ORLÉANS (A. T., 32-33-34)
Città della Francia, un tempo capitale dell'Orleanese, ora capoluogo del dipartimento del Loiret, situata a 116 m. s. m. sulla riva destra della Loira, alla sommità della curva che il fiume descrive verso N. È sede vescovile suffraganea di Parigi, di corte d'appello, di comando militare e di molti importanti istituti accademici. Ha tuttora, come in passato, un posto di prim'ordine nell'attività economica e commerciale francese, specie in quella della regione parigina, per la sua posizione in una zona fertilissima e di facili comunicazioni. Nell'epoca in cui la Sologne era impraticabile, Orléans costituiva il punto di concentrazione delle vie verso il mezzogiorno e l'occidente; ora è anche nodo ferrovario importante, da cui s'irradiano numerose linee che si riallacciano a quelle uscenti da Parigi verso S. e SO. Inoltre i canali di Orléans, di Briare e del Centro facilitano le comunicazioni dirette con l'Oceano, la Manica e il Mediterraneo.
Il territorio, costituito da calcari permeabili del Terziario ricoperti di alluvioni recenti, è coltivato a cereali (grano in prevalenza), ad alberi da frutta, a ortaggi e a viti, che formano la base di un attivo e importante mercato locale, a cui affluiscono anche i prodotti di regioni limitrofe (Beauce e Sologne). Altra produzione ragguardevole è quella della legna da ardere e da lavoro, che si ricava annualmente dalla foresta, estesa a oriente per 34 mila ettari: una delle più grandi della Francia se non delle più belle, popolata di querce e di carpini. Una discreta importanza hanno l'industria della vetreria, della fabbricazione della carta, della manifattura di pelli, della lana e del cotone, della preparazione di confetture, di aceto, di alcool, di farine, di vini.
La popolazione, di 71.606 ab. al 1931 (70.611 ab. al 1926), vive in maggioranza nel centro capoluogo e nei sobborghi che ne fanno parte. Il centro ha la forma irregolare di un bastione con un angolo avanzato verso NO. e con vie asimmetriche; è unito ai sobborghi posti sulla riva sinistra della Loira (Saint-Marceau è il più importante) a mezzo di due ponti in pietra (Nouveau-Pont e Pont Georges V) lunghi più di 300 m. La stazione ferroviaria si trova nell'abitato, a N. e dista da Parigi 121 km.
Monumenti. - La pianta irregolare della città medievale fu rettificata nel sec. XVIII. Tra i monumenti sacri medievali sono la cripta di Saint-Aignan (989-1029), con deambulatorio con cinque cappelle a raggiera, e quella di Saint-Avit quasi coeva. La chiesa superiore di Saint-Aignan, Notre-Dame de Recouvrance, appartiene in gran parte al sec. XV. La cattedrale, quasi completamente distrutta durante le guerre di religione, fu restaurata, dal coro in giù, per un voto di Enrico IV (1599). La navata imita abbastanza bene l'arte del secolo XV, ma è spezzata al transetto dall'architettura classicheggiante di É. Martellange. La facciata, progettata nel sec. XVII da J.-A. Gabriel, fu eseguita soltanto nel XVIII dal Trouard, che rovinò in parte il progetto primitivo. Il palazzo comunale è del sec. XVI. Notevoli sono alcuni palazzi privati, attribuiti a Jacques I Du Cerceau: il palazzo Groslot, malamente restaurato, la magnifica casa detta di Giovanna d'Arco; il palazzo Cabu, con due strette ali e una facciata larga quattro metri; il "Cabinet" della Rue des Poiriers; la Maison à la coquille, ecc. Dell'università medievale è rimasta soltanto la sala delle Tesi, a due navate. Molto ricchi sono i musei. Il museo di Giovanna d'Arco contiene una collezione iconografica esemplare. Il museo di pittura è uno dei più interessanti tra i musei provinciali (vi si trovano quadri del Perronneau, del Nattier, ecc.). Nel museo storico sono riuniti numerosi frammenti di sculture appartenenti a edifici demoliti.
Storia. - L'antica Cenabum fu la città principale dei Carnuti, sulla Loira, tra la Beauce e la Sologne.
Nel libro VII del Bellum Gallicum ricorre costantemente la grafia Genabum, Genabenses; ma la forma Cenabum è attestata da Strabone, da Tolomeo, dalla Tavola Peutingeriana, dall'Itinerario Antonino e da una iscrizione d'Orléans (Corpus Inscript. Lat., XIII, 3067). Napoleone III non ammise che Genabum, da lui identificata con Gien, sicché Cesare non avrebbe mai parlato d'Orléans. Il Desjardins ha proposto un compromesso: egli distingue Cenabum, Orléans, dove furono massacrati i negozianti romani (Bell. Gall., VII, 3,1), e Genabum, Gien, che sarebbe la città presa e saccheggiata da Cesare (ibid., VII, 11, 3-9). Ma Cesare assegna Genabum al territorio dei Carnuti (Genabum Carnutum), mentre il fatto che Gien nel Medioevo si chiamò Giomus, Giemis, Giemum e appartenne alla diocesi d'Auxerre, indica che nell'epoca gallo-romana, essa aveva fatto parte della civitas degli Edui. Ciò rende impossibile l'identificazione di Genabum con Gien e conferma invece quella di Genabum (Cenabum) con Orléans. Il ponte sulla Loira era all'angolo SO. della cinta di mura, posizione ancora immutata al tempo di santa Giovanna d'Arco.
Alla fine dell'impero romano, fu detta Aureliani, Aurelianensis urbs, d'onde Orléans.
Dalla fine del sec. III essa formò una città importante della tribù dei Carnuti; divenne sede d'un vescovato, il cui terzo titolare fu il celebre St.-Aignan. Assediata da Attila, fu protetta, come si narra, dall'intervento di St.-Aignan e liberata nel 451-52 da Ezio, venuto in aiuto di Siagrio, del regno "romano" del quale essa faceva parte. È certo che Odoacre l'assediò di nuovo nel 471, ma soltanto Clodoveo la conquistò nel 498. La città divenne allora capitale dei due regni merovingi: quello di Clodomiro (511-524), che morì durante la guerra contro i Burgundi, e quello di Gontrano (567-593), dopo il quale essa venne incorporata nel regno dei Franchi. Orléans divenne così residenza reale, centro di riunioni laiche ed ecclesiastiche, e tra le sue mura Carlo il Calvo si fece incoronare re d'Aquitania (841). I Normanni, risalendo la Loira, raggiunsero facilmente Orléans, specie nell'855 e nell'895. Gli ultimi Carolingi furono però incapaci di conservarla in loro potere, e la città passò ai potenti duchi della casa di Francia, dei quali divenne una specie di capitale. Nelle prigioni d'Orléans, Ugo Capeto, primo re della terza dinastia, rinchiuse la maggior parte dei membri della dinastia decaduta che vennero in suo potere. Incendiata nel 999, la città fu ricostruita dal re Roberto il Pio che vi dimorò volentieri. Orléans, sempre fiorente, attirò gran numero di stranieri, di ebrei, di eretici; vi ebbe luogo nel 1022 il primo autodafé. Nel 1107 la città venne affrancata, ma ancora nell'anno seguente Luigi VI il Grosso vi si fece consacrare. Nel 1137 Luigi VII soppresse il regime comunale che vi si era stabilito; ma il centro della potenza dei Capetingi s'era già spostato verso Parigi e l'opera militare di Luigi VI consistette appunto, in parte, nella lotta contro i predoni che infestavano le strade fra la Loira e la Senna. Nel 1223, poco prima di morire, Filippo Augusto diede Orléans come controdote alla propria moglie Ingeburga e quest'atto fu, in certo senso, l'inizio degli appannaggi che vennero poi creati a cominciare dal sec. XIV (v. sotto); ma non per questo i re di Francia si disinteressarono dell'antica città. Attaccata dagl'Inglesi fino dalla prima fase della guerra dei Cent'anni (1356, 1359, 1370), Orléans fu assediata agl'inizî del regno di Carlo VII, quando gl'Inglesi compresero che, se volevano dominare il "re di Bourges", bisognava venire in potere di tutta la media Loira; assedio famoso, perché suscitò la vocazione di santa Giovanna d'Arco e ridestò il patriottismo francese nel sud e nel sud-ovest.
Il 12 ottobre 1428 gl'Inglesi, dopo essersi impadroniti, combattendo, dei sobborghi settentrionali, iniziarono in quel settore l'assedio regolare della città, strenuamente difesa da Raoul de Gaucourt con poche centinaia d'uomini. L'assedio fu poco dopo esteso alla parte meridionale, ma la sua fiacca condotta permise agli assediati di ricevere un rinforzo di un migliaio d'uomini. Le cose cambiarono quando il comando degl'Inglesi fu assunto da William de la Pole, duca di Suffolk, la cui energia non consentì ai Francesi d'Orléans di ricevere altri rinforzi. Corte ed esercito ne furono demoralizzati, al punto che Carlo VII, considerando già perduto l'ultimo baluardo della monarchia, progettava di ritirarsi nella Scozia o in Castiglia, quando l'intervento di santa Giovanna d'Arco, corroborato dall'invio di uomini e danari da parte delle "bonnes villes", provocò la partenza degl'Inglesi (7 maggio 1429), nonostante la ferita ricevuta da Giovanna durante l'attacco contro la fortezza delle Tourelles (o Tournelles). Quest'avvenimento, che fu il punto di partenza delle vittorie successive, produsse viva gioia in tutto il paese e fu da allora celebrato, sotto la data dell'8 maggio, con una festa che, dopo la fine della guerra mondiale, fu proclamata nazionale.
Orléans aveva veduto parecchi dei suoi monumenti, specie la sua cinta di mura, rovinati dagl'Inglesi. La cinta, che era la terza, fu riparata dai re Luigi XI e Francesco I. Nel 1440 gli abitanti contribuirono con 9000 scudi d'oro al riscatto del duca Carlo, caduto prigioniero a Azincourt (1415). Ma né Carlo né suo figlio vissero molto a Orléans, preferendo il soggiorno di Blois. Del resto Orléans, in cui i re avevano conservato forte autorità e avevano istituito nel 1309 una facoltà di diritto frequentatissima (tra i suoi alunni fu poi Calvino), divenne nel 1498 città regia. Da allora i re non mancarono di levarne gravose imposte. Enrico II vi fece bruciare alcuni ugonotti; perciò nel 1551 tanto lui quanto la sua amante Diana di Poitiers ebbero da Orléans una fredda accoglienza. Nel 1560, dopo la repressione della congiura d'Amboise, furono convocati nella città gli Stati generali, tra il silenzio degli abitanti disarmati e circondati da 10.000 uomini di truppa. A Orléans furono arrestati il re di Navarra Antonio di Borbone e suo fratello il principe di Condé; quest'ultimo stava per esservi giustiziato quando il re Francesco II morì (5 dicembre 1560). L'ordinanza che risultò dalla discussione degli Stati generali e che portò, tra l'altro riforme alla chiesa gallicana è nota col nome della città. Nel 1561 entrò nella città il Condé, e le sue truppe, fanatizzate dal pastore Teodoro di Beza, vi commisero molte devastazioni, specie nella cattedrale che crollò (24-25 marzo 1562). In seguito il tempio venne ricostruito in stile gotico flamboyant, specialmente per opera di Enrico IV, in conformità della penitenza canonica impostagli dal papa Clemente VIII in occasione dell'abiura; la chiesa fu però terminata solo nel 1790. Nel 1563 Orléans fu investita da Francesco di Guisa e durante l'assedio il capo della Lega venne assassinato da Poltrot de Méré. Il 27 settembre 1567 F. de La Noue ritolse la città ai cattolici, la devastò ancora una volta, poi dovette abbandonarla nel 1568. Ma i protestanti vi si trovavano in numero abbastanza grande perché la notte di S. Bartolomeo riuscisse ad Orléans sanguinosa, soprattutto per l'intervento di Armand Sorbin, confessore del re Carlo IX. Da allora la città seguì il partito della Lega fino al 1594, cioè fino all'arrivo di Enrico IV, che promise di ricostruire la cattedrale. Nel sec. XVII Orléans cercò di conservarsi neutrale durante la Fronda; ma la figlia del duca Gastone, M. lle di Montpensier, riuscì a entrarvi con la forza.
D'altra parte, quando fu revocato l'editto di Nantes, il vescovo P. de Coislin si sforzò d'attenuare tutte le conseguenze di quell'atto d'intolleranza. Sotto Luigi XV fu costruito un certo numero di case secondo un piano uniforme, dando così un aspetto particolare a una parte della città, che possedeva già edifici curiosi e dimore interessanti del sec. XV (le pretese case di santa Giovanna d'Arco e di Agnese Sorel) e del sec. XVI (palazzo Groslot, oggi municipio). Con decreto del 5 maggio 1791 la Costituente istituì ad Orléans l'Alta Corte incaricata di giudicare i delitti di lesa nazione. Quivi doveva essere tradotto un certo numero d'imputati, tra i quali C.-A. de Lessart, ex-ministro di Luigi XVI; invece nel settembre 1792 essi furono trasferiti a Versailles e massacrati dai rivoluzionarî al comando del Fournier, detto l'Américain. Alla fine del periodo rivoluzionario e imperiale, Orléans servì come punto di concentramento ai resti dell'esercito vinto a Waterloo.
Durante la guerra del 1870, caduto Napoleone III, invasa dai Tedeschi la Francia, il governo della difesa nazionale aveva fatto della regione a sud di Orléans il centro di raccolta di armate improvvisate, che dovevano attaccare la linea d'investimento tedesca attorno a Parigi. E poiché importava agl'invasori di togliere quella molestia, la città di Orléans e il suo territorio furono a più riprese disputati dai due contendenti. Occupata dai Tedeschi (Bavaresi del generale von der Tann) l'11 ottobre, dopo serî combattimenti a nord della Loira, Orléans fu oggetto di una controffensiva francese, che meglio sarebbe riuscita se fosse stata più pronta, ma che nondimeno portò i Francesi - dopo una battaglia a Coulmiers (9 novembre) - nuovamente al possesso della città. Ma il comandante francese (J.-B. d'Aurelle de Paladines) non aveva piena fiducia nelle sue truppe raccogliticce e, in luogo di condurre a fondo l'iniziato successo con ulteriori attacchi, si limitò alla stretta difensiva, facendo di Orléans un campo fortificato. Com'era prevedibile, i Tedeschi non lo lasciarono lungamente tranquillo e, appena rinforzati dalle truppe che la caduta di Metz aveva lasciate libere, attaccarono di nuovo Orléans. Falliti gli sconnessi tentativi di reazione francese nelle due successive direzioni di Fontainebleau e di Parigi, gli attaccanti puntarono risolutamente su Orléans, mentre i Francesi ripiegavano con così disordinata celerità, che il loro comandante in capo - un esperto della tecnica, ma senza fiducia nel successo - ordinò l'abbandono di Orléans prima ancora che vi arrivassero le cannonate tedesche. Il 5 dicembre i Tedeschi rientrarono in Orléans rimanendovi fino al 16 marzo 1871, al termine della guerra.
La diocesi d'Orléans, che si dice risalga a S. Altino, uno dei 72 discepoli, è sicuramente non anteriore al sec. IV. Comunque, il primo vescovo che si conosce con certezza è S. Euterpe, morto verso il 391. Datano dall'epoca carolingia le cripte delle chiese di Saint-Aignan e di Saint-Avit; nel Medioevo fu anche costruito un ponte, sul luogo del quale il Peyronnet costruì nel sec. XVIII l'attuale ponte di pietra.
Il ducato d'Orléans.
L'importanza della città d'Orléans nel dominio reale spinse i re di Francia a fare di essa la capitale d'un appannaggio, che non si è trovato sempre a coincidere né con la regione orleanese né con la circoscrizione amministrativa d'Orléans, e che fu di volta in volta in possesso delle seguenti case.
Prima casa d'Orléans. - Il quintogenito del re Filippo di Valois, anch'egli di nome Filippo, ricevette in appannaggio il 16 aprile 1344 il ducato con la contea di Valois: ma nel 1375 egli morì senza discendenti legittimi, e il ducato venne una prima volta alla corona.
Seconda casa d'Orléans. - Nel 1392 il secondogenito di Carlo V, Luigi I, ricevette dal fratello, il re Carlo VI, il ducato d'Orléans, in cambio della contea di Turenna, da lui precedentemente ricevuta in appannaggio. Durante il disgraziato regno di Carlo VI, Luigi I fu l'avversario dei duchi di Borgogna e cioè di suo zio Filippo l'Ardito e di suo cugino Giovanni Senzapaura. Per istigazione di quest'ultimo, Luigi fu assassinato il 23 novembre 1407. Egli aveva sposato nel 1389 Valentina, figlia di Gian Galeazzo Visconti duca di Milano. Da essa Luigi aveva avuto molti figli, e tra questi Carlo I, duca d'Orléans (v. Orléans, charles d') e pretendente di Milano (1394-1465), che sposò prima Isabella di Francia vedova del re Riccardo II d'Inghilterra, poi Bona d'Armagnac (donde il soprannome dato agli avversarî dei Borgognoni durante le guerre civili francesi del sec. XV); e Giovanni il Buono, conte d'Angoulême (1404-1467), fondatore della casa d'Angoulême, che si estinse col re Francesco I. Da Carlo I e Maria di Clèves da lui sposata in terze nozze, nacque nel 1462, il principe Luigi. Questi, dopo essere stato, come esponente della nobiltà francese, avversario di Carlo VIII, succedette nel 1498 a Carlo VIII, riunendo così alla corona i suoi varî dominî, tra i quali il ducato d'Orléans (v. luigi XII re di francia). Da notare che al fondatore di questa dinastia, Luigi, si riconnette la casa dei conti di Dunois (poi conti e duchi di Longueville) discesa dal "bastardo d'Orléans", il quale, nato verso il 1403, fu compagno di santa Giovanna d'Arco nella guerra dei Cent'anni.
Terza casa d'Orléans. - Il titolo di duca d'Orléans fu portato successivamente dal secondogenito, Enrico poi re Enrico II, dal terzogenito di Francesco I, Carlo, morto nel 1545, e da Luigi, secondogenito d'Enrico II, morto nel 1550. Ma l'appannaggio fu realmente ricostituito solo a favore di Gastone di Francia, figlio minore di Enrico IV e di Maria de' Medici (v. orleans, gaston, duca d'). Costretto a sposare nel 1625 la duchessa di Montpensier, non ebbe da lei che una figlia, la quale doveva poi divenire la "Grande Demoiselle". Gastone sposò nel 1632 in seconde nozze Margherita di Lorena, dalla quale, ad eccezione d'un bambino morto in tenera età, ebbe solo figlie femmine. Perciò alla sua morte Luigi XIV riunì l'appannaggio d'Orléans alla corona.
Quarta casa d'Orléans. - Nel 1661 Luigi XIV diede il ducato d'Orléans al proprio fratello Filippo, nato il 27 settembre 1640 da Luigi XIII e da Anna d'Austria (v. orléans, philippe, duca d'). Egli è il fondatore della famiglia estintasi nel 1926 con Luigi Filippo Roberto d'Orléans. A questa famiglia appartennero: Filippo d'Orléans, che ebbe il titolo (poi ripreso da tutti i primogeniti della casa) di duca di Chartres e lo tenne fino alla morte del padre, e fu reggente agl'inizî del regno di Luigi XV (1674-1723; v. orléans, philippe, duca d', reggente di francia); Luigi d'Orléans (1703-1752), antitesi del proprio padre per austerità di vita; Luigi Filippo d'Orléans (1725-1785), che si ritrasse a vita privata dopo onorevole servizio negli eserciti reali; Luigi Filippo Giuseppe (1747-1793),soprann0minato Égalité (v. orléans, louis-philippe-joseph); il re dei Francesi, Luigi Filippo (1773-1850), portato sul trono dalla rivoluzione del luglio 1830 e sbalzatone dalla rivoluzione del febbraio 1848; Ferdinando Filippo Luigi Carlo Enrico d'Orléans (1810-1842), forse il meglio dotato tra i figli del precedente, morto in un accidente di strada a Neuilly. Il figlio di quest'ultimo portò il titolo di conte di Parigi (1838-1892; v. orléans, louis-philippe-albert). Il figlio del conte di Parigi, Luigi Filippo Roberto, nato a Twickenham nel 1869 e morto a Palermo il 26 marzo 1926, fu l'ultimo, nella famiglia, che portò il titolo di duca d'Orléans. Pretendente alla corona francese, tentò di entrare nell'esercito nazionale. Ma la legge dell'esilio contro i principi delle case già regnanti in Francia (1886) gli permise solo d'avere una parte indiretta nella politica francese, specialmente all'epoca del movimento provocato dal generale Boulanger. Sposò l'arciduchessa d'Austria, Maria Dorotea Amelia, ma non avendo lasciato discendenza legittima, i suoi diritti sono passati a suo cugino, il duca di Guisa.
Bibl.: F.-L. Maire, Histoire des antiquités de la ville et du duché d'Orléans, Orléans 1648; E. Bimbenet, Histoire de la ville d'Orléans, ivi 1884-87; voll. 3; R.-J. Pothier, Coutume d'Orléans, Parigi 1780; J.-E. Bimbenet, L'Université des lois d'Orléans, ivi 1853; G. Chénesseau, Sainte-Croix d'Orléans, histoire d'une cathédrale gothique réédifiée par les Bourbons (1599-1829), ivi 1921, voll. 2. Si vedano inoltre numerose indicazioni bibliografiche in U. Chevalier, Répert. d. sources hist., ecc.: Topobibliographie, II, Montbéliard 1903, col. 2193 segg.; G. Rigault, Orléans et le Val de Loire, Parigi 1914; P. Vitry, Musée d'Orléans, ivi 1928. - Sull'antica Cenabum, v.: C. Jullian, Hist. de la Gaule, III, ivi 1908, p. 419, n. 1; T. R. Holmes, Caesar's conquest of Gaul, 2ª ed., Oxford 1911, p. 405 segg.; E. Desjardins, Géogr. hist. et administr. de la Gaule romaine, Parigi 1876-1885, II, p. 477 segg. Sul ponte, v. Soyer, in Bull. de la Soc. archéol. et hist. de l'Orléanais, 1922, p. 320 segg. Sulla duplicità del nome Cenabum o Genabum, v.: G. Dottin, La langue gauloise, Parigi 1920, p. 63. - Sul ducato, v.: P. Anselme, Histoire généal. et chronol. de la maison de France, I, 3ª ed., ivi 1726: Moreri, in Le Grand Dictionnaire, VIII, ivi 1759. Cfr. anche Betgé-Lagarde, Les ducs d'Orléans et le Comté d'Asti, Blois 1933. La storia critica e obiettiva dei rapporti tra l'ultima casa d'Orléans e il ramo primogenito dei Borboni è ancora da scrivere: cfr. intanto, Tournois, Histoire de Louis-Philippe-Joseph, duc d'Orléans et du parti d'Orléans, voll. 2, Parigi 1840-43.