Vedi Peru dell'anno: 2012 - 2013 - 2014 - 2015 - 2016
Perù
Erede di una gloriosa storia, il Perù moderno non è riuscito a riprodurre quel primato politico e quel prestigio internazionale che ebbe nei secoli passati. Instabilità politica cronica, fratture etniche irrisolte, sottosviluppo economico, profonde disuguaglianze sociali e debolezza delle istituzioni statali ne sono alcune cause. Nonostante il suo vasto territorio, la sua triplice dimensione marittima, andina e amazzonica, le ricche materie prime di cui dispone e, negli ultimi anni, la robusta crescita economica, le potenzialità del paese restano ancora inespresse. Le condizioni per accrescere l’influenza regionale del Perù sono il consolidamento della stabilità politica e istituzionale, la capacità di integrare nella vita pubblica le ampie frange di popolazione che ne rimangono ancora escluse e la maggiore integrazione con i paesi vicini, con i quali il Perù ha vari contenziosi aperti.
Popolazione, società e diritti
L’eterogeneità etnica rimane un attributo chiave della popolazione e della storia peruviana. Benché i peruviani siano in gran parte meticci (il 45% della popolazione totale), ossia discendenti della progressiva mescolanza tra i colonizzatori spagnoli e la popolazione autoctona, rimangono forti le connotazioni etniche che distinguono tra amerindi puri (31%), bianchi (15%), neri (2%, comprendente i mulatti e gli zambos) e asiatici (1%). Tale eterogeneità ha rappresentato a lungo un ostacolo quasi insormontabile per il consolidamento dello stato peruviano. A tale proposito, quello dell’integrazione etnica rimane il problema più complesso. L’integrazione etnica comporta a sua volta una maggiore coesione sociale, specie nelle periferie della capitale e lungo la cordigliera andina, dove la povertà, seppure in calo, affligge circa il 35% della popolazione. Tale contesto aiuta almeno a comprendere le ambivalenze mostrate dal Perù in materia di libertà e diritti. Da un lato, quella peruviana è infatti una democrazia rappresentativa che riconosce e tutela i diritti civili e le libertà individuali. La magistratura si è inoltre mostrata forte e decisa quando occorreva condannare l’ex presidente Alberto Fujimori e il suo entourage, macchiatisi di gravi crimini. Dall’altro lato, la corruzione rimane endemica (80° posto su 187 paesi nel ranking mondiale 2011 di Transparency International) e la tensione sociale permane in talune aree andine e amazzoniche, dove talvolta è sfociata in violenti scontri tra gruppi locali e forze dell’ordine e dove torna di tanto in tanto a riaffiorare lo spettro di Sendero Luminoso, l’organizzazione guerrigliera che negli anni Ottanta seminò il terrore in gran parte del paese.
Economia ed energia
Nonostante la forte crescita economica nell’ultimo decennio – tra le maggiori dell’intero Sud America –, le differenze di reddito tra le classi sociali e di sviluppo tra le diverse aree rimangano assai elevate, soprattutto nella capitale Lima e nella sua vasta area metropolitana. I governi di Alejandro Toledo prima e Alan García e Ollanta Humala poi hanno condotto politiche economiche ortodosse che, assicurando la disciplina fiscale, un tasso di cambio stabile e livelli assai contenuti di inflazione, hanno attratto ingenti investimenti internazionali. A ciò si aggiunge l’apertura economica coronata da numerosi accordi commerciali di libero scambio, il più importante dei quali è quello con gli Stati Uniti, entrato in vigore nel 2009. Tuttavia rimane ancora forte la dipendenza del Perù dai prezzi delle materie prime; inoltre, l’assenza di un adeguato sviluppo delle infrastrutture ha inciso negativamente sul livello di crescita complessiva della nazione andina.
Sul piano energetico, il Perù rimane in larga misura dipendente dal petrolio, nonostante gli sviluppi degli ultimi anni sia nello sfruttamento del gas naturale e dell’energia idroelettrica, sia nel campo delle energie alternative. Pur essendo cresciuta notevolmente la produzione interna di petrolio, questa al momento non è in grado di garantire l’autosufficienza nazionale. Il fatto che il suo principale fornitore di petrolio sia l’Ecuador, con il quale il Perù ha avuto a lungo un contenzioso territoriale oggi sanato, rende tale dipendenza ancora più spinosa. Sul piano ambientale, infine, il Perù può vantare un tasso di deforestazione della sua grande porzione di Amazzonia assai più basso di quello del vicino Brasile. Tuttavia, la preservazione delle risorse naturali e della biodiversità sono sottoposti a crescenti rischi, dato lo sfruttamento sempre più intensivo dei prodotti di cui abbonda il sottosuolo peruviano.
Difesa e sicurezza
Benché i militari abbiano spesso esercitato un’enorme influenza nella vita politica peruviana e alcune minacce potenziali alla sicurezza nazionale permangano sia all’interno del paese, sia alle sue frontiere, la spesa del Perù per la difesa è contenuta e stabile. Anche la produzione interna di armi rimane limitata. La ventilata riorganizzazione di gruppi guerriglieri, la latente minaccia rappresentata dal narcotraffico e la vasta modernizzazione militare avvenuta in Cile negli ultimi anni hanno tuttavia accresciuto la domanda di moderni sistemi d’armi negli ambienti politici e militari. Ciò ha portato anche il Perù a intraprendere la strada della corsa agli armamenti come avvenuto in molti altri paesi del subcontinente americano. La sua spesa militare, pari a circa all’1,4% del pil, rimane tuttavia modesta rispetto a quella del Cile – con il quale permangono ancora dispute circa i rispettivi confini marittimi – che é quasi quattro volte maggiore.
Il Perù è per molti aspetti un paese in transizione. Se, da un lato, è uno stato pacifico e sempre più aperto al mondo, specie in campo economico, dall’altro permangono forti tensioni con i vicini, in passato sfociate più volte in vere e proprie guerre. Dalla prevalenza dell’apertura o dall’imporsi dei riflessi nazionalisti generati da quelle tensioni dipenderà il futuro dei rapporti peruviani col mondo esterno. Per quanto riguarda il primo aspetto, ossia l’apertura al mondo, ne dà ampia dimostrazione la determinazione con cui l’hanno perseguita gli ultimi governi peruviani, ora all’interno della Comunità Andina delle nazioni; ora aprendosi agli scambi commerciali con i paesi emergenti, specie la Cina; ora battendosi per attrarre investimenti esteri; ora, infine, riuscendo a stipulare un Trattato di libero commercio con gli Stati Uniti, paese con cui il Perù intrattiene da tempo rapporti di stretta alleanza. Per quanto riguarda i rapporti con i vicini, il Perù può esibire gli accordi diplomatici raggiunti con molti di essi, ma nulla garantisce contro l’eventuale riacutizzarsi di vecchie recriminazioni, qualora in Perù o nelle capitali vicine s’imponessero per qualche motivo le più radicali tendenze nazionaliste: con l’Ecuador per talune aree di frontiera, con la Colombia sui confini nella regione amazzonica, col Cile per le acque territoriali e perfino con la Bolivia, il cui accesso al mare non dipende solo dal Cile, ma anche dalla buona disposizione peruviana.