patogenicità
Capacità di un microrganismo di indurre una malattia all’interno di un altro organismo. Gli agenti patogeni capaci di determinare malattie infettive posseggono meccanismi, chiamati meccanismi di patogenicità, per colonizzare l’organismo ospite e replicarsi al suo interno. La penetrazione nell’organismo può avvenire attraverso diverse vie: ingestione di cibi contaminati, via aerea, contagio sessuale, inoculazione diretta e penetrazione traumatica. I batteri patogeni utilizzano i meccanismi d’invasività e di tossigenicità, vale a dire invasione di tessuti e produzione di tossine che, trasportate dalla corrente circolatoria, agiscono a distanza dal punto in cui avviene la moltiplicazione dei batteri stessi. Le tossine, trasportate dal sangue o dalla linfa, possono causare danni spesso rilevanti, provocando febbre, disturbi nervosi e cardiovascolari e, in alcuni casi, shock. Le tossine si distinguono in esotossine ed endotossine. Le esotossine sono proteine dotate di un’azione patogena specifica, nel senso che inibiscono particolari funzioni metaboliche e sono inoltre in grado di indurre anticorpi ad attività neutralizzante. Le endotossine, o lipopolisaccaridi, inducono la produzione di diversi mediatori, i quali a livello dell’ipotalamo determinano il rilascio di prostaglandine ad attività termoregolatoria e provocano uno stato di malessere generale con febbre, diarrea e vomito. Le infezioni da funghi, definite micosi, possono essere esogene quando l’agente infettante (normalmente costituito da spore fungine) proviene dall’ambiente esterno, oppure endogene, quando l’agente infettante è un micete che, normalmente presente nel sito interessato, diventa patogeno soltanto in particolari condizioni. Questo è il caso delle infezioni ‘opportunistiche’ in cui riduzioni delle normali difese immunitarie dell’ospite costituiscono condizioni essenziali per l’instaurarsi di infezioni micotiche anche molto gravi. I fattori di patogenicità di cui sono dotati i miceti, meno aggressivi di quelli dei batteri, sono la capsula, gli enzimi e le tossine. Infine i virus, incapaci di un metabolismo autonomo e perciò caratterizzati da vita parassitaria endocellulare obbligata, utilizzano la loro capacità di trasformarsi attraverso piccole ma significative variazioni del codice genetico che consente loro di adattarsi all’ambiente e di sfuggire alle difese dell’organismo. Per penetrare nelle singole cellule e replicarsi possiedono molecole proteiche di superficie, capaci di interagire e agganciare specifici recettori presenti sulla superficie delle cellule. Non tutte le cellule dell’organismo possiedono i recettori adatti e quindi soltanto specifici tipi cellulari sono infettabili da specifici virus. Una cellula, inoltre, oltre a essere sensibile, deve anche essere permissiva, condizione che si realizza quando essa è in grado di mettere a disposizione del virus tutte le strutture metaboliche necessarie per la trascrizione completa del suo genoma e per la sintesi delle specifiche proteine virali. (*)
→ Malattie da prioni e influenza aviaria