Orlando
E il più popolare eroe della trasfigurazione epico-leggendaria subita dalle imprese di Carlo Magno contro i Mori, argomento assai fortunato di canzoni di gesta e poi di cantari.
Prendendo le mosse dall'originaria Chanson de Roland in antico francese (fine sec. XI), questa letteratura si diffuse largamente, fra Duecento e Quattrocento, specialmente nell'area padano-veneta e successivamente in quella toscana, dando origine a numerose rielaborazioni (Roland marciano, Entrée d'Espagne, Spagna, Rotta di Roncisvalle, e molte altre). Nucleo della leggenda era sempre la tragica fine del paladino, nipote di Carlo Magno, rimasto con il fiore della cavalleria franca alla retroguardia dell'esercito, e assalito dai Saraceni per il tradimento del patrigno Gano di Maganza.
D. nell'Inferno ricorda il punto culminante della battaglia di Roncisvalle, quando O., constatata l'inutilità di ogni resistenza, chiama Carlo in suo soccorso, suonando il corno con tale forza da rompersi le vene delle tempie (cfr. Chanson de Roland 1753-1795). Nel passo dantesco tale suono è tuttavia superato da quello dell'alto corno di Nembrot. L'allusione è precisa e potente (Dopo la dolorosa rotta, quando / Carlo Magno perdé la santa gesta, / non sonò sì terribilmente Orlando, If XXXI 16), e coglie il nucleo tragico di una vicenda a tutti nota: alle soglie del cerchio dei traditori, questo suono richiama uno dei tradimenti più esemplari per nefandezza. Per usare le stesse categorie dantesche, ricordiamo che Gano (menzionato poi in If XXXII 122) tradiva contemporaneamente la patria, i congiunti (O. suo figliastro e Carlo suo cognato) e la religione. E d'altra parte - come ha osservato il Segre - la morte di O. era modellata, secondo un procedimento caro alla letteratura medievale, sulla morte del Redentore (cfr. il numero dei paladini, dodici come gli Apostoli, e i prodigi che accompagnano la fine di O.: Chanson de Roland 1423-1437). Anche se non sappiamo attraverso quali testi la leggenda giungesse a D., è certo che egli ne ebbe presente il valore esemplare: all'O. ‛ patiens ' dell'Inferno fa riscontro l'O. ‛ triumphans ' del cielo di Marte (Pd XVIII 43). Egli è, con Carlo Magno, compagno di Cacciaguida, accanto alle non meno epiche figure del ciclo epico d'Orange (Guglielmo e Renoardo) e agli eroici guerrieri della Bibbia (Giosuè e Giuda Maccabeo) e della prima crociata (Goffredo di Buglione e Roberto il Guiscardo). Come gli artisti romanici avevano assunto O. sul portale del duomo di Verona e sulla Ghirlandina di Modena accanto a Davide, così D. colloca in questa splendida rassegna di combattenti per la fede quell'anima che arcangeli e cherubini erano scesi a raccogliere: O. a Roncisvalle (cfr. Chanson de Roland 2392-2396). V. CANZONI DI GESTA; Ganellone; Rinoardo.
Bibl.-Das altfranzösische Rolandslied, a c. di A. Hilka, Tubinga 19605; P. Rajna, La rotta di Roncisvalle nella letteratura cavalleresca italiana, in " Il Propugnatore " III e IV (1870-71), in particolare III, parte II, 384-387; A. Farinelli, D. e la Francia, Milano 1908, I 11-15; C. Dionisotti, Entrée d'Espagne, Spagna, Rotta di Roncisvalle, in Studi in onore di A. Monteverdi, Modena 1959, I 207-241; C. Segre, Schemi narrativi nella " Chanson de Roland ", in " Studi Francesi " V (1961) 277-283. Per uno sguardo d'insieme si veda l'utile rassegna: L. Renzi, Gli ultimi studi sulla " Chanson de Roland " e la redazione franco-veneta (ms. V4), in " Lettere Italiane " XVI (1964) 324-339. Per l'iconografia: R. Lejeune-J. Stiennon, La légende de Roland dans l'art du Moyen Age, Bruxelles 1966 (in particolare I 61-71 e 103-107).