Poeta (Chartres 1546 - abbazia di Bon-Port, presso Rouen, 1606). Pose la sua penna e i suoi versi al servizio dei sovrani, Enrico III ed Enrico IV, e dei gentiluomini di corte, e raggiunse fama grandissima, tale da oscurare lo stesso Ronsard. Più che alla Pléiade, di cui pure ripeté moduli e accorgimenti stilistici, si rifece alla tradizione petrarchesca: molte liriche e moltissimi sonetti non sono che abili imitazioni. Nei limiti di un'arte che non è originale né pretende di esserlo, si debbono riconoscere al D. alcune doti di verseggiatore, un senso fine dell'armonia e della chiarezza dell'espressione, sia nelle poesie d'amore (Les premières oeuvres, 1573; questa raccolta contiene: Amours de Diane, Amours d'Hippolyte, Amours de Cléonice, e fu variamente riedita), sia in quelle religiose e nelle traduzioni dei Salmi (Paraphrase des Psaumes de David, 1593). La sua influenza fu notevole, e agì anche fuori di Francia, sui canzonieri elisabettiani.