ADRIANO II, papa
Alla morte di Niccolò I (13 novembre 867), fu eletto il vecchio cardinale prete di S. Marco, Adriano, e consacrato il 14 dicembre. Continuò nelle medesime direttive tracciate dal suo grande predecessore, sebbene con minore energia. Rimase al suo fianco Anastasio il bibliotecario (v.), che tanta parte aveva avuto nei consigli di Niccolò I; e vi rimase anche dopo che suo fratello Eleuterio portò il lutto e il disonore nella famiglia di Adriano. Per influsso di Anastasio, il papa si mantenne in buoni rapporti coll'imperatore Lodovico II, sino anche a mostrarglisi parziale contro Carlo il Calvo. Nella questione di Lotario II, re di Lorena, che aveva allontanato la moglie legittima Teutberga, per convivere con Waldrada, Adriano condannò la condotta del re: il quale poi morì presso Piacenza, 8 agosto 869, ritornando dal viaggio che aveva intrapreso per andarsi a riconciliare col pontefice. In questa occasione, Adriano cercò di tutelare i diritti dell'imperatore Lodovico, di fronte agli altri parenti, ma senza riuscirvi. Anche quando Lodovico fu fatto prigioniero a tradimento da Adalgiso, duca di Benevento, mentre si preparava ad un'impresa contro i Saraceni del mezzodì (871), Adriano prese le sue parti. Nel frattempo, il pontefice aveva accolto a Roma Cirillo e Metodio, apostoli dei Moravi; e, morto il primo a Roma stessa (869), aveva consacrato Metodio arcivescovo di Pannonia e rimandatolo nel suo territorio di missione, con piena autorità di organizzarvi il regime ecclesiastico. Negli ultimi mesi di Niccolò I, Basilio il Macedone, impadronitosi dell'impero d'Oriente, aveva tolto la sede patriarcale a Fozio e rimessovi il legittimo patriarca Ignazio, che era sostenuto dalla S. Sede. Adriano, felicitandosi con Basilio, riaprì il giudizio contro Fozio, che fu condannato nel concilio costantinopolitano V, tenuto alla presenza dei legati papali, e fu inviato in esilio (869-870). Ma Ignazio non tardò a guastarsi con Adriano per la sua pretesa di intromettersi nell'ordinamento ecclesiastico della Bulgaria, già evangelizzata da missionarî romani e posta entro i limiti del patriarcato romano. Adriano non vide il termine di questa querela, perché morì il 14 dicembre 872; fu sepolto nel Vaticano.
Bibl.: Hadriani II papae epistolae, in Mon. Germ. Histor., Epist. VI, Berlino 1925, pp. 691-765; Liber Pontificalis, ed. Duchesne, II, Parigi 1892, p. 173 segg.; L. Duchesne, Les premiers temps de l'État Pontifical, Parigi 1911, p. 244 segg.; Hefele-Leclercq, Histoire des conciles, IV, Parigi 1910, p. 465 segg.; Jaffé, Regesta Pontificum Romanorum, I, Lipsia 1885, p. 368; F. Gregorovius, Storia di Roma nel medioevo, Roma 1900, p. 813 segg.