Pistorius, Oscar
Pistorius, Oscar. – Atleta sudafricano (n. Pretoria 1986). Campione paralimpico nel 2004 sui 200 m piani, nel 2008 sui 100, 200 e 400 m piani, nel 2012 sui 400 m e nella staffetta 4×100 m, deve tuttavia gran parte della fama che lo ha accompagnato a vicende più personali che sportive. A causa di una grave malformazione congenita ha avuto infatti entrambe le gambe amputate dall’età di 11 mesi, ma fin da ragazzo si è distinto per aver praticato diversi sport grazie alle protesi in fibra di carbonio, imponendosi all’attenzione del mondo sportivo internazionale non soltanto per i riconoscimenti conquistati in ambito paralimpico, ma anche per la richiesta di poter gareggiare con i normodotati. Le conseguenti vicende in ambito giuridico sono state complesse e clamorose, alimentando un dibattito articolato e assai controverso che, a parte gli aspetti di più immediata evidenza (il ruolo dello sport come forma di emancipazione, il rispetto delle regole e i rischi di ghettizzazione a esso connessi in casi particolari) è arrivato a toccare anche delicati temi bioetici: dal pericolo di imporre una sorta di ‘antropotecnica’ di segno bionico, all’invasività delle tecnologie, alle ridefinizioni del concetto di normalità, al ‘doping tecnologico’. Dopo alterne vicende che hanno visto principalmente coinvolte la IAAF (International association of athletics federation) e le corti sportive internazionali, P. si è visto riconoscere il diritto di partecipare alle Olimpiadi da una decisione del Tribunale arbitrale dello sport (TAS) nel maggio 2008. La vera innovazione consisteva nel riconoscimento che la normalità non è più soltanto quella naturalmente determinata, ma pure quella artificialmente costruita. Peraltro l’atleta non ha potuto gareggiare alle Olimpiadi di Pechino 2008 per il mancato conseguimento del tempo di gara minimo richiesto, ma ha partecipato ai Mondiali di Daegu nel 2011 in Corea (in cui con la propria nazionale ha vinto la medaglia d’argento correndo in batteria), e si è qualificato per i Giochi di Londra sia per la prova individuale sia per la staffetta: nella prima è stato eliminato in semifinale, nella seconda la sua squadra si è classificata all’ottavo posto in finale. P. ha però visto di colpo crollare il proprio mito a seguito di una clamorosa e tragica vicenda di cronaca che nel febbraio 2013 lo ha visto coinvolto nell'assassinio della fidanzata.