PARAGUAY.
– Demografia e geografia economica. Storia
Demografia e geografia economica di Anna Bordoni. – Stato interno dell’America Meridionale. Paese con bassa densità abitativa (6.917.579 ab., secondo una stima UNDESA, United Nations Department of Economic and Social Affairs, del 2014, pari a 17 ab./km2), e anche con la più alta percentuale di popolazione rurale (37,5% nel 2012) e la più diseguale distribuzione di terreni. Il tasso di povertà ha segnato una leggera diminuzione, ma rimane alto, soprattutto nelle campagne, con oltre un terzo degli abitanti che vive al di sotto della soglia di sussistenza. L’economia è caratterizzata da un alternarsi di periodi di crescita e di recessione: questa volatilità è dovuta alla forte dipendenza dal settore primario e, in particolare, da due prodotti, la carne di bue e la soia (di cui il P. è il sesto produttore mondiale), che contribuiscono a formare il 20% del PIL. Entrambi i prodotti, tuttavia, sono soggetti all’incognita del clima e dei prezzi sui mercati internazionali; di conseguenza, nel 2012 una siccità e un focolaio di afta epizootica sono stati la causa di un raffreddamento nella crescita economica, tornata positiva nel 2013 (+13,6%) grazie alla ripresa delle esportazioni.
Storia di Paola Salvatori. – La vittoria alle elezioni presidenziali del 2008 di Fernando Lugo, leader della coalizione di centrosinistra Alianza patriótica para el cambio (APR) ed ex vescovo cattolico, pose fine all’egemonia politica dell’Asociación nacional republicana (ANR, comunemente nota come Partido colorado), al potere ininterrottamente da sessantuno anni. Lugo mise al centro della sua azione di governo riforme economiche e sociali volte a migliorare le condizioni di vita degli strati più poveri della popolazione e a superare la disuguaglianza nella distribuzione del reddito e nella distribuzione della terra, determinante in un Paese con una struttura produttiva essenzialmente agricola. Di qui il rilancio della riforma agraria che prevedeva la lotta al latifondo e l’assegnazione della terra ai contadini poveri. Avversato dai tradizionali poteri forti – proprietari terrieri, esercito, gerarchie ecclesiastiche – che gli contestavano anche l’appoggio dato al Venezuela per l’ingresso nel MERCOSUR (Mercado Común del Sur), il presidente non riuscì a portare avanti il suo programma e nel 2012 fu sottoposto dal Parlamento, nel quale il suo partito non aveva mai raggiunto la maggioranza, a procedimento di impeachment per ‘inettitudine e mancanza di decoro’ e fu costretto a dimettersi. Il pretesto che innescò il procedimento fu un episodio avvenuto il 15 giugno 2012 a Curuguaty: l’occupazione di una fattoria da parte di un gruppo di contadini che rivendicavano la terra finì con uno scontro con le forze dell’ordine che provocò sei vittime tra i militari e 11 tra i contadini. Al suo posto venne nominato il vicepresidente Federico Franco, liberale. Abbandonata la riforma agraria, Franco avviò una serie di riforme economiche e fiscali per incentivare l’ingresso di capitali privati nel settore delle infrastrutture e per promuovere una maggiore industrializzazione del Paese. Dovette però scontare l’isolamento sul piano internazionale, dovuto all’allontanamento del P. da UNASUR (Unión de Naciones Suramericanas) e MERCOSUR deciso dagli Stati membri che non avevano riconosciuto legittima la destituzione di Lugo. Nel 2013 si svolsero nuove elezioni presidenziali vinte da Horacio Cartes, uomo d’affari milionario, nuovo in politica, che riportò il Partido colorado al potere. Cartes formò un governo tecnico e proseguì la politica economica inaugurata dal suo predecessore. Sul piano internazionale cercò di normalizzare i rapporti con i membri del MERCOSUR, Venezuela compreso, e di conservare le più importanti collaborazioni esistenti. In particolare cercò di rilanciare le relazioni economico-commerciali con il Brasile, gli Stati Uniti e la Cina. Nell’aprile 2014 il Parlamento, sollecitato da una sentenza della Corte interamericana dei diritti umani che nel 2006 aveva condannato lo Stato per la confisca illegale delle terre, approvò un disegno di legge per la restituzione di oltre 14.000 ettari di terreno nella regione del Chaco alla comunità indigena di Sawhoyamaxa. Il ricorso presentato contro la legge da un gruppo di imprese private, alle quali le terre erano state espropriate, fu respinto in ottobre dalla Corte suprema.