REPUBBLICANO, PARTITO (XXIX, p. 83)
Il Partito repubblicano italiano. - Il Partito repubblicano italiano (P.R.I.) nello schieramento politico nazionale rappresenta una di quele forze storiche, che hanno una giustificazione nel processo di formazione dell'unità d'Italia e nella struttura sociale del paese. Esso si rifà al pensiero di Mazzini e Cattaneo, rielaborato nel corso degli ultimi cinquanta anni da pensatori quali G. Bovio e A. Ghisleri.
Le origini del Partito repubblicano si confondono con quelle della "Giovine Italia" di Mazzini, che risvegliò la coscienza nazionale e preparò il Risorgimento; come forza politica venne delineandosi quando all'opera di cospirazione unì l'azione sociale, dando vita al movimento operaio italiano che tenne a Milano il suo primo congresso nel 1854, sostenuto dal giomale L'Apostolato popolare, pubblicato da Mazzini a Londra. Nel 1859 nacquero le Associazioni artigiane, che contribuirono a dare una base popolare al Partito repubblicano.
Conclusosi il Risorgimento con la soluzione monarchica, il Partito repubblicano subì uno sbandamento per la defezione di molti uomini; ma le salde radici popolari gli consentirono di resistere, assumendo la fisionomia di partito di opposizione istituzionale. Nel 1871 le società operaie si unirono nel patto di fratellanza che tenne uniti in un'unica organizzazione i lavoratori italiani, fino a quando nel 1890 venne costituito il Partito operaio socialista. La scissione in campo operaio, culminata nel 1893 con lo scioglimento del "Patto di fratellanza", in seguito al congresso di Bologna, indebolì ulteriormente il Partito repubblicano, che rimase un esiguo gruppo, sempre vivo però nel sostenere le idealità repubblicane.
Radicato in alcune regioni italiane: Romagna, Marche, Umbria, Lazio, Liguria, nel periodo monarchico il Partito repubblicano contribuì alla lotta politica allineando nel parlamento una piccola, ma combattiva schiera di deputati, quali Bovio, Colajanni, Cavallotti, Chiesa. Interventista nel 1914, per sollecitare l'entrata in guerra dell'Italia a fianco delle potenze occidentali organizzò i reparti volontarî di garibaldini, che si coprirono di gloria nelle Argonne combattendo, a fianco dell'esercito francese, contro i Tedeschi.
Sciolto (1926) dopo l'avvento del fascismo al potere, il Partito repubblicano italiano è stato ufficialmente ricostituito durante l'occupazione tedesca in Italia, nel 1943, mentre alcuni suoi esponenti avevano continuato all'estero la lotta antifascista. Dopo la ricostituzione continuò nella intransigente lotta istituzionale e non partecipò ai governi del CLN e alla consulta nazionale, pur avendo contribuito alla lotta clandestina contro i Tedeschi con le brigate Mazzini, che operarono in Romagna, in Lombardia e in Liguria. Dopo il referendum istituzionale del 2 giugno, il P.R.I. partecipò al primo governo della repubblica; ma ritirò dopo pochi mesi la sua adesione per contrasti d'indirizzo.
Con l'avvento della repubblica il P.R.I., venuto a cessare il motivo istituzionale, va assumendo una nuova fisionomia, caratterizzata, soprattutto, dalla immissione di forze nuove, provenienti dal disciolto Partito d'azione e dal Partito liberale. Questa crisi di revisione ha snellito il P.R.I. che si viene delineando, nello schieramento politico italiano, come una corrente di democrazia "integrale" con una moderna visione liberista in economia.
Il Partito repubblicano italiano è entrato nel governo, a fianco della Democrazia cristiana, nel gennaio 1948 ed è rimasto nella coalizione governativa dopo le elezioni politiche del 18 aprile 1948. L'azione di governo del P.R.I. si è particolarmente caratterizzata in politica estera, sostenendo l'esigenza della Unione europea, e in politica economica, appoggiando un indirizzo antivincolistico.