PARAGUAY (XXVI, p. 281)
Storia (p. 289). - Dopo aver abbandonato la Società delle nazioni nel febbraio 1935 in segno di protesta contro la decisione dell'assemblea, che accogliendo le raccomandazioni dello speciale comitato di inchiesta riconosceva le ragioni della Bolivia stabilendo l'abolizione dell'embargo deciso dagli stati aderenti sulle spedizioni di armi verso questo stato e mantenendolo invece nei confronti del Paraguay, questo riprese la guerra per la questione del Chaco Boreal con maggior vigore. Le forze del Paraguay avanzarono infatti fino alle colline ai piedi delle Ande occupando tutto il territorio in contestazione. Tutti e due i paesi erano però allo stremo delle loro capacità di resistenza, cosicché non fu difficile nel giugno 1935 fare accettare ai due belligeranti, su mediazione dell'Argentina, del Brasile, del Perù e dell'Uruguay, un progetto di armistizio che venne sottoscritto. Il 21 gennaio 1936, mediante il protocollo di Buenos Aires, l'armistizio fu rinnovato e Paraguay e Bolivia aderirono alla smobilitazione, al rimpatrio dei prigionieri e alla ripresa delle relazioni diplomatiche. Il rimpatrio dei prigionieri e la smobilitazione furono attuati nel corso del 1936, ma furono accompagnati da una lunga serie di contestazioni secondarie, in quanto che in tutti e due i paesi movimenti rivoluzionarî avevano eliminato i governi che avevano negoziato l'armistizio. E perciò ognuno temeva l'intenzione dell'altro di riprendere le armi.
La situazione tornò ad essere assai preoccupante, nella primavera del 1938 (v. bolivia, App.). Ma il 21 luglio 1938, a Buenos Aires, è stato firmato il trattato di pace, di amicizia e di delimitazione territoriale fra la Bolivia e Paraguay, mettendosi così fine alla lunga questione del Chaco.
Questa lunga guerra, per i sacrifici di ricchezza e di uomini che occasionò, non fu priva di conseguenze per la vita interna del Paraguay. Infatti, favorito dal risentimento popolare contro il governo in carica dell'Ayala, nel febbraio 1936, il colonnello Rafael Franco, che era stato considerato uno degli eroi nazionali per il suo comportamento durante la guerra del Chaco, tornò dall'esilio, cui era stato condannato per il suo sconfinamento nella provincia boliviana di Santa Cruz, e occupò Asunción, si impadronì del governo costringendo alle dimissioni il presidente Ayala. Rafael Franco volle instaurare un governo totalitario a tipo fascista dichiarando che la rivoluzione da lui guidata "involgeva le stesse trasformazioni dei contemporanei stati totalitarî europei nel senso che la rivoluzione liberatrice e lo stato sono una sola cosa". Egli soppresse pertanto i partiti, la libertà di stampa e si accinse ad una riorganizzazione a base autoritaria dell'economia nazionale, dichiarando che l'obiettivo del suo governo era quello della costituzione di "una effettiva democrazia di contadini e di operai". Nel suo scopo finale si riscontra in questa rivoluzione, che fu parallela a quella della Bolivia, la volontà di affermare l'indipendenza della nazione nei confronti della finanza straniera. Ma il Franco non riuscì ad affermare il regime di forza che egli preconizzava e il 13 agosto 1937 fu rovesciato da un colpo di stato. In seguito, a presidente della repubblica fu designato in via provvisoria Felix Paiva, che ha promesso la reintegrazione della costituzione del 1870.
Negli anni recenti l'economia paraguayana non ha mostrato mutamenti notevoli, anche per il fatto che la guerra con la Bolivia ha impegnato assai considerevolmente le sue energie e le sue risorse. Da notare la tendenza ad estendere nella regione del Chaco la coltivazione del cotone, tanto che si è potuto dire che il Paraguay sta avviandosi verso questa monocoltura. Negli anni recenti il commercio del Paraguay ha avuto il seguente movimento (in milioni di pesos oro):
Il commercio si svolge ancora in prevalenza con l'Argentina tanto all'importazione quanto all'esportazione anche se per l'importazione parecchie merci provenienti dall'Argentina sono di fabbricazione o di produzione di altri stati e perciò costituiscono delle riesportazioni.
Finanze (p. 289). - La situazione economica e finanziaria, chiusa la guerra del Chaco, sta gradualmente riprendendosi.
Al 31 dicembre 1935 il debito estero era di 121 milioni e quello interno di 361.
Il tasso ufficiale del peso ancorato dal 1923 al peso argentino (18,75 pesos carta paraguaiani = 1 peso carta argentino) è stato più volte modificato in seguito all'inflazione verificatasi nel corso delle ostilità, ed è stato verso la metà del 1936 fissato a 61,50 per un peso carta argentino.
Il 22 febbraio 1936 l'Oficina de cambios è stata trasformata in Banca della Repubblica, conservando funzioni di banca centrale e di controllo dei cambî; quest'ultimo però è stato parzialmente abolito nel gennaio 1937.
Nella seconda metà del 1936 la circolazione era stimata di 1125 milioni di pesos.
Bibl.: V. le pubblicazioni periodiche della Società delle nazioni, specie l'Annuario.