Orléans Città della Francia (113.234 ab. nel 2007), capoluogo della regione del Centre e del dipartimento del Loiret, situata a 116 m s.l.m. sulla riva destra della Loira. Ha tuttora, come in passato, un posto di rilievo nell’attività economica e commerciale francese, per la sua posizione in una zona fertilissima e di facili comunicazioni. Nell’epoca in cui la Sologne era impraticabile, O. costituiva il punto di concentrazione delle vie verso S e verso O; ora è anche nodo ferroviario importante da cui s’irradiano numerose linee che si riallacciano a quelle uscenti da Parigi verso S e SO. Inoltre i canali d’O. (lungo 72 km), di Briare e del Centre permettono le comunicazioni dirette con l’Atlantico, la Manica e il Mediterraneo. Mercato agricolo della regione circostante (grano, frutta, ortaggi, uva), è sede di industrie alimentari, metalmeccaniche, chimiche, farmaceutiche, elettrotecniche, tessili e del vetro. Settore portante dell’economia cittadina è però il terziario.
L’antica Cenabum, distrutta da Cesare in seguito alla rivolta del 52 a.C., fu riedificata da Aureliano. Passata ai Franchi di Clodoveo (498), nel 612 venne assorbita dal regno borgognone; nel 1344 fu compresa nel ducato di O., formato dalla provincia storica dell’Orleanese (corrispondente agli attuali dipartimenti di Loiret, Loir-et-Cher ed Eure-et-Loir); nel 15° sec. resistette agli attacchi inglesi finché fu liberata da Giovanna d’Arco (1429). Coinvolta nella guerra di religione, nel 1561 entrò in città il principe di Condé con i protestanti, che tennero la cattedrale come loro quartier generale (1562-67). Ugonotta nel 1568, fu poi dei Guisa e solo nel 1594 si sottomise a Enrico IV. Nel corso della Rivoluzione la Convenzione fece di O. la sede dell’Alta corte per i delitti contro lo Stato (1791). Nella guerra franco-prussiana fu conquistata dalle forze bavaresi (1870), dai Francesi e di nuovo dai Tedeschi. Fu gravemente bombardata durante la Seconda guerra mondiale.
Duchi d’O. Titolo nobiliare assegnato per la prima volta, con l’appannaggio dell’Orleanese e della contea di Valois (1344), al quintogenito del re di Francia Filippo VI di Valois, Filippo (1336-1375). Da allora il titolo, tra i più alti della nobiltà francese, è spettato ai discendenti cadetti in linea diretta maschile della famiglia reale. Deceduto Filippo senza eredi, il ducato tornò alla corona fino al 1392, quando Carlo VI ne investì il fratello Luigi I (n. 1372 - Parigi 1407), che diede inizio alla seconda casa d’O.; avute dalla moglie Valentina Visconti le contee di Vertus e di Asti, inizialmente sviluppò una politica personale in Italia, ma poi volse i suoi sforzi alla situazione interna francese (aggravata dalla follia di Carlo VI) e verso l’Impero (acquistò il Lussemburgo). Lottò contro i duchi di Borgogna Filippo l’Ardito e Giovanni Senza Paura, che lo fece assassinare scatenando la lunga guerra tra armagnacchi e borgognoni.
Gli succedette nel titolo il figlio Carlo (Parigi 1391 - Amboise 1465), che dopo l’assassinio del padre si trovò coinvolto nella lotta con la casa di Borgogna; sostenuto dal suocero Bernardo VII conte d’Armagnac entrò vincitore a Parigi (1413). Imprigionato dagli Inglesi ad Azincourt (1415; guerra dei Cent’anni), tornò in Francia solo nel 1440. Dopo una discesa in Italia (1447) per far valere i diritti sull’eredità materna di Asti, in disgrazia presso Luigi XI abbandonò ogni ambizione politica e a Blois costituì intorno a sé una corte letteraria. Appassionato bibliofilo, poeta, dalla prigionia inglese portò la maggior parte delle ballate e delle canzoni raccolte nel Livre de la Prison; di epoca più tarda sono i rondeaux.
Il figlio Luigi (➔ Luigi XII), II come duca di O., portò gli O. sul trono di Francia succedendo a Carlo VIII, cui erano premorti i 4 figli maschi, e riunì il ducato alla corona. Enrico (➔ Enrico II come sovrano di Francia ), secondogenito del re Francesco I, diede inizio alla terza casa d’O.; divenuto questo primo nella linea di successione al trono di Francia per la morte del delfino Francesco, il titolo passò (1536) al fratello Carlo (1522-1545) e quindi al secondogenito di Enrico II e Caterina de’ Medici, Carlo (➔ Carlo IX), divenuto re (1560) alla morte del fratello Francesco II. Dopo Enrico II (➔ Enrico III come sovrano di Francia), l’appannaggio fu ricostituito nel 1626 a favore del figlio minore di Enrico IV di Borbone e Maria de’ Medici, Gastone (Fontainebleau 1608 - Blois 1660) che, strumento dell’aristocrazia, fu un ostacolo per la politica del fratello Luigi XIII e dei ministri Richelieu e Mazzarino. Intrigò in complotti e congiure, ma si salvò sempre tradendo i suoi complici. Riconciliatosi con il re (1642), alla morte di questi (1643) divenne luogotenente generale del regno. Tra i protagonisti (1651-52) della Fronda con il Gran Condé (Luigi II di Borbone), nel 1652 fu relegato nel castello di Blois. Appassionato mecenate, il medagliere, le pietre incise e i libri che lasciò in eredità a Luigi XIV sono conservati presso il Cabinet des médailles e la Bibliothèque Nationale di Parigi.
Il ducato, per la mancanza di suoi eredi maschi, tornò alla corona e nel 1661 Luigi XIV lo assegnò al fratello Filippo I (Saint-Germain 1640 - Saint-Cloud 1701), da cui iniziò la quarta casa d’Orléans. Nonostante il suo decisivo contributo nella campagna di Fiandra (1677), il duca fu tenuto estraneo agli affari politici dal fratello, che gli preferì, come re di Spagna, il pronipote Filippo d’Angiò (poi Filippo V). Filippo II (Saint-Cloud 1674 - Versailles 1723), avuto dalla seconda moglie Elisabetta Carlotta di Baviera (1652 ca. - 1724), principessa palatina figlia dell’elettore Carlo Luigi, gli succedette nel titolo e, dopo essere riuscito ad annullare (1715) il testamento di Luigi XIV che affidava il potere effettivo a Luigi Augusto duca del Maine, si fece proclamare reggente. Il suo governo resta noto per i costumi corrotti e le speculazioni di J. Law; assecondò però l’abile politica estera di G. Dubois. Proclamato maggiorenne Luigi XV e morto Dubois, il duca d’O. divenne (1723) primo ministro. Amante delle arti, raccolse a Parigi una famosa collezione di dipinti, poi venduta in Inghilterra (1792) da Philippe-Égalité. Sua seconda moglie fu Enrichetta-Anna Stuart (Exeter 1644 - Saint-Cloud 1670), figlia di Carlo I d’Inghilterra; fu protettrice di letterati e artisti e abile negoziatrice del trattato segreto di Dover (1670) tra Luigi XIV e suo fratello Carlo II contro l’Olanda.
Seguirono Luigi (1703-1752), che si tenne lontano dalla politica; Luigi Filippo (1725-1785), che si distinse a Fontenoy (1745) nella guerra di Successione austriaca; suo figlio Luigi Filippo Giuseppe (detto Philippe-Égalité; Saint-Cloud 1747 - Parigi 1793) che, ostile alla corte, fu esiliato da Luigi XV (1771). Acquistata influenza politica divenendo gran maestro delle logge massoniche di Francia, nel 1787 prese le parti del Parlamento di Parigi. Come deputato della nobiltà agli Stati generali (1789), si pronunciò per la riunione dei Tre Stati ed ebbe un ruolo di primo piano nella preparazione delle giornate del 5 e 6 ottobre che culminarono con il trasferimento del re a Parigi. Ammesso al club dei giacobini nel 1791, dopo la caduta della monarchia (1792) rinunciò al titolo nobiliare. Deputato alla Convenzione, si schierò con La Montagna e votò la morte di Luigi XVI, ma la fuga del figlio Luigi Filippo, coinvolto nel tentativo di C.F. Dumouriez di rovesciare il governo rivoluzionario e il sospetto di mirare al trono gli costarono l’arresto e la condanna a morte. Luigi Filippo (➔), futuro re dei Francesi (1830-48), assunse il titolo di duca d’O. nel 1793, passato poi al figlio Ferdinando Filippo Luigi Carlo Enrico (1810-1842), quando il primo salì al trono e quindi al nipote Luigi Filippo Alberto (Parigi 1838 - Stowhouse 1894), noto piuttosto con il titolo di conte di Parigi e pretendente, dopo la caduta di Luigi Filippo, al trono di Francia; emigrato nel 1848, dopo il 1870 rientrò in Francia e si accordò col cugino Enrico conte di Chambord, nipote di Carlo X, ponendo fine al contrasto tra legittimisti e orleanisti. Riconosciuto alla morte di quest’ultimo (1883) quale unico pretendente, fu espulso (1886). Infine Luigi Filippo Roberto (1869-1926), privo di discendenza maschile, passò i suoi diritti al cugino Giovanni, duca di Guisa.
Tra gli altri esponenti della famiglia si ricordano: Carlo d’O., conte di Angoulême (1459-1496), nipote del duca d’O. Luigi e figlio di Giovanni il Buono, fondatore della linea di Angoulême. Marito di Luisa di Savoia, fu padre del futuro re di Francia Francesco I e di Margherita, regina di Navarra; Adelaide (Parigi 1777 - ivi 1847), figlia di Philippe-Égalité; vissuta nell’emigrazione dopo il 1793, rientrò a Parigi nel 1817 e fece del Palais Royal il centro di raccolta dell’opposizione ai Borbone. Nel 1830 il suo intervento fu decisivo nel convincere il fratello Luigi Filippo ad accettare la corona. Contribuì a rendere popolare la nuova dinastia con la protezione di artisti e letterati e assicurandole inoltre il favore di influenti personaggi politici.
A partire dalla reggenza di Filippo II, nel 18° sec., si dissero orleanisti i sostenitori dei diritti della casa d’O. al trono di Francia. Naufragate durante la Rivoluzione le ambizioni di salire al trono di Philippe-Égalité, dopo la Restaurazione il partito orleanista parve alla borghesia lo strumento più adatto per consolidare le conquiste raggiunte e contenere l’ascesa delle classi popolari. Alla caduta di Luigi Filippo (1848) gli orleanisti sostennero la causa degli O. contro i legittimisti, fedeli alla linea primogenita dei Borbone.
Scuola di O. Scuola nella quale si iniziò, nel corso del 13° sec., a impiegare la dialettica aristotelica nel campo del diritto, per risalire alla ratio delle norme romanistiche e applicare le norme stesse a fattispecie non espressamente disciplinate; la scuola, il cui maggior esponente fu Iacopo da Revigny, si avvalse del procedimento analogico, che si fondava sull’argumentum a simili.