Paramount Pictures
Casa di produzione cinematografica statunitense, considerata la maggiore, in struttura e profitti, tra le majors. La società originaria, costituita nel 1914 da W.W. Hodkinson, con la denominazione Paramount Pictures Corporation, come casa di distribuzione di film, assorbì la produzione della Famous Players Film Company di Adolph Zukor, nata nel 1912, e della Jesse L. Lasky Feature Play Company di Jesse L. Lasky nata nel 1913, e di altre compagnie minori. Nel 1916 Zukor e Lasky decisero di fondersi dando vita alla Famous Players-Lasky Corporation e di acquistare la Paramount Pictures Corporation, con Zukor alla presidenza e Lasky vicepresidente. Mentre il primo era abile negli affari, il secondo curava l'aspetto più creativo dell'attività, arruolando star come Mary Pickford, Rodolfo Valentino, Pola Negri, Gloria Swanson, e registi come Maurice Tourner e Cecil B. DeMille (che, in pratica, lavorò per tutta la sua carriera alla P. P.). Zukor e Lasky erano molto abili anche nelle pubbliche relazioni, in quanto negli anni Venti riuscirono a far superare alla casa gli scandali legati al misterioso omicidio del regista William Desmond Taylor, all'omicidio in cui venne coinvolto Roscoe 'Fatty' Arbuckle e alla morte per droga di Wallace Reid.
Nel 1925, all'apice del processo di integrazione verticale degli studios, la Famous Players-Lasky, comprendente produzione (con studi a Los Angeles, New York e Parigi), distribuzione ed esercizio, acquistò la più grande, elegante ed efficiente catena di sale negli Stati Uniti, la Publix Theaters Corporation di Balaban & Katz di Chicago. L'espansione nell'esercizio fu finanziata dal gruppo Kuhn, Loeb & Co., che in effetti concesse il credito a partire da considerazioni prettamente filmiche, cioè dalla valutazione del materiale drammatico, delle star e dei registi disponibili nello studio. Nel 1927 la casa assunse la denominazione Paramount-Famous Lasky; nel 1929 acquistò anche la rete radiofonica CBS e, se non fosse stato per il crollo di Wall Street, sarebbe diventata il primo gigante dello spettacolo; i contraccolpi della crisi la portarono invece alla bancarotta finanziaria nel 1933. Nel 1935 la compagnia fu riorganizzata, assumendo il nome di Paramount Pictures Inc.
Diversamente dagli altri studios, dove a Est si concentrava il management e a Ovest il settore produttivo e creativo, alla P. P. erano gli executives di New York, Zukor e Lasky, a elaborare le scelte che il capo della produzione a Hollywood, B.P. Schulberg, si limitava a concretizzare. Questo indirizzo manageriale modificò la relazione tra produzione e registi, che altrove avevano scarso controllo creativo, mentre alla P. P. la firma registica si affermò, in quanto la realizzazione dei film più prestigiosi era affidata ad alcuni registi-produttori, come Ernst Lubitsch, Rouben Mamoulian e DeMille, e, in seguito, Billy Wilder. La P. P. incoraggiò quindi lo sviluppo del modulo produttivo della unit, come quella composta dal regista-produttore Josef von Sternberg, la star Marlene Dietrich, lo sceneggiatore Jules Furthman e i direttori della fotografia Lee Garmes o Bert Glennon, che realizzarono insieme Morocco (1930; Marocco), Shanghai Express (1932), Blonde Venus (1932; Venere bionda), The scarlet empress (1934; L'imperatrice Caterina) e The devil is a woman (1935; Capriccio spagnolo). Caratteristica della casa di produzione era inoltre la presenza di star provenienti da altri settori, soprattutto dalla canzone e dal varietà: negli anni Trenta Maurice Chevalier e Jeanette McDonald, Mae West, W.C. Fields, George Burns e i fratelli Marx, negli anni Quaranta Bing Crosby e Bob Hope, secondo la strategia di Zukor, che fin dagli inizi aveva assunto personalità di Broadway. La P. P. infatti non produceva film soltanto in California, ma disponeva anche degli studi Astoria a New York, più agevoli per gli artisti di Broadway, nei quali, per es., Mamoulian realizzò Applause (1929) con Helen Morgan, Dr. Jekyll and Mr. Hyde (1932; Il dottor Jekyll) con Miriam Hopkins e Love me tonight (1932; Amami stanotte) interpretato da Jeanette McDonald. Nel settore dell'esercizio, la P. P. disponeva di numerose ed eleganti sale metropolitane; si rivolgeva perciò a un pubblico urbano sofisticato, con una produzione più audace e cosmopolita rispetto alle altre case e divenne lo studio dell'eleganza mondana e della sensualità, attraverso le commedie erotiche mute di DeMille, o il mondo da operetta evocato con tocco graffiante da Lubitsch e von Sternberg. Nella prima fase del sonoro lo studio si identificò infatti con la commedia sofisticata, disponendo di star come Carole Lombard, Jean Arthur, Fredric March, Cary Grant, Adolphe Menjou, William Powell, Herbert Mar-shall, Claudette Colbert e Miriam Hopkins; persino Gary Cooper venne lanciato come giovane amoroso in Morocco e Design for living (1933; Partita a quattro) di Lubitsch. Tra gli anni Venti e il primo sonoro la P. P. fu perciò in lotta costante con la censura per via dell'adattamento di Sanctuary di W. Faulkner realizzato nel 1933, The story of Temple Drake (Perdizione), per la regia di Stephen Roberts, della comicità anarchica e licenziosa dei fratelli Marx, dei doppi sensi e dell'esplicita sessualità di Mae West, come nel caso di I'm no angel (1933; Non sono un angelo) di Wesley Ruggles, o per autentici capolavori di cinica sofisticazione come Trouble in Paradise (1932; Mancia competente) di Lubitsch. Negli anni Quaranta la commedia continuò a caratterizzare la produzione dello studio, ma nella versione screwball di Preston Sturges, passato con successo dalla sceneggiatura alla regia. Nel dopoguerra la P. P. continuò a puntare su registi-produttori come Wilder (The lost weekend, 1945, Giorni perduti; Sunset Boulevard, 1950, Viale del tramonto), William Wyler (The heiress, 1949, L'ereditiera; Roman holiday, 1953, Vacanze romane) e George Stevens (A place in the sun, 1951, Un posto al sole) e in seguito sulle commedie con Jerry Lewis e Dean Martin. Fin dal 1958 lo studio vendette i diritti televisivi del suo archivio alla MCA, ma decise poi di avviare anche una propria produzione televisiva; nel 1966, in piena riorganizzazione finanziaria della nuova Hollywood, fu acquistata dalla Gulf and Western. Negli Sessanta e Settanta, la P. P. ha prodotto alcuni dei pochi film statunitensi interessanti del periodo come Psycho (1960; Psyco) di Alfred Hitchcock, Breakfast at Tiffany's (1961; Colazione da Tiffany) di Blake Edwards, Rosemary's baby (1968) di Roman Polanski, The godfather (1972; Il padrino) e The conversation (1974; La conversazione) entrambi di Francis Ford Coppola, Nashville (1975) di Robert Altman, e successi commerciali come Saturday night fever (1977; La febbre del sabato sera) di John Badham, Grease (1978; Grease ‒ Brillantina) di Randal Kleiser, Heaven can wait (1978; Il Paradiso può attendere) di Warren Beatty e Buck Henry e Star Trek (1979) di Robert Wise, che le hanno restituito un ruolo di primo piano tra le majors attuali. Negli anni Ottanta la nuova dirigenza (Howard Koch, Robert Evans) ha prodotto Ordinary people (1980; Gente comune) di Robert Redford, Raiders of the lost ark (1981; I predatori dell'arca perduta) di Steven Spielberg e Terms of endearment (1983; Voglia di tenerezza) di James L. Brooks, assicurandosi diversi Oscar e miliardi di incassi. Nel 1994 la P. P. è stata acquistata dalla mega compagnia televisiva Viacom, ma il settore della produzione cinematografica ha resistito: il famoso cancello dello studio di Sunset Boulevard è ancora lì (anche se oggi quello più usato è il cancello su Melrose).
Paramount, in "Fortune", March 1937, 3, pp. 86-96 e 194-211.
A. Zukor, The public is never wrong, New York 1953.
I.G. Edmonds, R. Mimura, Paramount Pictures and the people who made them, San Diego 1980.
J. D. Eames, The Paramount story, New York 1985.