Scrittore italiano (Roma 1924 - Milano 2002). Trasferitosi, dopo la laurea in lettere, a Milano (1948), vi iniziò l'attività giornalistica. Il mondo della tecnica e dell'industria, scoperto anche grazie alla direzione del mensile La Scienza Illustrata, occupa un posto centrale nella fase iniziale della sua produzione: O. fu infatti tra i primi ad affrontare narrativamente i temi, cruciali per il secondo Novecento, dello sviluppo selvaggio dell'industrializzazione e dell'alienazione del mondo operaio (Tempi stretti, 1957; Donnarumma all'assalto, 1959). A partire dalla metà degli anni Sessanta, O. trovò nella passione per la psicologia, unita a un intenso autobiografismo, un nuovo terreno di esplorazione; con L'irrealtà quotidiana (1966), saggio romanzesco sulla "malattia morale", ottenne il premio Viareggio. All'insegna del viaggio nei meandri di una psiche lacerata furono anche il suo esordio poetico (Il pensiero perverso, 1971) e Il campo di concentrazione (1972), diario di un lungo ricovero per una grave depressione. Punto d'arrivo della sua scrittura è l'originale unione di prose e versi de Il poema osceno (1996).