Pareto, Vilfredo, marchese
Economista e sociologo (Parigi 1848 - Céligny 1923). Figlio di un esule italiano, trascorse l’infanzia in Francia. Rientrato in Italia (1858), si laureò in ingegneria al Politecnico di Torino nel 1869. Nel ventennio successivo, lavorò a Firenze prima come direttore delle ferrovie di San Giovanni Valdarno e poi come direttore generale delle Ferriere Italiane. In questi anni pubblicò numerosi saggi in supporto del libero scambio. Nel 1889, l’incontro con M. Pantaleoni, spinse P. a dedicarsi esclusivamente allo studio dell’economia. Dal 1890 al 1905 collaborò assiduamente al «Giornale degli Economisti». Nel 1893 succedette a L. Walras alla cattedra di economia politica dell’Università di Losanna, incarico che lasciò nel 1906. Negli anni successivi si dedicò prevalentemente alla sociologia fino alla pubblicazione del Trattato di sociologia generale (1916). Nel 1922 venne nominato senatore.
Il contributo teorico più importante apportato da P. consiste nell’aver fondato l’analisi della scelta del consumatore su una nozione di utilità ordinale: l’utilità è un indice delle preferenze del consumatore per differenti panieri di beni. Se, per es., l’utilità associata al paniere x è espressa dal numero 10 e quella associata al paniere y è invece espressa dal numero 5, ciò significa che x è preferito a y, non che, in termini cardinali, l’utilità derivante dal consumo di x sia il doppio di quella proveniente dal consumo di y. Il rifiuto della nozione di utilità cardinale determina il rifiuto di quella di surplus totale, proposta da A. Marshall, come criterio di misurazione dell’efficienza di un’allocazione. P. propone dunque un criterio basato sulle preferenze, il cosiddetto ‘massimo di ofelimità’ (➔ ofelimità), in seguito denominato ottimo Paretiano (➔ Pareto, ottimo di), ossia una posizione dell’economia tale che, date le risorse produttive, le preferenze dei consumatori, la tecnologia e la distribuzione delle risorse, l’utilità di un individuo non può essere aumentata senza diminuire quella di almeno uno degli altri. Tuttavia P. non colse pienamente le implicazioni dell’approccio ordinalista; continuò infatti a utilizzare le nozioni di utilità marginale decrescente (➔ utilità) e di complementarietà e sostituibilità tra beni, che sarebbero invece incompatibili con tale approccio. Nel corso degli anni 1930, R.G.D. Allen, J.R. Hicks e P. Samuelson svilupperanno la linea di ricerca inaugurata da Pareto.Tra le sue opere principali: Cours d’économie politique (1896-97), Manuale di economia politica (1906).