Brunt, Peter Astbury
Storico inglese dell'antichità, nato a Croydon (Londra) il 23 giugno 1917. Allievo di R. Syme, dal 1939 divenne craven fellow presso l'università di Oxford. Dal 1947 al 1951 professore nell'università di Saint Andrews; dal 1951 a Oxford, dove, dal 1970 al 1982, ha insegnato storia antica. Membro del consiglio della British School di Roma (1972-87); presidente (1980-83) della Società per la promozione degli studi romani, ha pubblicato numerosi contributi nella rivista Journal of Roman studies.
Si è occupato, nell'ambito della storia romana, di tutti gli aspetti inerenti al passaggio dalla repubblica al principato: conflitti sociali interni a Roma e tra Roma e l'Italia (senato, nobilitas e novitas, cavalieri); problemi economici (fisco) e demografici. Dai suoi studi emerge un'attenzione particolare alla figura di Augusto: alle sue riforme costituzionali, per le quali è fondamentale lo studio delle Res gestae; all'organizzazione del consenso, per cui B. ha studiato il rapporto tra filosofia stoica e principato. Studioso di Tucidide, ne è stato anche traduttore. Al centro dei suoi interessi è pure la figura di Alessandro Magno.
Tra le opere ricordiamo: Res gestae divi Augusti. The achievements of the divine Augustus (in collab. con J.M. Moore, 1967); Italian manpower 225 b.C. - a.D. 14 (1971), studio fondamentale per la ricerca sulla demografia di Roma, sul suo potenziale umano; Social conflicts in the Roman republic (1971); la traduzione dell'Anabasi di Arriano (2 voll., 1976 e 1983) per la collana di classici greci e latini Loeb classical library; The fall of the Roman republic and related essays (1987; trad. it. 1990). Molti dei suoi contributi sono raccolti in Roman imperial themes (1990) e in Studies in Greek history and thought (1993), che contiene anche articoli precedentemente inediti come quelli su Tucidide, Platone e Aristotele.