parco archeologico
parco archeològico locuz. sost. m. – Area territoriale protetta di interesse archeologico e naturalistico attrezzata come museo all’aperto. A livello normativo, il concetto di p. a. è stato definito nel 2004 dal che, nella sezione dedicata alla fruizione e valorizzazione (Titolo II, art. 101), lo qualifica appunto come «un ambito territoriale caratterizzato da importanti evidenze archeologiche e dalla compresenza di valori storici, paesaggistici o ambientali, attrezzato come museo all’aperto». Il p. a., che il Codice inserisce tra gli istituti e i luoghi di cultura, si distingue dall’area archeologica, che consiste più specificamente in «un sito caratterizzato dalla presenza di resti di natura fossile o di manufatti o strutture preistorici o di età antica». I dati statistici pubblicati dal ministero per i Beni e le attività culturali (Minicifre della cultura, 2011) riuniscono sotto un’unica voce musei, monumenti e aree archeologiche: essi sono nel 90% dei casi istituti non statali, di cui circa la metà dipendenti da Comuni; dei 424 istituti statali, 216 sono monumenti e aree archeologiche aperte al pubblico. Il gruppo di lavoro istituito con decreto del ministro per i Beni e le attività culturali nel 2008 ha definito le Linee guida per la costituzione e gestione dei parchi archeologici attraverso un’opera di raccolta e analisi della normativa vigente, di censimento della consistenza numerica e qualitativa delle aree e dei p. a. italiani, di individuazione dei parametri di riferimento per la formalizzazione della loro qualità e per la definizione degli aspetti inerenti la gestione e i servizi. Da un punto di vista morfologico sono stati distinti due tipi di p. a.: quello perimetrato, in cui la componente storico-archeologica risulta particolarmente significativa o evidente, e quello a rete, in cui sistemi complessi di emergenze archeologiche sono collegati in base a prospettive di carattere tematico o tipologico, sincronico o diacronico. I requisiti per la qualità e il funzionamento dei parchi, da tenere in considerazione sia per le proposte di nuova istituzione sia per la riqualificazione dei parchi già esistenti, concernono gli aspetti scientifico-culturali che riguardano le esigenze archeologiche e quelle legate alle componenti geografiche, geologiche, naturali e ambientali. Fondamentali sono anche gli aspetti legati alla gestione, ossia alle attività di responsabilità e di coordinamento scientifico e a quelle legali, amministrative e di coordinamento operativo, e ai servizi, tema strettamente connesso sia alle ricadute sul territorio circostante sia agli strumenti della comunicazione. In Italia, a partire dall’ultimo decennio del 20° secolo i p. a., soprattutto quelli di nuova istituzione, si connotano per la loro valenza di sistema integrato, dotato di servizi che ne assicurano la tutela e ne promuovono la valorizzazione. È questo il caso del sistema Parchi della Val di Cornia, in Toscana, di fronte all’isola d’Elba, che integra p. a., parchi naturali, musei e un centro di documentazione a testimonianza di secoli di attività di estrazione e lavorazione dei metalli; del Parco archeologico sommerso di Baia, equiparato ad area marina protetta, che presenta sia percorsi di visita lungo la costa sia percorsi subacquei che consentono di visitare i resti sommersi per effetto del fenomeno del bradisismo flegreo; del Parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, che comprende i siti archeologici di Paestum e Velia, è riserva della biosfera e nel 2010 è stato il primo parco nazionale italiano a diventare geoparco; dei Siti palafitticoli preistorici dell’arco alpino, un sito seriale transnazionale condiviso con Svizzera, Francia, Germania, Austria e Slovenia, dal 2011 nella lista del patrimonio mondiale UNESCO (United Nations educational, scientific and cultural organization) di cui fanno parte 19 abitati palafitticoli ubicati in 5 regioni dell’Italia settentrionale. Né mancano esperienze connesse con l’archeologia sperimentale, spesso in forma di archeodromi, intese a ricostruire ambienti, tecniche costruttive, cicli produttivi e modalità di fabbricazione, con una forte valenza didattica e comunicativa.