DE VIRGILII, Pasquale (anche De Virgili ed erroneamente De Virgiliis)
Nato a Chieti il 17 novembre 1812, morto a Trani il 7 marzo 1876. Traduttore di poeti stranieri moderni (Schiller, Byron e altri) e seguace dei romantici in liriche, poemetti epico-lirici, drammi, principalmente sulle orme di Victor Hugo, poté sembrare per alcun tempo una vera speranza dell'arte italiana, tanto aveva di vena calda e di bagliori fantastici. Ma L'Americano, I Suliotti, Costantina, nelle forme byroniane, e Masaniello, Rienzo, I Vespri Siciliani nelle rammodernate forme shakespeariane, la Commedia del secolo (1840-43), una specie di Faust in prosa poetica, dopo avere suscitato curiosità, non ressero neppure nel favore dei rinnovatori. Al De V. mancò così la potenza della rievocazione fantastica, come il freno e la pazienza dell'arte; le sue invenzioni lugubri e pessimistiche (tanto che fu detto il poeta più tremendo d'Italia) non hanno, il più delle vohe, altra espressione che sciatta o sconveniente.
Bibl.: F. De Sanctis, La lett. ital. nel sec. XIX, Napoli 1897, e le note di B. Croce, a pp. 132 segg., 224 segg.; M. Monnier, L'Italie est-elle la Terre des morts?, Parigi 1860, p. 271 segg.; F. Galvani, Biogr. di P. De V., Firenze 1847; A. Porta, Byronismo ital., Milano 1923, p. 311 segg.