guillaume de Grandson, Jean de Vienne, Hugues de Châlons, Guillaume de Chalamont, Berlion de Foras, Chivard de Monthoux, Aymon Bonnivard, Richard Musard, Roland de Vaissy, Simon de Saint-Amour. Secondo la consuetudine, la fratellanza d'arme doveva durare anche oltre il torneo; e decisosi, nel 1365, il conte al viaggio a Costantinopoli in aiuto del cugino, l'imperatore Giovanni V Paleologo, l'ordine del collare venne a subire l'influsso delle idee religiose, diventando una società religioso-militare, a somiglianza delle molte altre che erano sorte in Europa in quella età. I 15 cavalieri rappresentarono i 15 misteri della Vergine, e di questa diventarono i fedeli guerrieri; il nodo d'amore e il Fert acquistarono così un valore mistico. In uno statuto redatto dal conte si impose l'obbligo di certe preghiere e dei suffragi per i confratelli morti. Così, infatti, si fece nel 1366, per i due cavalieri del collare caduti combattendo contro i Turchi a Gallipoli: Roland de Vaissy e Simon de Saint-Amour, che ebbero suffragi ed onori funebri pro debito Ordinis colaris. Amedeo VI, nel testamento del 1383, riconfermò il carattere religioso dell'ordine, ordinando la costruzione di una certosa a Pierre Châtel, nel Bugey: 15 padri dovevano pregare in essa per i cavalieri del collare vivi e defunti.
Nel 1409, il conte Amedeo VIII diede, in sostituzione degli statuti dell'avo smarritisi, nuovi più ampî statuti e li perfezionò nel 1434: in essi fu precisato l'obbligo di procurare l'onore ed il profitto del sovrano, di servirlo con assoluta fedeltà, di portarsi un aiuto vicendevole, sottoponendo le controversie ad un arbitrato, di concorrere alla salute eterna dei confratelli con elemosine e messe. Escluso dall'ordine era il cavaliere che si rendesse reo d'infamia e tradimento.
Nuovi statuti diede all'ordine il duca Carlo III, nel 1818. Egli trasformò il collare, come già aveva fatto con quello suo proprio l'avo Carlo I, riducendolo ad un intreccio di nodi d'amore e di 15 rose bianche e vermiglie, alternate, in ricordo delle 15 gioie della Vergine; appese al collare un medaglione raffigurante l'Annunciazione; stabilì che ai 15 cavalieri tradizionali se ne aggiungessero 5 in onore delle cinque piaghe di Gesù. L'Ordine del collare e dell'Annunziata, come allora si chiamò, era accessibile solo a cavalierli "de nom et d'armes" "sans reproche", i quali con esso assumevano obblighi religiosi e godevano di altissimi privilegi: fastoso era il loro abbigliamento.
Una nuova riorganizzazione diede all'ordine, nel 1570, Emanuele Filiberto, che stabilì il numero dei cavalieri in 20, oltre al sovrano, insignito del grado di gran maestro, e al principe ereditario. I cavalieri dovevano essere nobili, e nobili dovevano essere anche i loro genitori e i loro avi, mondi da ogni accusa di eresia, tradimento e viltà. Il duca accordò ai cavalieri esenzione completa da tributi, dazî e giurisdizione, e diritto di far parte del senato che era il supremo consiglio di stato: inoltre era a loro promesso un aiuto finanziario in caso di bisogno. Successivi decreti di Carlo Emanuele I, di Carlo Emanuele II e di altri sovrani, riconfermarono questi privilegi, gli onori, le disposizioni del cerimoniale, le decorazioni e le uniformi. Dal 1607, la chiesa dell'ordine diventò l'eremo dei Camaldolesi di Torino, essendo il Bugey passato alla Francia; e, nel 1840, Carlo Alberto assegnò all'ordine la certosa di Collegno. Ls stesso principe rinnovò in quell'anno gli statuti; riconfermò il carattere religioso-militare dell'Ordine e riaffermò gli onori e le preminenze, pur abolendo le esenzioni dai tributi e i privilegi del foro. Una riforma radicale compì Vittorio Emanuele II, nel 1869, in senso liberale, togliendo la clausola della nobiltà dei natali dei meriti militari: il collare diventò la suprema ricompensa per i personaggi segnalatisi per eminenti servigi resi nelle alte cariche dello stato. I cavalieri sono in numero di 20, non compresi, come volle nel 1924 decretare Vittorio Emanuele III attualmente regnante, il re, il principe, i dignitarî ecclesiastici, i personaggi stranieri. Essi hanno titolo di eccellenza e di cugino del re, obbligo di giurare fedeltà secondo la formula costituzionale, diritto alla precedenza sulle cariche dello stato dopo i cardinali, diritto agli onori militari stabiliti dal regolamento di disciplina.
Bibl.: Gli statuti del 1409, del 1570 e del 1840 in L. Cibrario, Status et ordonnances du très noble Ordre de l'Annonciade, Torino 1840. Gli statuti del 1518 e del 1869, in G. Claretta, Statuti antichi inediti e statuti recenti dell'O.S. della SS. Ann., Torino 1881. Gli statuti del 1869 e disposizioni varie dell'epoca moderna, in L. Ceschina, Gli ordini equestri del regno d'Italia, Milano 1925. Il motu proprio di S. M. il re Vittorio Emanuele III, del 1924, in Gazzetta Ufficiale del Regno, 15 marzo 1924. Le prerogative, secondo il r. decreto del 17 aprile 1868; le precedenze, secondo il r. decreto 29 dicembre 1916, 11 novembre 1923; e le attuali secondo il r. decreto 16 dicembre 1927 (n. 2210, in Gazzetta Ufficiale del Regno, 17 dicembre 1927). Per le origini, v. D. Muratore, La fondazione dell'ordine del Collare della SS. Ann., Torino 1909; M. Bori, L'ordine del Collare della SS. Ann., in Boll. Stor. Bibl. Subalpino, 1914. Bibliografia completa, in A. Manno, Bibliografia storica degli stati della monarchia di Savoia, I, p. 181 nn. 2594-2644.