FAMBRI, Paulo
Autore drammatico e uomo politico, nato il 10 novembre 1827 a Venezia, dove morì il 5 aprile 1897. Laureatosi in ingegneria, spiegò un'efficace propaganda rivoluzionaria nella Rivista Veneta e nell'Età presente, partecipando attivamente alla rivoluzione del 1848. Nel '59 si arruolò nell'esercito nazionale, ove fu ufficiale del Genio: poi tornò al giornalismo, fondando col Bonghi, a Torino, la Stampa, e affrontando l'impopolarità nell'ardente e pericolosa questione del trasporto della capitale. Mandato al Parlamento, intervenne nelle questioni militari (ed è notevole il suo studio Volontarî e Regolari, Firenze 1870) pur continuando la battaglia giornalistica nel Fanfulla e nella Nuova Antologia, sempre con brio e con vivace umorismo. Nel teatro, che lo aveva attratto per tempo, portò uno spirito combattivo che il suo collaboratore Vittorio Salmini non riusciva sempre a temperare. Le censure austriaca e papale mutilarono I Letterati (1855), la violenta Riabilitazione, l'ironico Un galantuomo (Venezia 1855) e soppressero L'Aretino, pubblicato poi a Milano nel 1887. Minore ripercussione ebbero i drammi storici: Torquato Tasso, che andò perduto, Agrippa Postumo (Venezia 1857), ecc. Grande successo riportò per lunghi anni la commedia Il caporale di settimana (Milano 1866), satira di alcuni ordinamenti militari. Il F. svolse una varia attività nel campo scientifico e in quello letterario.
Bibl.: A. F. Guidi, L'archivio inedito di P. F., in Nuova Ant., 1928.