Ostia
Agglomerato urbano costituito dai due centri distinti, propriamente denominati Ostia Antica e Lido di Ostia, nel comune di Roma. Il primo include la zona archeologica con i resti della città romana, nonché l’abitato medievale e moderno a essa adiacente; il secondo si estende sul litorale tirrenico tra la foce del Tevere e la pineta di Castelfusano. La fondazione della città di O. Antica (lat. Ostia Tiberina, «Porte del Tevere») è attribuita dalla tradizione letteraria ad Anco Marcio: alcuni storici hanno pensato che la tradizione rappresenti un’antidatazione di una fondazione più tarda, altri ammettono l’esistenza di un santuario antico risalente al periodo regio e precedente la creazione della colonia, altri infine credono che il primitivo abitato fosse situato fuori della zona scavata finora (per es., sulla riva destra del fiume). Nel sec. 4° a.C., forse dopo la presa di Anzio nel 338 o poco prima, fu fondato, a 400 m dall’antica riva del mare, il castrum, cittadella a carattere prevalentemente militare. Sappiamo che nel 266 a.C. uno dei quaestores classici, detto quaestor ostiensis, risiedeva a Ostia; nel 217 la città provvedeva al vettovagliamento dell’esercito in Spagna, con navi poi catturate dai cartaginesi; nel 216 vi approdava la flotta di Gerone; nel 215 ne salpavano trenta navi per Taranto; nel 212 vi veniva depositato il grano proveniente dalla Sardegna e dall’Etruria; nel 211 da O. partiva Scipione per la Spagna; al tempo della guerra annibalica la città otteneva con Anzio l’esenzione dal servizio militare, ciò che dimostra l’importanza della sua funzione navale. Gli scavi hanno rivelato una progressiva espansione dell’abitato fuori delle mura del castrum nel corso dei secc. 3°-2° a.C., lungo le arterie principali di traffico. Queste arterie si trasformarono poi in vie urbane, mentre la città si sviluppava notevolmente nel sec. 1° a.C., tanto che Silla la cinse di un’ampia cerchia di mura, probabilmente dopo il saccheggio che Mario aveva fatto della città, partigiana di Silla. La città del sec. 1° a.C. allineava lungo queste vie ricche domus con atrio a peristilio, file di taberne porticate, edifici commerciali, magazzini: il carattere della città da militare si trasformava in commerciale. Con Augusto si ebbe un primo rinnovamento edilizio (teatro, con grande piazzale porticato); sotto Tiberio fu costruito il tempio di Roma e di Augusto, dinanzi al quale fu aperto un primo foro. Claudio creò il primo porto, a N della foce del Tevere, poi ampliato con grandioso bacino esagonale da Traiano. La città godette un periodo di grande floridezza sotto Adriano, gli Antonini e i Severi: sorsero allora grandiosi caseggiati per molte famiglie, quartieri di case a giardino, lunghi portici, molte terme; nel foro sorse un nuovo Capitolium. Durante il sec. 3° si moltiplicarono i mitrei (se ne sono ritrovati quindici), e alla fine del sec. 3° e durante il 4° furono ricostruite lussuosamente case signorili nel nuovo gusto del tardo impero, mentre con la riduzione dei traffici la città andava lentamente decadendo e spopolandosi. Massenzio nel 309 aprì una zecca a O., ma Costantino le tolse i diritti municipali dandoli a Porto. All’estrema periferia sudoccidentale dell’area monumentale è venuta in luce una sinagoga del 3°-4° secolo. Le tracce del cristianesimo sono scarse, più rilevanti le testimonianze extraurbane, come la basilica costruita in località Pianabella sul sito di una necropoli del 1°-2° sec. d.C. Sede vescovile attestata dall’inizio del sec. 4°, O. come tale ebbe molta importanza nei primi secoli dell’età cristiana, quando il vescovo di Roma era ordinato, di norma, da quello di Ostia. Devastata da Alarico nel 408 e da Vitige nel 537, decadde definitivamente come porto commerciale dopo che gli arabi si affermarono nel Mediterraneo occidentale (secc. 8°-9°) e per effetto del progressivo interramento del Tevere: verso l’830 la popolazione era ormai tutta raccolta entro il piccolo borgo fortificato, detto Gregoriopoli perché costruito da papa Gregorio IV, ai margini dell’antica città, a protezione di Roma dalle incursioni saracene. Nell’849 la flotta di Napoli, Gaeta e Amalfi vinse in una celebre battaglia navale presso O. gli arabi, che furono sconfitti ancora in quelle acque nell’888 dai cristiani. La città continuò a decadere e nel 1150 perdette la stessa sede episcopale, trasferita a Velletri (fu di nuovo separata da questa diocesi nel 1914 da Pio X, che l’assegnò al cardinale decano). Nel 1327 fu presa e saccheggiata dai genovesi e nel 1328 da Roberto re di Napoli, in lotta contro il papato avignonese; risorse nel 1483 come fortezza, per iniziativa del cardinale Giuliano della Rovere (il futuro papa Giulio II).