PDO (Pacific decadal oscillation)
Fluttuazione a lungo termine della variabilità del clima dell’Oceano Pacifico, in un arco temporale di venti-trenta anni. Attraverso i dati riportati da alcuni satelliti meteorologici si ritiene che oggi siamo entrati in una fase fredda (cool) di PDO. La fase fredda è caratterizzata da picchi di temperature della superficie del mare più basse del normale nella zona orientale del Pacifico, e più calde nella zona occidentale. Nella fase calda (warm) o anche detta positiva (positive), che sembra sia durata dal 1977 al 1999, il Pacifico occidentale diventa più freddo mentre quello orientale si riscalda. Anche El Niño e la Niña sono due importanti fenomeni che descrivono la variabilità del clima nella zona dell’Oceano Pacifico, ma questi ultimi hanno una durata che varia dai 6 ai 18 mesi e interessano maggiormente le zone tropicali. Il PDO influenza il clima soprattutto delle zone settentrionali del Pacifico. Alcuni studi indipendenti hanno rivelato come nel passato ci siano stati due cicli completi di PDO: con oscillazioni fredde prevalenti nei periodi 1890-1924 e 1947-1976, intercalate dalle calde dal 1925 al1946 e dal 1977 ad almeno la metà degli anni Novanta. Il termine PDO fu coniato nel 1996 da Steven Hare che insieme a suoi collaboratori, stava studiando la fluttuazione delle popolazione di salmoni nel Pacifico. L’ecosistema marino è notevolmente influenzato dalla questa fluttuazione. PDO caldi hanno portato all’aumento della produttività biologica delle coste in Alaska e inibito la produttività delle coste occidentali degli Stati Uniti, mentre nei PDO freddi il pattern Nord-Sud sembra essere rovesciato. Le cause precise della PDO sono ancora incognite e quindi anche la prevedibilità dei cicli è difficoltosa.
→ Biosfera. Aspetti genomici dell’oceanografia microbica