Comune del Piemonte (103 km2 con 103.287 ab. nel 2020), capoluogo della provincia omonima. Sorta in posizione sopraelevata rispetto alla Pianura Padana (162 m s.l.m.), presso il torrente Agogna, si è prima sviluppata in funzione della via commerciale che legava Milano a Vercelli e dell’area di scambi tra la Valsesia, il Lago Maggiore e la Lomellina. La posizione nodale, nell’ambito della costituzione del ‘triangolo industriale’ nel Nord-Ovest dell’Italia, ha poi determinato l’espansione lungo assi di collegamento diretti a Milano, Torino e Genova; inoltre N. si è affermata come nodo di scambi lungo la direttrice di traffico che corre fra Genova e l’Europa centro-settentrionale. La popolazione è sostanzialmente stazionaria, dopo fasi di decremento protrattesi fino agli anni 1980. La città ha registrato processi di riqualificazione funzionale, soprattutto in relazione ai tradizionali settori del terziario locale: attività commerciali e socioculturali (nel campo editoriale è sede dell’Istituto Geografico De Agostini). Importante è stata l’istituzione, nel 1998, dell’Università degli studi del Piemonte Orientale, di cui N. costituisce, insieme ad Alessandria e Vercelli, una delle sedi.
Di origine gallica o ligure, l’antica Novaria fu costituita in municipio da Cesare e divenne centro commerciale fiorente, sulla via da Milano a Vercelli, in epoca imperiale; nella 2ª metà del 4° sec. fu elevata a sede vescovile. Fece parte del ducato (poi gastaldato) detto di Bulgaria in età longobarda, e nel 10° sec. divenne capoluogo dell’omonima contea; ma continuò a essere governata dai suoi vescovi finché, ai primi dell’11° sec., vi si affermò il comune. Questo ricostruì la città distrutta dalle truppe dell’imperatore Enrico V (1110) e, dopo aver parteggiato per Federico Barbarossa, nel 1167 aderì, contro di lui, alla Lega Lombarda; al termine di lunghe lotte con Vercelli per il predominio nella Valsesia dovette sottomettersi ai Visconti (1ª metà 14° sec.). Seguì le sorti del ducato di Milano durante il regno di Luigi XII e l’alterna vicenda delle guerre tra Francesco I e Carlo V, restando infine in potere di quest’ultimo (1535), che nel 1538 l’eresse in marchesato per Pier Luigi Farnese; tornò poco dopo alla Spagna: nel 1714 per il trattato di Utrecht passò all’Austria e con la pace di Vienna (1738) fu incorporata, insieme a Tortona, allo stato dei Savoia. Dopo essere stata capoluogo del dipartimento dell’Agogna nel periodo napoleonico, ritornò nel 1814 ai Savoia.
Dei monumenti medievali rimangono il battistero, ottagonale, probabilmente del 10° e 11° sec. su pianta del 5° sec., con importantissimi affreschi raffiguranti l’Apocalisse, databili all’11° sec.; S. Gaudenzio, chiesa in origine romanica ma ricostruita fra il 1577 e il 1659, conserva pitture di G. Ferrari e di P.F. Morazzone.
N. fu un importante centro scrittorio nell’Alto Medioevo, da cui provengono alcuni dei più significativi codici miniati precarolingi e di età ottoniana eseguiti in Italia.
Battaglia di N. Si combatté il 23 marzo 1849, fra le truppe sarde comandate dal generale W. Chrzanowski e quelle austriache del maresciallo Radetzky; avvenuta 3 giorni dopo la scadenza dell’armistizio Salasco, decise le sorti della Prima guerra d’indipendenza. Nonostante il valore mostrato, l’esercito di Carlo Alberto fu sconfitto; seguiroo l’abdicazione del re e l’armistizio di Vignale.
Provincia di N. (1340 km2 con 364.980 ab. nel 2020). Fino al 1992 (istituzione della nuova prov. del Verbano-Cusio-Ossola) il territorio comprendeva 165 comuni, una superficie di 3593,9 km2 e una popolazione di 507.367 ab.; da quell’anno il numero dei comuni è sceso a 88 unità e sono venuti meno il confine settentrionale con la Svizzera, il versante alpino, il settore settentrionale del Lago d’Orta e, quasi per intero, la sponda occidentale del Lago Maggiore. Dopo il riassetto dei confini il territorio provinciale interessa l’area della pianura diluviale e alluvionale compresa tra i fiumi Sesia e Ticino, estesa, a S, fino al margine settentrionale della Lomellina e attraversata da canali artificiali, tra i quali notevole rilievo ha il Canale Cavour. L’apparato economico locale si è riorganizzato mediante interventi di ristrutturazione dei tradizionali comparti manifatturieri: nel tessile e nell’abbigliamento, nell’editoria e nella meccanica specializzata (macchine per la stampa e utensileria). Nel contesto di un potenziamento delle infrastrutture di servizio richieste dall’adozione di elevate tecnologie, sono stati realizzati parchi scientifico-tecnologici legati alla chimica, in particolare nel campo della chimica dei materiali, di tradizione locale. La provincia ha mantenuto e potenziato le relazioni di integrazione con l’area metropolitana milanese, in campo produttivo, commerciale, culturale e socioterritoriale.