CARONNI, Paolo
Nato a Monza il 26 genn. 1779, visse a Milano; frequentò, all'Accademia di Brera, la scuola d'incisione diretta allora da Giuseppe Longhi, suo concittadino e cugino, e fu tra gli allievi che più si distinsero. Il C. appartiene al gruppo degli incisori lombardi del periodo neoclassico che usarono il bulino con stupefacente maestria per farne strumento di riproduzione secondo gli ideali che erano stati codificati da F. Milizia nell'Arte di vedere nelle Belle Artidel disegno secondo i principi di Sulzere di Mengs…, Venezia 1781. G. Ferrario, studioso dell'arte calcografica, legato al C. da stima e amicizia, si diffonde ampiamente a descrivere le opere dell'artista, che assommano ad una ottantina.
Nei primi lavori vi fu l'intervento del Longhi per ritocchi o correzioni; così nel ritratto di Rembrandt con cappello, alla acquaforte, eseguito nel 1804 circa, apprezzato dal Longhi tanto che lo volle acquistare. Di un'altra incisione da Rembrandt, il Filosofo in contemplazione, dipochi anni posteriore, il Longhi eseguì la testa e le mani e accordò l'insieme. Ancora allievo, dell'Accademia nel 1812, il C. vi espose al concorso annuale Venere allatta Amore, dal Parmigianino, che la commissione giudicò meritevole di premio "per l'evidente facilità dimostrata nell'uso del bulino, anche se non perfetta, nel disegno e nella direzione dei tagli". Due anni dopo si presentò allo stesso concorso con Venere disarma Amore, che fa da riscontro alla precedente, da G. C. Procaccini (con qualche modifica). Ambedue dedicate al duca Litta Visconti Arese, le incisioni ritraggono quadri della sua galleria e furono scelte per la collezione che il generale marchese F. Manfredini legò al seminario di Padova nel 1828.
Il C. si dedicò fin dagli esordi anche alla produzione di ritratti, in gran parte incisi da proprio disegno. Quattro ne eseguì per la serie dei 25 Illustri di ogni Nazione; trentasei per i Classici italiani (Milano, 1802-14, collezione promossa da G. Ferrario in società con I. Giusti e F. Melzi); sei per Vite e ritratti di illustri italiani (I, Padova 1812; II, Milano 1820). Fra i ritratti esposti ai concorsi di Brera figurarono PietroMetastasio (1812) e l'imperatrice MariaTeresa d'Austria (1815). Molto ben riuscite sono le incisioni ritraenti la coppia vicereale: Augusta Amalia diBaviera, da disegno di A. Locatelli, del 1808, e Eugenio Beauharnais, del 1810, che furono entrambi eseguiti sotto la direzione del Longhi. Seguendo il gusto del tempo, il C. si dedicò anche alla riproduzione di quadri famosi: nel 1817 fu esposta a Brera La tenda di Dario, da Le Brun, che il C. aveva reintagliato da una celebre stampa di G. Edelinck. Fu realizzata quell'anno la Madonna con il Bambino, da Raffaello. Con il passare del tempo il C. si affinava nella difficile arte del bulino e cresceva la sua notorietà tanto da esser in grado di dedicare le sue opere all'imperatore, a principi, ad autorità. Nel 1816 dedicò a Francesco I La Madonna con Bambino e s. Giovannino, dal Sassoferrato, intitolata: Ego dormio et cor meum vigilat. Ancora a Francesco I chiese ed ottenne, nel 1825, di dedicare l'incisione La visione d'Ezechiello, da Raffaello. Presso l'Arch. stor. civico di Milano è conservata la lettera di accettazione della dedica da parte dell'imperatore, che gradì l'omaggio e ricambiò con una tabacchiera d'oro; l'Ateneo di Brescia lo volle socio e gli assegnò una medaglia nel 1827. Lo stesso soggetto era stato inciso dal Longhi in una stampa di formato più piccolo. Nel 1827 riprodusse su rame il ciclo del Rattod'Europa, letempere che A. Appiani aveva eseguito nel 1778 per il conte E. Silva (Venere e Amore consolano Europa; Le ninfe inghirlandano il toro; Europa si asside sul toro; Il toro in mare), disegnate da V. Raggio e dedicate al viceré arciduca Ranieri Giuseppe; oltre alle figure, sono molto ben delineati gli sfondi con paesaggio. Sotto la direzione del Longhi incise da due dipinti del Cerano, S. Carlo vende il principato d'Oria e S. Carlo fonda la Congregazione della dottrina cristiana.Stampe piuttosto impegnative per il numero di figure che le affollano sono Il trionfo di Davide, dal Domenichino, disegnata da A. Durelli, esposta a Brera nel 1831, dedicata al principe di Metternich, e l'Adorazione del vitello d'oro, da N. Poussin, disegnata da V. Raggio.
Fu abilissimo nel tratteggiare a penna, simulando la tecnica incisoria: si possono ricordare la Madonna del lago, da Leonardo da Vinci, La Maddalena, dal Correggio, e Maria Vergine con il Bambino, da Raffaello: le due ultime, disegnate su pergamena, furono presentate al concorso annuale dell'Accademia di Brera nell'anno 1838.
La Raccolta delle stampe Bertarelli di Milano possiede gran parte della produzione del C. e, di alcuni esemplari, vari stati. Sono soprattutto le prove di artista che danno la possibilità di apprezzare la maestria con cui stendeva sul foglio il tratteggio del reticolo, secondo le precise norme dettate dal Longhi, con tratti ora rettilinei, ora curvilinei, incrociati, in diagonale, in quadrati più radi o più fitti a seconda che dovessero render le carni o la morbidezza di una pelliccia, la varietà dei broccati e dei pizzi, l'ondulazione delle parrucche, la lucentezza delle sete.
La morte colse l'artista, nel pieno fervore di attività, a Milano il 2 maggio 1842. Ebbe una vita piuttosto fortunata; la cultura letteraria gli accrebbe la già numerosa cerchia di amici anche fuori dal campo legato strettamente alla calcografia. Fu consigliere ordinario dell'Accademia di Brera.
Fonti e Bibl.: Gazz. privileg. di Milano, 11maggio 1842 (necrol.); Milano, Arch. stor. civ., Istruzione, 112/2b: Lettere relat. a dediche di stampe;Ibid., Acc. di Belle Arti, Atti, 1812, pp. 50, 58; 1814, p. 53; 1815, p. 65; 1817, p. 49; 1818, p. 41; 1822, p. 38; 1824, p. 48; 1829, p. 55; 1831, p. 74; 1838, p. 48; G. Acerbi, Discorso proemiale al terzo anno del Giornale… intitolato Bibl. Italiana…, Milano s.d. (ma 1818), p. 34; [A.] Neu-Mayr, Cenni sulle moderne stampe classiche. Epoca quarta…, Venezia 1833, pp. 9, CXLVIII; G. K. Nagler, Neues allgemeines Künstlerlexicon, II, Leipzig 1835, p. 443; G. Ferrario, Le classiche stampe…, Milano 1836, pp. 82-86; G. Beretta, Della vita, delle opere ed opinioni del cavaliere G. Longhi, Milano 1837, pp. 36, 187; F. S. Vallardi, Manuale del raccoglitore e del negoziante di stampe…, Milano 1843, p. 54; A. Caimi, Delle arti del disegno e degli artisti nelle provincie di Lombardia dal 1777 al 1862, Milano 1862, p. 140; L. Malvezzi, Le glorie dell'arte lombarda…, Milano 1882, p. 295; A. Melani, Nell'arte e nella vita, Milano 1904, pp. 284, 291; C. Alberici, La scuola d'incisione dell'Accad. di Brera nel periodo neo-classico, in Arte lombarda, V (1960), pp. 110 s.; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, VI, p.31; L. Servolini, Diz. illustrato degli incisori italiani moderni e contemporanei, pp. 167 s.