PARMA (XVI, p. 382; App. I, p. 921)
Le numerose incursioni aeree ad opera degli Angloamericani, e specialmente quelle in aprile-maggio 1944, hanno completamente raso a terra 330 case e ne hanno colpito in modo grave 1360. Complessivamente i vani devastati sono risultati circa 6500 (18% dei vani censiti anteguerra). I quartieri più provati sono quelli ferroviario e industriale a nord della via Emilia e quelli ai due lati del fiume Parma. La città tuttavia ha segnato una ripresa edile veramente notevole ed è in corso la costruzione di nuovi edifici per uso di abitazione, in base alle previsioni del piano regolatore.
Il comune si è notevolmente ingrandito nell'aprile 1943, in seguito all'assorbimento di cinque comuni adiacenti (Cortile S. Martino, Golese, S. Lazzaro Parmense, S. Pancrazio Pamense, Vigetto), che coprivano complessivamente 242,9 kmq., con una popolazione, nel 1936, di 37.507 ab. L'area del comune di Parma equivale quindi ora a 250,4 kmq., e la sua popolazione si stimava, al 31 dicembre 1947, a 122.816 ab. Alla stessa data la popolazione della provincia di Parma è stata stimata a 401.827 abitanti.
Notevoli i danni, particolarmente alle opere d'arte: mentre sono subito apparsi facilmente riparabili i danni subìti dalla bramantesca chiesa della Steccata (colpita il 25 aprile 1944 e già restaurata), dal battistero romanico, da S. Francesco del Prato e da S. Giovanni - solo la chiesa di S. Teresa di mediocre interesse artistico è stata per buona parte abbattuta - ben diverse appaiono le condizioni di alcune tra le più belle architetture civili della città. Infatti il Palazzo Ducale, poi della prefettura, è stato demolito in parte e gravissimi sono i danni subìti dal palazzo farnesiano della Pilotta (colpito il 13 maggio 1944), ove anche il famoso teatro è stato in gran parte demolito nelle sue strutture lignee che, accantonate, avranno bisogno di un lungo paziente lavoro per essere rafforzate e ricollocate in opera. Gravissimi danni ha subìto anche la Biblioteca Palatina.