PAUCAPALEA
(Pocapaglia). – Considerato per lungo tempo il primo decretista, non si è in possesso di alcun dato biografico certo a suo proposito. La datazione della summa a lui attribuita, che oscilla per gli studiosi grossomodo nel decennio 1140-50, permette di collocare cronologicamente il suo operato, e, dunque, presumibilmente la sua nascita nella prima metà del XII secolo.
In base a una glossa a C. 20 q. 1 c. 10, siglata Giovanni Teutonico che citerebbe, a sua volta, Uguccio da Pisa, e alla notizia ripresa dal canonista Giovanni d’Andrea, si è ipotizzato che Paucapalea sia stato il primo allievo di Graziano (Sarti - Fattorini, 1769; Die Summa des P., a cura di J.F. von Schulte, 1890, p. IX): un legame personale e diretto tra i due personaggi non è, però, al momento accertabile e resta a livello di ipotesi; anche la sua presenza a Bologna non è suffragata da riscontri documentari. Johann Friedrich von Schulte ha inoltre dedotto, dalla struttura complessiva e da alcuni riferimenti interni della summa attribuitagli, la conferma della sua attività di docenza (Die Summa des P., cit., pp. XII-XIII); meno verificabile il suo eventuale status di monaco, che lo stesso editore ha ipotizzato a partire dalla frase «et quare summitatem capitis radimus» (ibid., p. 22). Non si ha alcun dato per riconoscere nel Paucapalea citato quale testimone in un atto del 13 novembre 1165 (Chartularium Studii Bononiensis, III, 1909, p. 120) il canonista: non basta il nome, che non è frequente, ma attestato anche altrove. È ormai negata, infine, la coincidenza (ipotizzata da Antonio Mocci) tra il decretista e l’omonimo vescovo di Santa Giusta, in Sardegna, attestato negli anni 1146-47 (Noonan, 1980, p. 186; Weigand, 1981).
Il suo nome è ricordato a partire da tre opere degli anni Settanta del XII secolo, la Summa Antiquitate et tempore, la Summa parisiensis e la Summa di Sicardo di Cremona: tutte attribuiscono a Paucapalea la divisione in distinctiones delle parti prima e terza del Decretum. Gli studi più recenti tendono a ridimensionarne il ruolo nella sistemazione del Decretum, ma la questione resta ancora aperta e sostanzialmente legata all’ampio dibattito sulle fasi di formazione e di redazione dell’opera di Graziano. Le prime due summae, inoltre, attribuiscono a Paucapalea l’inserimento di aggiunte al testo originario del Decretum, quelle paleae che, secondo la glossa ricordata e ancora secondo Giovanni d’Andrea, presero il nome dal «primo allievo» di Graziano, etimologia non più ritenuta valida (J. Rambaud, Les additions, in Histoire du droit et des institutions de l’Église en Occident, VII, L’âge classique: 1140-1378. Sources et théorie du droit, a cura di G. Le Bras - C. Lefèvre - J.D. Rambaud, Paris 1965, pp. 100-129).
Le notizie ascrivibili alla seconda metà del XII secolo riferiscono che Paucapalea commentò alcuni passi del Decretum, forse con glosse (Viejo-Ximénez, 2012, p. 198), e ricopiò alcuni dei racconti biblici (historiae) presenti nell’opera.
La prima testimonianza esplicita di un’opera organica di commento di Paucapalea al Decretum è un manoscritto conservato a Stoccarda, databile attorno al 1200 (Maassen, 1859, pp. 488 e 511 s.), che contiene alcuni Excerpta ex summa pauce palee. Dopo che Friedrich Maassen attribuì a Paucapalea la redazione del primo commentario organico al Decretum, nel 1875 von Schulte lo identificò nella summa il cui incipit è Quoniam in omnibus, che datò agli anni 1144-50, e che editò nel 1890 sulla base di otto manoscritti (Die Summa des P., cit., pp. IV-VII). Nel 1937, Stephan Kuttner propose di datarla agli anni 1140-48; più recentemente, è stato proposto uno slittamento attorno agli anni Cinquanta (Weigand, 1981) e alla metà dello stesso decennio (Viejo-Ximénez, 2012).
Generalmente accettata quale opera di Paucapalea, nel 1976 John T. Noonan Jr ne pose in dubbio sia la paternità, sia la datazione, attribuendo a Paucapalea la redazione della summa Sicut vetus testamentum (conservata in un unico manoscritto della Biblioteca Laurenziana di Firenze) e considerando la Quoniam in omnibus, e la stroma di magister Rolandus, anonime versioni deteriori della ‘vera’ summa di Paucapalea. L’ipotesi è stata confutata, nel 1981, da Rudolf Weigand, che ha sottolineato l’improbabilità che l’opera di un canonista giudicato importante dai suoi contemporanei e successori sia testimoniata da un solo manoscritto, e in seguito non sono stati riproposti dubbi di attribuzione.
Rimane invece aperta la questione se la summa di Paucapalea sia da considerarsi la prima opera di commento al Decretum: alcuni studiosi hanno concluso che esistono commentatori precedenti (Maassen, 1859; Vetulani, 1959; Weigand, 1997), ma l’attribuzione della primazia a Paucapalea, sposata da von Schulte nell’edizione della summa, ha ancora seguito, soprattutto nelle opere di carattere generale.
La summa, composta in prevalenza di excerpta del testo grazianeo e di historiae bibliche, ha goduto di varia fortuna storiografica: considerata dal suo editore un’opera destinata prevalentemente all’attività didattica (Die Summa des P., cit.; Pennington - Müller, 2008, p. 131), è stata definita appartenente al genere liber sententiarum (Kuttner, 1937, p. 126), valutata opera non originale (Vetulani, 1955; Id., 1959, pp. 285-330), di scarso rilievo scientifico (Noonan, 1980, p. 168), importante soprattutto per l’influenza avuta dal suo prologo nella riflessione sull’ordo iudiciarius (Pennington, 1993, pp. 142-162), infine opera di scuola che mostra un ampio grado di maturità (Viejo-Ximénez, 2012). Il ritrovamento di un maggior numero di manoscritti (ibid., pp. 245-250) e la maggior conoscenza di opere di canonisti del XII secolo suggeriscono oggi la necessità di approntare una nuova edizione critica della Quoniam in omnibus.
Non vi è nessun indizio che permetta di ipotizzare la data della sua morte, che presumibilmente avvenne prima della fine del XII secolo.
Fonti e Bibl.: M. Sarti - M. Fattorini, De claris Archigymnasii Bononiensis professoribus a saeculo XI usque ad saeculum XIV, I, Bologna 1769, pp. 354 s.; F. Maassen, P. Ein Beitrag zur Literargeschichte des canonischen Rechts im Mittelalter, in Sitzungsberichte der philosophischhistorischen Classe der kaiserlichen Akademie der Wissenschaften zu Wien, XXXI (1859), pp. 449-516; Die Summa des P. über das “Decretum Gratiani”, a cura di J.F. von Schulte, Giessen 1890 (rist. anast. Aalen 1965); A. Mocci, Documenti inediti sul canonista P., in Atti della R. Accademia delle scienze di Torino, XL (1904-05), pp. 316-327; Chartularium Studii Bononiensis. Documenti per la storia, III, Bologna 1909; F. Gillmann, P. und Paleae bei Huguccio, in Archiv für Katolisches Kirchenrecht, LXXXVIII (1908), pp. 466-479; S. Kuttner, Repertorium der Kanonistik (1140-1234). Prodromus corporis glossarium, Città del Vaticano 1937; A. Vetulani, Nouvelles vues sur le Décret de Gratien, in La Pologne au Xe Congrès International des sciences historiques à Rome, Warszawa 1955, pp. 83-105 ; Id., Le Décret de Gratien et les premiers décrétalistes à la lumière d’une source nouvelle, in Studia Gratiana, VII (1959), pp. 275-353 (entrambi ripubbl. in Id., Sur Gratien et les Décrétales, London 1990); J.T. Noonan Jr, Gratian slept here: the changing identity of the father of the systematic study of canon law, in Traditio. Studies in ancient and medieval history, thought, and religion, XXXV (1979), pp. 145-172; Id., The true P.?, in Proceedings of the fifth International congress of medieval canon law, Salamanca, 21-25 September 1976, a cura di S. Kuttner - K. Pennington, Città del Vaticano 1980, pp. 157-186; R. Weigand, P. und die frühe Kanonistik, in Archiv für katholisches Kirchenrecht, CL (1981), pp. 137-157 (ripubbl. in Id., Glossatoren des Dekrets Gratians, Goldbach 1997, pp. 1-21); Id., Die ersten Jahrzehnte der Schule von Bologna, in Proceedings of the ninth International congress of medieval canon law, Munich, 13-18 July 1992, a cura di P. Landau - J. Muller, Città del Vaticano 1997, pp. 445-465; K. Pennington, The prince and the law, 1200-1600: sovereignty and rights in the Western legal Traditio. Studies in ancient and medieval history, thought, and religion, Berkeley-Los Angeles-Oxford 1993; J.M. Viejo-Ximénez, P., in Juristas universales. 1. Juristas antiguos, a cura di R. Domingo, Madrid-Barcelona 2004, pp. 319-323; C. Larrainzar, La ‘firma’ bolognese del Decreto di Graziano, in Politica e ‘Studium’: nuove prospettive e ricerche. Atti del Convegno, Bologna, 18 ottobre 2003, Bologna 2005, pp. 19-45; K. Pennington - W.P. Müller, The Decretists: the Italian school, in The history of medieval canon law in the classical period, 1140-1234: from Gratian to the decretals of Pope Gregory IX, a cura di W. Hartmann - K. Pennington, Washington 2008, pp. 121-173; J.M. Viejo-Ximénez, La Summa Quoniam in omnibus de P.: una contribución a la historia del derecho romano-canónico en la edad media, in Initium. Revista catalana d’història del dret, XVI (2011), pp. 27-74; Id., Una composición sobre el Decreto de Graciano: la suma “Quoniam in omnibus rebus animaduertitur” atribuida a P., in De la primera a la segunda “Escuela de Salamanca”. Fuentes documentales y línea de investigación, a cura di M.A. Pena González, Salamanca 2012, pp. 197-251; A. Fiori, P., in Dizionario biografico dei giuristi italiani (XII-XX secolo), a cura di I. Birocchi et al., II, Bologna 2013, pp. 1525 s.