Scrittore turco (n. Istanbul 1952). Tra i maggiori protagonisti della letteratura turca contemporanea, ha ambientato molti dei suoi libri nella città natale, luogo di conflitti e di sincretismi culturali. Della sua ampia produzione occorre segnalare Benim Adım Kırmızı (1998; trad. it. Il mio nome è rosso, 2001), giallo che descrive il mondo dei miniaturisti del 16° sec., il romanzo dichiaratamente politico Kar (2002; trad. it. Neve, 2004) e l'intenso autoritratto İstanbul. Hatıralar ve Şehir (2003; trad. it. Istanbul, 2006). Nel 2006 è stato insignito del premio Nobel per la letteratura.
Appartenente a una famiglia borghese progressista e di fede kemalista, P. si iscrisse alla facoltà di architettura dell'İstanbul Teknik Üniversitesi, abbandonata poi per dedicarsi interamente alla scrittura. Dal 1974, avendo ripreso gli studi presso l'Istituto di giornalismo della İstanbul Üniversitesi, dove si è laureato nel 1977, lavorò alla stesura del suo romanzo d'esordio, pubblicato nel 1982 con il titolo Cevdet Bey ve Oğulları ("Il Signor Cevdet e i suoi figli"). Intriso di riferimenti autobiografici, ma fedele alla tradizione ottocentesca, il romanzo narra la saga di una ricca famiglia stambuliota e gli sconvolgimenti socio-politici verificatisi nella società turca nel Novecento. Nei romanzi successivi - Sessiz Ev (1983; trad. it. La casa del silenzio, 1993), Beyaz Kale (1985; trad. it. Roccalba, 1992, e Il castello bianco, 2006), Kara Kitap (1990; trad. it. Il libro nero, 1996) e Yeni Hayat (1995; trad. it. La nuova vita, 2000) - P., esplorando nuove forme creative, attinge, intersecandole, tematiche e tecniche espressive dalla tradizione letteraria orientale e occidentale. La scrittura stessa rappresenta uno dei temi centrali della sua opera ed è percepita, e restituita, anche mediante una decostruzione del processo narrativo, quale strumento di costante ricerca di complessi intrecci narrativi che mirano a sviscerare l'infinita pluralità dei piani interpretativi e delle convenzionali dicotomie. È lungo l'asse su cui convergono tali opposizioni che si snoda la trama del già citato Benim Adım Kırmızı, romanzo storico narrato a più voci sullo sfondo di una Istanbul di fine '500, che indaga l'inconciliabile visione estetica che separa Oriente e Occidente nella rappresentazione della realtà attraverso le arti figurative. In Kar il conflitto assume la dimensione di un insanabile scontro politico, mostrando lo smarrimento di una Turchia lacerata da estremismi e complesse contraddizioni culturali. In İstanbul. Hatıralar ve Şehir (2003; trad. it. Istanbul, 2006) lo scrittore intesse un'elegia della sua città natale e del senso di tristezza che la pervade, mentre nel successivo Masumiyet Müsezi (2008; trad. it. Il Museo dell'innocenza, 2009) indaga i temi privati della felicità e dell'amore attraverso il filtro dei semplici oggetti quotidiani, che ne recano possenti tracce; P. ha reso realtà la storia narrata nel romanzo allestendo nel 2012 a Istanbul uno spazio espositivo in cui sono raccolte le tracce materiali di cui tale storia è costellata. Nel 2010 ha pubblicato la densa miscellanea di articoli e interviste Manzaradan Parçalar ("Pezzi di panorama", 2010), che ne costituisce una sorta di autobiografia intellettuale, mentre nel 2012 è stato edito in Italia il volume Romanzieri ingenui e sentimentali, che raccoglie una serie di lezioni sulla letteratura tenute da P. ad Harvard nel 2009. È del 2014 il romanzo Kafamda Bir Tuhaflık (trad. it. La stranezza che ho nella testa, 2015), storia che si svolge tra il 1955 e il 2005 tra Instanbul e la provincia turca, del 2016 il romanzo Kırmızı Saçlı Kadın (trad. it. La donna dai capelli rossi, 2017), in cui l'autore raccontando una storia d'amore si interroga sui fondamenti letterari della civiltà occidentale e orientale, e del 2021 il romanzo storico Veba Geceleri (trad. it. Le notti della peste, 2022). P. è anche autore della sceneggiatura del film Gizli Yüz ("Il volto segreto", 1992), ispirato a Kara Kitap, e di una raccolta di scritti, Öteki Renkler-Seçme Yazılar ve Bir Hikâye ("Gli altri colori. Scritti scelti e un racconto", 1999). Tra i prestigiosi premi ricevuti, si ricordano il Grinzane Cavour (2002) e il premio Nobel per la letteratura (2006). Il rifiuto del titolo di artista di Stato nel 1998 e le sue dichiarazioni su diritti delle minoranze e libertà di espressione hanno suscitato in Turchia forti reazioni politiche, culminate nel 2005 con l'imputazione, da cui è stato poi prosciolto nel 2006, di aver pubblicamente offeso l'identità turca.