IMBRIANI, Paolo Emilio
Nato a Napoli il 31 dicembre 1808, morto ivi il 3 febbraio 1877. Il padre, Matteo, fu deputato al parlamento napoletano del 1820-21. Dopo che fu restaurato l'assolutismo nel 1821, l'I. seguì il padre nell'esilio a Roma e a Firenze e, in seguito all'amnistia concessa da Ferdinando II, tornò a Napoli. Si occupò di studî letterarî, collaborando al Progresso e alla Temi Italiana con articoli di esegesi dantesca e d'altro argomento. Scrisse anche d'etica e compose versi d'intonazione filosofica (Napoli 1863, a cura di R. Ghio); ma preferì gli studî di filosofia del diritto, non riuscendo per altro a mettere insieme nessun'opera organica, causa l'indole del suo ingegno e la disposizione a operare più che a speculare. Nel 1848 fu deputato per Napoli e Avellino e ministro dell'Istruzione nel gabinetto Troya. Costretto ad andare in esilio durante la reazione, visse dapprima a Parigi, poi a Nizza, da ultimo a Torino. Aderì al programma della Società nazionale e nel 1860 fu eletto deputato per il primo collegio di Pisa, nella cui università tenne la cattedra di filosofia del diritto. Dopo la liberazione delle Due Sicilie tornò a Napoli. Nelle elezioni del 1861 riuscì deputato di Avellino, di Montesarchio e di Afragola, ma optò per Avellino. Fu anche ministro della Luogotenenza per la Pubblica Istruzione e riordinò l'università di Napoli, nella quale insegnò filosofia del diritto e diritto costituzionale, e gli altri istituti d'istruzione del Mezzogiorno. Ricompose l'antica Accademia borbonica nella nuova Società Reale. Fu inoltre sindaco e presidente del Consiglio provinciale di Napoli e tenne il rettorato di quell'università. Il 24 maggio 1863 fu nominato senatore del regno.
Bibl.: F. Pepere, Elogio di P. E. I., in atti della R. Accad. di scienze mor. e pol. di Napoli, XVII (1883); A. Mellusi, Il monumento a P. E. I., in Riv. stor. del Sannio, I (1914-15), e poi in vol. (Benevento 1917); B. Croce, Una famiglia di patrioti, Bari 1919.