Fisico e patriota (Novara 1791 - Pisa 1863). Assistente (1813) all'osservatorio di Brera, nel 1823 fu costretto a lasciare l'Italia perché sospetto alla polizia austriaca. Esule a Ginevra e a Londra, fu poi (1827) prof. di astronomia e di fisica all'univ. di Buenos Aires; chiamato (1835) all'univ. di Bologna, si vide ritirare la nomina dal governo pontificio; nel 1840 fu chiamato a insegnare all'univ. di Pisa, dove rimase fino alla morte. Partecipò alla guerra del 1848 e alla battaglia di Curtatone e Montanara, alla testa del battaglione universitario. Si devono a M. importanti studî sulle funzioni iperboliche, sui triangoli sferici, sulle orbite delle comete, sulla rotazione solare, sulle tensioni dei vapori saturi, sul moto dell'acqua nei canali. Ma i suoi maggiori contributi scientifici riguardano il campo dell'ottica (teoria degli strumenti ottici) e dell'elettrologia; una sua famosa memoria del 1836 è la base delle teorie ottocentesche sui dielettrici: in essa si giunge a una nuova teoria delle forze molecolari e se ne dà lo sviluppo analitico. Nel 1867 Clausius riprese la teoria e riuscì a ricavarne una formula (equazione di Clausius-M.: v. Clausius, Rudolf Julius Emanuel) che collega la densità e la costante dielettrica.