Villari, Pasquale
Storico e uomo politico (Napoli 1826 - Firenze 1917). Nella sua formazione culturale e spirituale furono decisivi l’esempio e l’insegnamento di Francesco De Sanctis, con il quale partecipò alla rivoluzione napoletana del 1848. Vittima della reazione borbonica, fu costretto all’esilio e si stabilì a Firenze dove si dedicò agli studi storici indirizzando le sue ricerche su due figure emblematiche della storia italiana: Savonarola e Machiavelli (La storia di Girolamo Savonarola e de’ suoi tempi , 2 voll., 1859-61; Niccolò Machiavelli e i suoi tempi, 3 voll., 1877-82). La sua concezione storiografica fu decisamente influenzata dal positivismo, come egli stesso sottolineò in uno scritto del 1866, e la sua vasta produzione gli procurò una larga e diffusa notorietà. Alla ricerca si accompagnarono l’impegno civile e politico e il rimprovero alla classe dirigente italiana per la disattenzione verso le reali condizioni di vita della popolazione, immutate rispetto all’Italia preunitaria. Egli ribadiva, infatti, come al di là delle garanzie statutarie e parlamentari, per combattere l’arretratezza e la povertà diffuse fosse necessaria una maggiore giustizia sociale. La preoccupazione per i pericoli che incombevano sullo Stato unitario e l’attenzione verso i problemi di Napoli e del Mezzogiorno furono testimoniate dai suoi scritti sulla mafia, la camorra e il brigantaggio, raccolti nelle Lettere meridionali (1878), e dalle sue accese campagne di stampa contro lo sventramento di Napoli, sull’emigrazione, la scuola e la questione sociale. Gli scritti sul Mezzogiorno richiamarono l’attenzione dell’opinione pubblica e del ceto politico italiano su un nodo centrale dello sviluppo del paese, inaugurando il filone di studi sulla «questione meridionale». Professore di Storia all’università di Pisa dal 1859 e all’Istituto di studi superiori di Firenze dal 1865 al 1913, fu socio nazionale dei Lincei dal 1878 e presidente della Società Dante Alighieri dal 1896 al 1903. Deputato dal 1870 al 1876 e dal 1880 al 1882, senatore dal 1884, fu ministro della Pubblica istruzione dal 1891 al 1892 nel primo gabinetto Rudinì.