Figlio (Blois 1462 - Parigi 1515) del duca Carlo d'Orléans. Successore (1498) di Carlo VIII, di cui riprese la guerra in Italia. Conquistò Milano (1499-1500), ma non riuscì a impadronirsi di Napoli, nonostante l'alleanza franco-imperiale sancita a Cambrai (1508); entrò in conflitto con il papa Giulio II, che nel 1511-13 riunì tutte le potenze europee in funzione antifrancese. Alla sua morte tutti i possedimenti acquisiti in Italia andarono perduti.
Salito al trono il re minorenne Carlo VIII, di cui egli aveva sposato la sorella Giovanna, organizzò contro la reggente Anna di Beaujeu il complotto noto come la guerra folle. Fatto prigioniero (1488) e poi liberato (1491), accompagnò Carlo VIII in Italia (1494), vincendo a Rapallo le forze napoletane. Mirava al ducato di Milano, su cui avanzava pretese come discendente di Valentina Visconti; rimase perciò nell'Alta Italia, attaccando Ludovico il Moro, e occupando Novara. Costretto a rinunciare al suo progetto, lo riprese quando, morto Carlo VIII, divenne re di Francia (1498). Sposata la vedova di Carlo VIII, Anna di Bretagna, si dedicò a preparare la spedizione in Italia, che lo condusse all'acquisto di Milano (1499-1500), e successivamente a tentare l'acquisto di Napoli, d'accordo con la Spagna. In effetti, l'esercito francese di Lombardia entrò in Napoli, ma subito scoppiò il conflitto con Ferdinando il Cattolico per la spartizione del Regno meridionale. Quando (genn. 1504) ai resti dell'esercito francese rimase la sola Gaeta, L. tentò un accostamento all'Impero, incontrando tuttavia forti opposizioni nello stesso consiglio reale. Pertanto l'alleanza franco-imperiale fu realizzata a Cambrai (dicembre 1508) con l'obiettivo limitato di una guerra contro la Repubblica Veneta. Ma la diplomazia veneziana seppe staccare dalla lega, con opportune concessioni territoriali, il papa Giulio II; e questi si pose al centro di una vasta coalizione antifrancese che comprendeva gli Svizzeri, la Spagna, l'Inghilterra e gli stati italiani, fra cui naturalmente Venezia. La lotta si complicò assumendo aspetti religiosi, giacché L. non esitò a far deliberare dal clero francese e ad aprire a Pisa (1511) un concilio generale, che proclamò la deposizione di Giulio II. Ma il pontefice conservò in sostanza la solidarietà delle gerarchie cattoliche, convocando a sua volta (3 maggio 1512) il Concilio Lateranense V. Abbandonato dallo stesso Massimiliano e ridotto all'isolamento completo, il re di Francia si trovò in estremo pericolo, col paese invaso da Svizzeri e Inglesi. Riuscì tuttavia a staccare la Spagna e l'Inghilterra dal blocco dei suoi nemici, che (1511-13) aveva compreso tutte le potenze europee. Al momento della morte, tutti gli acquisti in precedenza fatti in Italia erano andati perduti.