Fisico russo (Kronštadt 1894 - Mosca 1984). Premio Nobel per la fisica nel 1978 per i suoi studi sul comportamento della materia a basse temperature e in particolare sulla superfluidità dell'elio liquido, si occupò inizialmente di magnetismo e fisica molecolare realizzando un dispositivo per ottenere la liquefazione di elio e ossigeno; in seguito si interessò anche alla fisica nucleare.
Dal 1922 in Gran Bretagna, fu direttore delle ricerche elettromagnetiche al Cavendish Laboratory (1924-34). Di nuovo in Russia, divenne prof. all'univ. di Mosca (1935) e direttore dell'istituto di problemi fisici all'Accademia delle scienze dell'URSS (fino al 1955); ebbe il premio Stalin per la fisica nel 1941 e 1943; membro della Royal Society (1929), dell'Accademia americana delle scienze (1946) e di numerose altre accademie scientifiche. Per i suoi studî sulla fisica delle basse temperature e in particolare sull'elio liquido, nel 1978 gli è stato conferito, insieme ad A. Penzias e R. W. Wilson, il premio Nobel per la fisica. Si è occupato inizialmente di questioni di magnetismo (produzione di campi magnetici di intensità fino a oltre 3∙107 A/m, variazione della resistività di metalli assoggettati a intensi campi magnetici, magnetostrizione di sostanze para- e dia-magnetiche, ecc.) e di fisica molecolare (conduttività termica dell'elio liquido, processi a bassa temperatura, ecc.); nel corso di queste ultime ricerche realizzò (1932) un efficiente liquefattore per l'elio e (1939) per l'ossigeno. All'incirca dal 1935 cominciò ad occuparsi anche di fisica nucleare, divenendo, durante il periodo bellico, uno dei dirigenti del programma per lo sviluppo delle armi nucleari; nel 1946, il rifiuto di continuare a occuparsi delle ricerche sugli ordigni nucleari gli costò gli arresti domiciliari. Riabilitato dopo la morte di Stalin, collaborò attivamente al progetto Sputnik.
Tra le opere: Uspechi fizičeskich nauk ("Il progredire delle scienze fisiche", 1954); Elektronika bol´šich moščnostej ("Elettronica delle elevate potenze", 1962).