MALTA, Ordine di
Così è tuttora denominato l'Ordine religioso cavalleresco cristiano cattolico di San Giovanni di Gerusalemme, detto anche degli Ospedalieri o dei Giovanniti (nell'intitolazione ufficiale odierna: Sacro militare ordine Gerosolimitano di Malta). L'ordine ebbe origine nel secolo XI da un ospizio per l'assistenza ai pellegrini istituito dagli Amalfitani a Gerusalemme. Dopo che i crociati ebbero conquistato Gerusalemme (1099 d. C.) l'istituzione, retta da monaci benedettini, assunse un carattere essenzialmente militare, pur mantenendo la funzione ospedaliera; sorse allora l'ordine cavalleresco. La sede centrale, negli antichi documenti definita come Domus Hospitalis Sancti Iohannis Hierosolymitani, era in Terrasanta; aveva dipendenze nell'Europa cristiana. L'ordine fu a fianco dei crociati nella conquista e poi nella difesa della Terrasanta, dove possedette terre e castelli, trasportò la sede principale ad Acri (S. Giovanni d'Acri) dopo la perdita di Gerusalemme (1187); perduta anche Acri nel 1291, sostò qualche anno a Cipro e verso il 1308 conquistò Rodi. Provenienti dalle più illustri famiglie della cristianità, retti da regolamenti severi e animati da zelo religioso e da spirito militare, i Cavalieri di S. Giovanni fortificarono e difesero l'isola di Rodi e le Sporadi contro gli attacchi dei Mamelucchi d'Egitto e Siria e degli Ottomani di Turchia, presero parte agli ultimi tentativi di leghe cristiane in Oriente nei secoli XIV e XV, tennero per alcuni decennî (1344-1402) il castello e il porto di Smirne e poi (dal 1408) il castello di S. Pietro in Anatolia e allestirono una ragguardevole flotta. Durante il loro dominio, Rodi fu un centro importante anche per i commerci con l'Oriente e con l'Occidente e per l'affermarsi, alla soglia dell'Oriente, della civiltà latina e dell'arte del Rinascimento con impronte spiccatamente italiane. Minacciata dagli Egiziani nel 1440 e nel 1444, assediata strettamente nel 1480 dai Turchi, Rodi cadde in potere di questi la vigilia di Natale del 1522 dopo un fiero assedio di circa sei mesi condotto in persona dal sultano Solimano.
L'ordine ebbe allora sede per alcuni anni in Italia, a Viterbo, a Nizza e Quindi a Malta, che Carlo V, come re di Sicilia, concedette in feudo l'anno 1530. A Malta i Cavalieri si trovarono ancora impegnati ad assolvere la funzione crociata, svilupparono la loro organizzazione marittima, combatterono sul mare i corsari d'Algeri, Tunisi e Tripoli (che fu in loro potere dal 1530 al 1551), del Levante, difesero eroicamente l'isola dall'attacco turco nel 1565, data che segna il culmine della gloria della loro istituzione. Anche a Malta l'Ordine fu promotore di benessere civile e di progresso culturale; le fortificazioni, le chiese, i palazzi lasciati dall'Ordine a Malta, le conferiscono la sua particolare fisionomia. Il dominio dell'Ordine a Malta fu troncato nel 1798 da Napoleone. L'Ordine cercò per qualche tempo di riavere Malta o di assumere altre posizioni di rischio e di battaglia nel Mediterraneo; esaurita ormai la sua missione politico-militare, riconcentrò la sua attività nell'opera benefica a pro' dei bisognosi e degl'infermi. Dopo avere sostato a Catania e a Ferrara, si stabilì (1834) a Roma, dove ha sede tuttora.
La meravigliosa vitalità di quest'ordine è dovuta specialmente alla bontà dei suoi ordinamenti interni, elaborati successivamente secondo le esigenze dei tempi ma costantemente informati a rigida disciplina, spirito religioso e fervore cavalleresco. L'Ordine appare fin dalle origini diretto da un magister (poi Gran Maestro), assistito da dignitarî preposti alle varie funzioni ospedaliere, militari e amministrative. I suoi membri (fratres) erano divisi fin dal sec. XII in tre classi: frati cavalieri, frati serventi (categoria diminuita poi di numero ed estinta) e frati cappellani. Nei secoli XII-XIII si effettuò gradatamente una divisione dei membri secondo le lingue e nazioni; così alla fine del sec. XV si avevano otto lingue: Provenza, Alvernia, Francia, Italia, Castiglia e Portogallo, Aragona e Navarra, Alemagna, Inghilterra. Le cariche più alte nella sede o convento erano diventate con il tempo attribuzione delle singole lingue e nazioni: il Gran Commendatore della lingua di Provenza, il Maresciallo della lingua d'Alvernia, l'Ospedaliere della lingua di Francia, l'Ammiraglio della lingua d'Italia, il Gran Conservatore (Drappiere un tempo) dalla lingua di Aragona e Navarra, il Gran Cancelliere della lingua di Castiglia e Portogallo, il Turcopiliero (fino alla Riforma) della lingua d'Inghilterra, il Gran Balì della lingua d'Alemagna.
A questa organizzazione centrale faceva capo un'organizzazione territoriale nell'Europa cristiana con la stessa divisione in lingue e nazioni e suddivisione in priorati, dai quali dipendevano le commende. Dall'Europa giungeva al convento l'annuale afflusso di cavalieri e di rendite, diventate ingenti nei secofi XIV-XVIlI per fondazioni pie, lasciti, donazioni di principi. Ancor oggi sono numerosissime le località, specialmente in Italia e in Francia, che ricordano nel nome la dipendenza dall'Ordine (commenda, priorato, magione); molte chiese conservano ricordi dell'Ordine. Soppressi i Templari nel sec. XIV, la maggior parte dei loro beni passò agli Ospedalieri.
La disciplina interna dell'ordine era stabilita da una Regola, ispirata a quella di S. Agostino e approvata dai pontefici; col volger del tempo la Regola fu completata da disposizioni approvate in capitoli generali che si riunirono saltuariamente presso la sede centrale e talora in Europa e poi raccolte in statuti.
Il numero dei membri dell'Ordine non era molto grande e solo parte di essi risiedeva nel convento; a Malta nell'assedio del 1565 sommavano a circa 600, poco più di un terzo apparteneva alle tre lingue di Francia, un terzo alla lingua d'Italia, il resto alle due lingue di Spagna e alla lingua d'Alemagna; a Rodi nel 1522 erano solo 300. Tra i più illustri Gran Maestri (76 fra il 1100 circa e oggi con una vacanza luogotenenziale dal 1805 al 1879) ricordiamo Fra Folco de Villaret (1305-1319), conquistatore di Rodi, Fra Pietro d'Aubusson, difensore di Rodi nel 1480, Fra Fabrizio del Carretto (1513-1521), Fra Filippo Villiers de l'Isle Adam (1521-1534), Fra Giovanni de la Valette i Cotoner, Fra Gregorio Carafa (1680-1690), ultimo dei Gran Maestri che abbia infuso ancora energie alla vecchia istituzione.
La storia politica dell'ordine durante il dominio a Rodi e a Malta, dove fu veramente sovrano, costituisce un capitolo importantissimo nella storia di quelle isole e dei rapporti tra l'Occidente e l'Oriente; le navi crociate dei Cavalieri di Rodi e di Malta percorsero per secoli il Mediterraneo dalle coste del Levante alla Spagna, frenando i corsari, proteggendo, sia pure indirettamente, la navigazione mercantile e assolvendo una missione che, giudicata equamente, appare gloriosissima e splendida d'eroismi. Nella marina dell'Ordine si distinsero soprattutto i Cavalieri italiani, i quali ebbero fin dal sec. XIV la carica d'ammiraglio e fornirono numerosi comandanti di galere e vascelli. Marinari, piloti, costruttori rodioti, maltesi, italiani e francesi contribuirono a fare della marina dell'ordine un'arma temuta e formidabile.
L'ordine era ed è internazionale; la divisione in lingue e nazioni non turbò nei primi secoli la compattezza dell'istituzione; più tardi fin dal sec. XVI, dissensi religiosi (la Riforma) e competizioni nazionalistiche scossero la sua compagine e furono una delle cause della sua decadenza, affrettata poi dal mutare dei tempi, dal diffondersi di nuove teorie sociali, dal decadere della stessa nobiltà cristiana, dall'affievolirsi della disciplina e dal venir meno della missione militare in relazione con la diminuzione del pericolo musulmano e con l'intervento degli stati moderni nella lotta contro la pirateria levantina e barbaresca.
Attualmente l'ordine, con sede a Roma, comprende tre sole lingue ricostituitesi dopo le vicende del periodo napoleonico (Italia con i Gran Priorati delle Due Sicilie, di Roma e di Lombardia e Venezia, Spagna, Alemagna con il Gran Priorato di Boemia e Austria) e tredici associazioni dei diversi stati; è retto da una Regola approvata da Pio lX nel 1854. Il Gran Maestro (dal 1931 Sua Eminenza il principe Gran Maestro Fra Ludovico Chigi Albani) ha titolo di principe e rango cardinalizio. È assistito da un consiglio di quattro rappresentanti dei priorati. L'Ordine aveva un tempo proprî ambasciatori presso la S. Sede e le principali corti della Cristianità. Anche attualmente ha legazioni presso la Santa Sede e i governi d'Austria, Ungheria, Romania.
I membri dell'Ordine sono ora divisi nelle seguenti categorie: 1. ammessi con prove nobiliari, distinti in: a) Cavalieri di Giustizia (pronunciano i voti e dopo i voti solenni possono diventare Cavalieri professi e avere la dignità di Commendatori e Balì professi); b) Cavalieri di Onore e Devozione (eccezionalmente ammessi anche senza prove, non pronunziano voti, possono essere elevati alla dignità di Balì di onore e devozione); 2. ammessi senza prove nobiliari: Gran Croci Magistrali, Cavalieri Magistrali, Donati.
Sussiste anche la categoria dei cappellani, distinti in "conventuali" e "di obbedienza". Le cariche del convento e i benefici delle superstiti commende spettano ai cavalieri professi.
L'Ordine, che ebbe sempre grandi benemerenze anche per la sua attività ospedaliera (a Rodi e a Malta si ammirano ancora i grandiosi edifici che erano destinati alla cura degl'infermi e analoghe istituzioni esistevano in Europa ed erano mantenute a cura dei priorati), ha dato un contributo non trascurabile al progresso delle scienze mediche, specialmente della chirurgia e dell'oculistica. A Malta i Cavalieri istituirono corsi di medicina sia nell'ospedale o "Sacra Infirmeria" sia nell'università, da loro fondata. È generalmente nota la partecipazione dei Cavalieri di Malta dei diversi paesi d'Europa all'opera sanitaria durante la guerra mondiale. Istituzioni ospedaliere in tutto o parzialmente mantenute dal Gran Magistero o dalle Associazioni dei Cavalieri sono in funzione tuttora a Roma (Ospedale del Bambin Gesù, Poliambulanza), Napoli (Sala chirurgica nell'Ospedale degl'Incurabili), Maggianico presso Lecco (Ospizio per fanciulli), Tantur in Palestina, Madrid, Parigi (Ospedale Saint-Louis), Bonn, Breslavia, Třebnice, Rychtal (Polonia).
L'insegna dei membri dell'Ordine fu anticamente una semplice croce ottagona bianca cucita sul panno dell'abito; in seguito, dal sec. XVI, s'introdusse l'uso di vere e proprie "decorazioni" d'oro e smalto sospese al collo con collane o nastri e diverse secondo i gradi e le dignità.
Lo stemma dell'Ordine è la croce bianca in campo rosso; negli stemmi dei Gran Maestri esso è inquartato con quello gentilizio; negli stemmi dei Cavalieri è collocato nella parte superiore dello scudo, sopra lo stemma di famiglia.
A Londra ha sede un Order of Saint John protestante, che pretende di essere il continuatore della Lingua d'Inghilterra soppressa nel sec. XVI al tempo della Riforma; i membri cattolici dell'Ordine esistenti in Inghilterra e in Irlanda sono raccolti in associazioni dipendenti da Roma. Prima della guerra esisteva anche in Germania un Johanniter Orden protestante.
Bibl.: Per notizie bibliografiche: F. Hellwald, Bibliographie méthodique de l'Ordre Souv. de Saint-Jean de Jérusalem, Roma 1885; E. Rossi, Aggiunta alla Bibliographie ecc., Roma 1924.
Fonti: S. Pauli, Codice Diplomatico del Sacro Militare Ordine Gerosolimitano oggi di Malta, voll. 2, in-fol., Lucca 1733-1737; J. Delaville Le Roulx, Cartulaire général de l'Ordre des Hospitaliers de Saint-Jean de Jérusalem, voll. 4, in-fol., Parigi 1894-1901. L'archivio dell'Ordine, quasi completo per il periodo dal sec. XIV al 1798, è conservato a Malta; archivî minori esistono presso la sede dell'Ordine a Roma e nei priorati o negli archivî di stato.
Storie: G. Bosio, Istoria della Sacra religione e illustre milizia di San Giov. Gerosolimitano, Roma 1594-1602; B. Dal Pozzo, Historia della sacra religione mil. di S. Giov. Gerosolimitano, Verona e Venezia 1703-1715 (cont. al Bosio); Vertot, Histoire des Chevaliers Hospitaliers de Saint-Jean de Jérusalem, Parigi 1726 e molte ristampe; J. Delaville le Roulx, Les Hospitaliers en Terre Sainte et à Chypre, Parigi 1904; id., Les Hospitaliers à RHodes jusqu'à la mort de Philibert de Naillac, Parigi 1913; M. de Pierredon, Histoire politique de l'Ordre Souv. de Malte depuis la chute de Malte jusqu'à nos jours, Parigi 1926; E.J. King, The Knights-Hospitaliers in the Holy Land, Londra 1931.
Riassunti storici: F. De Salles, Annales de l'Ordre de Malte, Vienna 1899; M. Gattini, Sunto storico del S.M.O. di S. Giov. di Gerusalemme ovvero di Malta, Napoli 1898; E. Rossi, Riassunto storico del S.M. Ordine di San Giovanni di Gerusalemme, di Rodi e di Malta, Roma 1926, ristamp. nel Ruolo dei membri dell'ordine del 1932.
Argomenti particolari: Villarosa, Notizie di alcuni cavalieri del S. Ordine Gerosolimitano, illustri per lettere e per belle arti, Napoli 1841; Zwehl, Nachricht. über die Armen- und Krankenfürsorge des Ordens vom Hospital, Roma 1911; id., Über die Caritas im Johanniter-Malteser-Orden seit seiner Gründung, Essen 1929; C. Fedeli, L'ordine di Malta e le scienze mediche, Pisa 1913; Calleja-Schembri, Coins and Medals of the Knights of Malta, Londra 1908; E. Rossi, Storia della marina dell'ordine di S. Giovanni, ecc., Roma 1926; M. Barbaro di San Giorgio, Storia della costituzione del sovrano militare ordine di Malta, Roma 1927; M. Pierredon, Insignes et uniformes de l'ordre..., Parigi 1927.
Ruoli: L'ultimo fu stampato a Roma nel 1932 con il titolo Il sovrano militare ordine gerosolimitano di Malta.