RICCI, Paolo
Ebreo di origine tedesca convertito al cristianesimo, visse nella prima metà del Cinquecento. Dopo la sua conversione fu professore di filosofia all'università di Pavia, quindi medico dell'arciduca Ferdinando, che fu poi re di Germania. Per la sua inclinazione alla cabbala e all'astrologia ebbe una controversia con Giovanni Eck sull'esistenza della vita nei corpi stellari. Erasmo giudicò benevolmente il R., il quale difese lui e i suoi discepoli contro gli attacchi del prete Stefano. Come molti altri convertiti dal giudaismo, il R. si propose di convincere gli ebrei della verità del Vangelo; mise anche sull'avviso le nazioni cristiane sulla necessità di unirsi contro i Turchi, ch'erano allora il terrore dell'Europa. Il 13 luglio 1525 Ferdinando propose a Clemente VII il R. "suo medico e consigliere" come coadiutore del vescovo di Trieste, e il Vergerio nell'agosto 1533 pensava che l'avrebbe presentato di nuovo come vescovo nel caso della vacanza di quella sede; vacanza che allora non si avverò.
Il R. scrisse molto: l'opera più conosciuta è De porta lucis R. Josephi Cecatilia, Augusta 1516, libera traduzione di una parte dell'opera cabalistica Sha‛are 'Orah di Giuseppe Gikatilla (Reuchlin ne ebbe una copia, della quale si servì per il suo libro De arte cabalistica). Il R. disse d'avere avuto incombenza da Massimiliano I di tradurre in latino il Talmüd e nel 1519 ne pubblicò in Augusta i trattati Berakot, Sanhedrin e Makkot. Il suo De caelesti agricultura, lunga opera filosofica in quattro parti, fu dedicata a Carlo V e Ferdinando I (Augusta 1541, Basilea 1597). Fra gli opuscola varia c'è una dimostrazione ai giudei della verità del cristianesimo e un'introduzione alla cabbala (stampata la prima volta a Pavia nel 1510 e altre tre volte altrove). Altre opere ancora, in latino, scrisse il Ricci su varî argomenti religiosi, filosofici, cabalistici, stampate ad Augusta nel 1546 e poi a Basilea nel 1897.
Bibl.: The Jewish Encyclopaedia, X, 1905,p. 404; M. Premrou, Serie documentata dei vescovi triestini,Trieste 1924, parte 2ª, pp. 6 e 27 segg.