PAMPLONA
Città della Spagna settentrionale, capoluogo della prov. di Navarra, P. sorge su di una collina circondata su due lati dalla valle del fiume Arga.Sembra che la fondazione della città risalga a epoca romana, forse al tempo di Pompeo Magno, intorno al 75 a.C.; il foro del nucleo urbano antico si sarebbe trovato nella zona dell'od. cattedrale. La continuità di insediamento si mantenne in epoca visigotica e sopravvisse anche all'invasione musulmana, cosicché già agli inizi del sec. 10° P. costituì il nucleo di un nascente regno che nel 924 resistette agli attacchi dell'omayyade ῾Abd al-Raḥmān III, anche se la città fu distrutta.La fisionomia urbana di P. si ricostituì solo nel sec. 11° inoltrato, in buona parte grazie all'arrivo di immigrati provenienti dalla Francia meridionale, circostanza che fu alla base del formarsi di nuovi quartieri, come quello di San Cernin. Allora P. si trasformò anche in un'importante tappa del Camino de Santiago e questo spiega la sua importanza nel periodo romanico, contrassegnato dalla costruzione della cattedrale. Di questo edificio, eretto sotto gli auspici del vescovo Pedro de Rodez (1083-1115), si conservano alcuni capitelli (Mus. de Navarra). Si trattava di una grande chiesa a tre navate, nella quale intervenne il maestro Stefano, noto anche per i suoi lavori a Santiago de Compostela. Un riflesso del suo intervento è stato individuato proprio in questi capitelli doppi, che si trovavano originariamente nel chiostro; essi presentano scene dell'Antico Testamento (Giobbe) e del Nuovo (Deposizione, Sepoltura), interpretate con un naturalismo molto riuscito, visibile anche nei motivi vegetali.Con il sec. 13°, segnato dal consolidamento dei regni cristiani a seguito della vittoria contro gli Almohadi a Las Navas de Tolosa (1212), ebbe inizio per la Navarra uno splendido periodo per l'arte gotica.Tra i secc. 13° e 15° nei quartieri di P. vennero costruite numerose chiese, tra cui San Nicolás, San Lorenzo e la suggestiva San Saturnino. Quest'ultima, originariamente costruita in forme romaniche, subì notevoli danni nel 1296 durante la guerra della Navarrería e venne subito ricostruita con un'ampia navata a due campate, coperta da una volta esapartita, e con un originale capocroce con cappella assiale a terminazione pentagonale, affiancata da due absidiole poligonali e da altre due, a pianta quadrata, alla base delle torri. Il portale, del sec. 13°, presenta Cristo Giudice nella lunetta, un Calvario nella parte superiore ed episodi dell'Infanzia e della Passione di Cristo nei capitelli.Il principale fulcro dell'attività artistica in città tra il sec. 13° e il 15° fu la cattedrale, con la ricostruzione dell'edificio principale e la realizzazione del chiostro, dei suoi annessi, delle tombe e dei complessi scultorei e pittorici complementari. Il rinnovamento del complesso cominciò dal chiostro, danneggiato nella guerra della Navarrería. Ai tempi del vescovo Arnaldo de Barbazán (1317-1355), di origine francese, sul lato orientale venne costruito il corpo di fabbrica destinato a sala capitolare e luogo di sepoltura del prelato: il portale d'accesso dal chiostro è fiancheggiato dalle figure di S. Pietro e S. Paolo; l'interno, ampio ed elevato, è a pianta quadrata ed è coperto da una volta a crociera a nervature multiple, disposte a formare una stella a otto punte. I costoloni ricadono su mensole riccamente decorate da sculture che richiamano quelle del sepolcro del vescovo fondatore, opera attribuita allo scultore Diego de Astrain.Lungo il lato meridionale del chiostro trovarono collocazione alcuni annessi a carattere funzionale (dormitorio, refettorio, cucina), rari nelle cattedrali spagnole, necessari per la vita conventuale condotta dai canonici fino a epoca molto avanzata. Il portale del dormitorio, dedicato alla Vergine, titolare della cattedrale, noto come Puerta Preciosa, in virtù della sua ricca decorazione scultorea, presenta nei piedritti le figure della Vergine e dell'arcangelo Gabriele, negli archivolti piccole statue sotto baldacchini a traforo e nell'ampia lunetta una composizione a quattro zone sovrapposte culminante nell'Incoronazione della Vergine.All'estremità opposta del lato meridionale del chiostro si apre la porta di accesso al refettorio, con le raffigurazioni della Chiesa e della Sinagoga nei piedritti e l'Entrata a Gerusalemme e l'Ultima Cena nella lunetta. L'interno, che ospita il Mus. Diocesano, è costituito da un'ampia navata rettangolare divisa in sei campate con volte a crociera ogivali, poggianti su grandi mensole istoriate; nella penultima campata è situata la tribuna del lettore, il cui mensolone inferiore presenta eccellenti rilievi. Sulle pareti si stendeva un'importante decorazione pittorica, ora al Mus. de Navarra, datata 1330 e firmata da Juan Oliver, che seguì un chiaro stile gotico lineare nelle scene della Vita di Gesù, fiancheggiate da figure di profeti, con musici e temi araldici nella zona inferiore. Queste pitture sono da porre stilisticamente in relazione con la cultura pittorica inglese del 1300 ca., con quella dei centri della Linguadoca e, soprattutto, con Avignone. Le figure, delineate su un fondo monocromo, sono improntate a una policromia senza stridori, con delicate sfumature in rosso e azzurro. Al medesimo stile sono riferibili i resti della decorazione pittorica del chiostro, di poco posteriore, così come la raffigurazione dell'albero di Iesse, anch'essi ora al Mus. de Navarra.Annessa al refettorio è la cucina, esemplare unico nelle cattedrali spagnole e simile a quelle di alcuni grandi monasteri cistercensi: è un ambiente a pianta quasi quadrata con gli spigoli smussati, coperto da una volta a profilo fortemente oltrepassato che incanalava i fumi verso uno slanciato pinnacolo traforato.Ancora nel chiostro vanno segnalate altre due opere di scultura. La prima è il gruppo dell'Epifania, eseguito dal francese Jacques Perut nell'ultimo quarto del sec. 14°, composto da quattro figure isolate e addossate al muro (Vergine con il Bambino, un Mago inginocchiato e due in piedi). La seconda è il portale d'ingresso verso la cattedrale, con la Madonna del Rifugio nel trumeau, le consuete figure sotto i baldacchini negli archivolti e la Dormizione della Vergine nella lunetta. Il rilievo molto mosso mostra la penetrazione di un espressionismo di origine germanica, anche se l'influenza prevalente nella seconda metà del secolo continuava a essere quella francese. Influsso borgognone presenta invece il sepolcro del vescovo Miguel Sánchez de Asiain (m. nel 1364), decorato con pitture murali (Mus. de Navarra).Per completare il quadro artistico di P. e della Navarra nei secc. 13° e 14° occorre inoltre citare opere come la Virgen del Sagrario (sec. 13°) della cattedrale, scultura in legno ricoperta d'argento, la cui alta qualità esecutiva è parallela a quella del reliquiario di San Saturnino, ora al Mus. Diocesano, recante le insegne regali di Carlo II, detto il Malvagio (1349-1387). Ancora maggiore l'interesse dei due reliquiari del Mus. Diocesano, opera di botteghe francesi del sec. 13°-14°: il primo, quello del Santo Sepolcro, in argento dorato e smalti, con la raffigurazione delle tre Marie all'interno di una struttura architettonica, di puro stile gotico, potrebbe essere stato un dono del re di Francia Filippo IV il Bello (1285-1314) e di sua moglie Giovanna di Navarra; il secondo, detto del Lignum Crucis, in argento e smalti, ancora di schema architettonico, con serie di archi, pinnacoli e archi rampanti, presenta un'iconografia incentrata sul tema della Passione. A questo gruppo di opere si deve infine aggiungere il calice di argento dorato, opera di Fernando de Sepúlveda, donato dal re di Navarra Carlo III, detto il Nobile (1387-1425), alla chiesa di Santa María a Ujué e oggi conservato nel Mus. de Navarra.Nel 1390 la cattedrale romanica crollò, a eccezione della facciata e del capocroce, e nel 1394 venne avviata la costruzione della nuova chiesa gotica, forse secondo disegni di Perrin de Simur e sotto la protezione del re Carlo III, le cui armi figurano nella navata destra e in quella centrale. A partire dal 1439 l'opera fu diretta da Janin Lomme di Tournay, con altri maestri francesi o iberici. Durante l'episcopato di Sancio Sánchez de Oteiza (1420-1425) si chiusero le volte della navata destra e delle cappelle contigue; la parte della chiesa compresa tra i pulpiti, l'altare e il capocroce fu terminata tra il 1486 e il 1513.Risultato di questa complessa storia costruttiva è un edificio singolare, semplice e severo, a tre navate, con quella centrale più alta e larga delle laterali; su queste ultime si aprono, tra i contrafforti, alcune cappelle rettangolari. Il transetto emerge rispetto al corpo longitudinale in pianta e in alzato; la cappella dell'altare maggiore è poligonale e sull'asse presenta un vertice, contrassegnato da un pilastro, in luogo del lato del poligono, come avviene abitualmente. La singolarità si accentua nelle quattro campate del deambulatorio, che formano, insieme alle cappelle che vi si aprono, esagoni irregolari, di modo che la metà anteriore serve da deambulatorio e quella posteriore da cappella. Le navate sono costituite da sei campate, di forma rettangolare quelle della maggiore e quadrangolare quelle delle laterali; la navata maggiore è priva di triforio e tutte le volte sono semplici, a crociera ogivale, tranne quella centrale del transetto e quella sovrastante l'altare maggiore, che presentano nervature multiple a forma di stella.Nella navata centrale si trova il sepolcro di Carlo III e di sua moglie Eleonora di Castiglia, capolavoro dello scultore Janin Lomme di Tournay, capomastro della cattedrale e attivo in Navarra tra il 1411 e il 1444. Nelle parti frontali si collocano figure di incappucciati e piangenti, di ascendenza gotico-borgognona, le cui delicate qualità si accentuano nelle figure giacenti dei reali. Si può attribuire allo stesso scultore la tomba del vescovo Sancio de Oteiza, anch'essa nella cattedrale, con la statua giacente del prelato vestito in abito da cerimonia e il corteo funebre disposto a modo di fregio continuo nell'arcosolio. Chiude la serie il sepolcro doppio, collocato nel chiostro, appartenente forse a Lionello di Navarra e a sua moglie, con austere figure di giacenti cui si contrappongono, nella parte alta, deliziose figure di spirito francese.Nel Mus. de Navarra sono conservate importanti opere d'arte provenienti dal territorio circostante, tra cui alcuni capitelli e altri elementi della decorazione architettonica appartenuti alla moschea maggiore di Tudela, città navarrese sulla sponda dell'Ebro, che consentono di apprezzarne l'importanza nell'ambito dell'arte ispano-musulmana del 9° secolo. Un'altra eccellente opera è costituita dalla cassetta in avorio a medaglioni istoriati (1005), detta lo scrigno di P., opera di una bottega cordovana di Madīnat al-Zahrā' e proveniente dal monastero di San Salvador a Leyre.Le collezioni del museo ospitano inoltre diverse testimonianze di arte romanica in questi territori: oltre ai capitelli provenienti dal chiostro della cattedrale di P., vanno ricordati i rilievi provenienti da San Miguel de Villatuerta, opera del sec. 11°, di estrema rozzezza, ma di grande interesse iconografico. Un'importante testimonianza della complessità delle relazioni artistiche in quest'epoca è costituita dall'antependium con smalti (1175-1185), proveniente dal santuario di San Miguel in Excelsis, opera di botteghe del monastero castigliano di Silos o di Limoges.
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