PAGO (in croato Pag; A. T., 24-25-26)
Una delle maggiori isole dell'arcipelago settentrionale dalmata (kmq. 287). Di forma allungata, essa ha un perimetro molto articolato da estesi valloni, specie sul lato NE., che si affaccia sul canale della Morlacca, sotto i precipiti versanti continentali delle Alpi Bebie (Velebit). Quest'isola è costituita da una duplice piega compressa di dolomia cretacica all'estremità settentrionale (che s'innalza a m. 199 al M. Grasso) e di calcari a rudiste in quella meridionale (fino a m. 348 al M. Vito), con sinclinali di arenarie eoceniche, ricoperte da sedimenti sabbiosi diluviali, nei quali è scavato l'allungato vallone di Pago, a oriente, e di Polliana Vecchia a mezzogiorno.
Pago rappresenta la continuazione, in parte sommersa, del bassopiano costiero zaratino, da cui è separata dai canali articolati di Polliana Nuova, di Ljurač e di Ljubač; mentre il profondo ma ristretto canale della Morlacca, la separa dalla terraferma della Croazia e dall'isola di Arbe.
Il clima è mediterraneo; ma d'inverno il lato orientale, sottoposto alla bora violentissima, ha temperature più basse che il lato riparato occidentale; le piogge, per l'influenza dei vicini rilievi dei Velebit, si aggirano fra i 1000 e 1500 mm. annui, in gran parte autunnali e invernali; rare sono le nevi.
Il terreno è quasi tutto arido, e carsico sui rilievi calcari cretacei, nelle sinclinali le sorgenti affiorano al contatto delle marne con le alluvioni. Numerose sono le sorgenti nei calcari lungo le coste.
La vegetazione è di tipo mediterraneo a foglie sempreverdi, Con olivi e qualche zona coperta di macchia all'estremità settentrionale; ma in genere i calcari carsici sono nudi, mentre le sinclinali marnose interne hanno vegetazione esuberante, specie nelle zone alluvionali ricche d'acqua.
Le colture, assai scarse e limitate alla sinclinale interna (meno del 5% dell'area totale), comprendono cereali e piante da frutto (fichi), ma predominano quelle mediterranee dell'olivo, specie a SO. dell'isola, e della vite, che però fu devastata dalla fillossera. Ora i vigneti si stanno ricostituendo nelle zone meno aride, dove si coltiva pure il mais.
L'allevamento delle pecore avviene sui pascoli magri dei rilievi carsici (75% dell'area), ma nelle depressioni marnose si ha anche qualche prato, con bovini allevati in stalla.
Notevole l'industria delle saline, in una depressione salmastra a sud di Pago; l'economia è però povera e numerosa è l'emigrazione.
La scarsa popolazione va diminuendo: essa era di 7462 ab. nel 1921 e di 4349 nel 1931 (15 per kmq.), in gran parte Croati e raggruppata nei centri maggiori di Pago, Novaglia e Colane, dove al principio di questo secolo vivevano anche Italiani. I centri sorgono presso la depressione interna più fertile, che è raggiunta dal mare, e si allineano al contatto fra le marne e le zone carsiche.
Già dell'Impero d'Oriente fino al sec. XI, poi veneziana fino all'aggregazione della Dalmazia all'Austria, dal 1919 quest'isola appartiene al regno di Iugoslavia e dal 1929 fa parte del banato della Sava.
Pago, il capoluogo dell'isola, sorse nel sec. XV al fondo meridionale del vallone omonimo, su uno stretto istmo che separa il vallone dalle saline interne, collegato per mulattiera a Porto Cassione sulle coste occidentali dell'isola. È città di tipo veneziano, dove sono notevoli la chiesa collegiale e il palazzo del conte. All'estremità settentrionale sorge Novaglia (ab. 1680), sulle alture che dominano il vallone omonimo, dove era una stazione navale romana (Navalia) e dove rimangono le rovine di un campo militare e di un acquedotto. Notevole è qui l'industria dei merletti.
Bibl.: Ed. Brückner, Dalmatien und das österreichische Künsteland, Vienna 1911; G. Dainelli, La Dalmazia, Novara 1918; id., Fiume e Dalmazia, Torino 1925; B. Ž. Milojevič, Littoral et îles dinariques dans le Royaume de Yugoslavie, Belgrado 1933.