PALLA a NUOTO (ted. Wasserballspiel; ingl. water polo)
Giuoco a squadre di sette nuotatori, che cercano di lanciare un pallone nella porta avversaria. Questo giuoco, che ricorda in molte regole quello del calcio, è sorto in Inghilterra poco prima del 1860 ed ha avuto diversi nomi, fra i quali quello più preciso ma disusato dí aquatic handball. Nel 1885 esso ha subito una nuova regolamentazione più simile a quella odierna. La prima partita internazionale fu giocata nel 1890 fra la Scozia e l'Inghilterra e fu vinta dalla prima per 4 a 0. In Italia il giuoco cominciò a essere coltivato nel 1909, a Roma, Milano, Genova, Napoli. Il primo campionato italiano si svolse nel 1912, e fu vinto dalla squadra del Genoa, che batté quella della R.N. Partenope.
L'Inghilterra, culla di questo sport, volle isolarsi dalle altre nazioni nel praticarlo, e perdette così a poco a poco l'antica supremazia. Oggi maestri indiscutibili del giuoco sono gli Ungheresi, che si sono affermati in modo schiacciante negli ultimi campionati europei e nelle Olimpiadi.
In Italia l'attività sportiva in questo campo, non molto intensa, è regolata dalla Federazione italiana del nuoto, con sede in Roma. Finora i progressi sono stati lenti, sia per la mancanza di buoni nuotatori di velocità, sia per i sistemi di giuoco violento dai quali non si è ancora giunti ad affrancarsi. La palla a nuoto, giocata correttamente, è uno sport completo che dà una grande dimestichezza con l'acqua, è un esercizio efficacissimo per la preparazione al salvataggio, e, secondo ricerche recenti, è l'esercizio sportivo che contribuisce ad arricchire maggiormente il sangue di emoglobina: cosa comprensibile, data l'intensità del lavoro respiratorio, cardiaco e muscolare che esso esige.
La palla a nuoto richiede un arbitro, due giudici di porta, un cronometrista e due squadre di sette giocatori ciascuna. Si giuoca in due tempi di sette minuti di giuoco effettivo, cioè neutralizzando la durata delle interruzioni. Fra i due tempi c'è un intervallo di tre minuti.
Ogni squadra si dispone con un portiere, due terzini, un sostegno, tre avanti. Gli avversarî si distinguono dal colore dei berretti, che è bianco per gli uni, turchino per gli altri, rosso per i due portieri. Durante il giuoco tutti devono galleggiare, e solo i portieri possono prendere appoggio sul fondo. La lunghezza del campo è abitualmente di un terzo maggiore della larghezza; il più spesso le misure sono di m. 18 per 27. Le porte, larghe 3 m. e alte 90 cm. dal pelo dell'acqua, sono galleggianti. Il campo può essere fisso in una piscina o galleggiante, limitato da legni galleggianti o da corde infilate in sugheri. Ai suoi limiti sono fissate bandierine che delimitano la metà campo, gli angoli, e due linee, una a m. 4 l'altra a m. 2 dalle linee di fondo.
L'arbitro getta la palla nel centro del campo o ve la libera con speciali apparecchi, e fischia. I giocatori si slanciano allora dalla linea di fondo e incominciano il giuoco, ordinato da un complesso regolamento.
Data la difficoltà di allenare una squadra di palla a nuoto e la spesa dei viaggi, sono state recentemente provate con buon esito partite giocate da soli cinque giocatori per squadra.
Bibl.: E. Boero, La palla a nuoto, Genova s. a.; A. Delahaye, Le water-polo, Anversa s. a.; F. Sachs, The complete swimmer, Londra 1923; M. Nussbaum, Lehrbuch des Wasserballspiels, Lipsia 1930. Cfr. inoltre le Rules of Water Polo della Amateur Swimming Association (annuale), e il Regolamento tecnico della Federazione italiana del nuoto.