Scrittore greco (seconda metà sec. 2º d. C.) di origine asiatica, forse tutt'uno con un P. di Damasco citato da Costantino Porfirogenito e con un sofista vissuto a Roma. Pubblicò la sua opera Periegesi della Grecia (Περιήγησις τῆς ῾Ελλάδος), in 10 libri, fra il 160 e il 177 d. C. La Periegesi, in cui è descritta una regione della Grecia in ogni libro, pare completa anche se mancano l'Eubea e la Tessaglia. Non è una vera e propria guida della Grecia, ma si riconnette alla periegesi ellenistica, che sotto forma di itinerario voleva offrire notizie di erudizione antiquaria; vi sono perciò inseriti lunghi excursus di carattere storico e geografico o paradossografico, per informare su questioni meno note, presupponendosi nel lettore la conoscenza almeno di Erodoto e di Tucidide. Lo stile, in prosa atticizzante, in cui è continuo lo studio della variatio, è di una semplicità artificiosa che imita Erodoto. L'opera ha deficienze e inesattezze sostanziali; le fonti, spesso di seconda mano, sono usate con scarso senso critico e artistico, ma, nonostante ciò, la Periegesi è una miniera di notizie preziose specialmente per l'archeologia e per la storia delle religioni.