Importante famiglia romana la cui vicenda è documentata con certezza dalla fine del sec. 10º. La potenza degli O. si affermò decisamente solo con Orso di Bobone (sec. 12º), parente di papa Celestino III, che lo protesse, e più ancora con il senatore Matteo Rosso (v.), che determinò l'indirizzo politico guelfo della famiglia e l'antagonismo ai Colonna, continuato dai cardinali Giovanni Gaetano (poi Niccolò III, v.), Matteo Rosso (v.), Napoleone (v.). Nel conclave del 1305 però, dopo la morte di Bonifacio VIII, in opposizione a Matteo Rosso, Napoleone sostenne l'elezione al pontificato del francese Bertrando di Got (Clemente V) e il conseguente trasferimento della curia pontificia ad Avignone. Intanto in Roma, nel sec. 14º, gli O. continuarono la loro opposizione all'Impero, impedendo, tra l'altro, l'ingresso a Roma di Enrico VII; e solo l'episodio di Cola di Rienzo li costrinse ad avvicinarsi per poco tempo ai loro acerrimi nemici, i Colonna. Tornati i papi in Roma, gli O. rimasero loro strettamente fedeli, fornendo alla Chiesa abili e valorosi uomini d'arme come Niccolò (v.) e Paolo (v.), mentre la loro casa si imparentava coi Medici, quando Lorenzo il Magnifico sposava Clarice. Dopo una breve eclisse, per la persecuzione fatta da Cesare Borgia, che avvelenò Gentile Virginio (v.) e il cardinale Giambattista (v.) e fece strangolare Paolo (v.), gli O. riebbero potenza e ricchezza con Fabio (v.) che vendicò le vittime della sua famiglia, Gian Giordano (v.) che nel 1511 si rappacificò con i Colonna, con Lorenzo (v.), noto come Renzo di Ceri, e Napoleone (v.) che entrambi si opposero ai lanzichenecchi di Carlo V, al tempo del sacco di Roma (1527), con Camillo, governatore generale dello Stato della Chiesa sotto Paolo IV. Nel 1718 gli O. furono creati da Clemente XI principi assistenti al soglio. Sin dai tempi più antichi gli O. si sono divisi in numerosi rami di cui solo alcuni, e precisamente quelli dal sec. 13º in poi, sono storicamente certi: da Matteo Rosso senatore abbiamo il ramo di Monterotondo originato dal figlio Rinaldo e durato fino al 1650, quello dei conti di Nola, Pitigliano e Soana originato dall'altro figlio Gentile e il terzo dei duchi di Bracciano e di Gravina, originato dal terzo figlio Napoleone, conte di Gravina dal 1255, i cui discendenti nel ramo dei duchi di Bracciano si estinsero nel 1698, mentre in quello di Gravina, tuttora fiorente, continua la famiglia Orsini. Da Napoleone, fratello di Matteo Rosso senatore, si originò il ramo dei conti di Manoppello, estintosi nel 1553. Ma il ramo che più si distinse fu quello dei conti di Nola, che nell'Italia merid. acquistò grande potenza in seguito al matrimonio di Romano (v.) con Anastasia di Monfort che ebbe in eredità le contee di Pitigliano e Soana. Questo ramo ne originò molti altri, tra cui quello degli O. del Balzo (v.) e quello dei signori di Mugnano e marchesi della Penna, estintosi nel 1797. I conti di Nola si estinsero nel 1528; i conti di Pitigliano, che nel 1608 assunsero il titolo di marchesi di Monte San Savino, si estinsero nel 1640.