Figlio (Roma 1503 - Piacenza 1547) del cardinale Alessandro, poi papa Paolo III. Temperamento violento e impulsivo, militò per la parte imperiale anche in contrasto con gli interessi del papato (partecipò al sacco di Roma); assurto il padre al pontificato, fu spesso utile intermediario tra lui e gli agenti imperiali e iniziò la propria ascesa politica quale gonfaloniere della Chiesa (1537), poi duca di Castro, finché ottenne da Carlo V l'investitura del marchesato di Novara (1538). Compiuta una spedizione per la conquista del ducato di Camerino (1538), sottomise Perugia (1540) e il ribelle Ascanio Colonna (1541). Dopo un breve periodo di dissidio col padre, riuscì a ottenere dal pontefice l'investitura del ducato di Parma e Piacenza (1545), scavalcando la volontà di Carlo V che era invece favorevole all'investitura per il figlio di P. L., Ottavio. Buon amministratore, attivo riformatore, si attirò l'odio dei nobili, colpiti nei loro privilegi, e la diffidenza del governo imperiale, sospettoso dei suoi atteggiamenti autonomistici; inseritosi in quei fattori l'interesse personale del governatore di Milano, Ferrante Gonzaga, che aspirava al possesso di Piacenza, fu preparata una vasta congiura nella quale (10 sett. 1547) P. L. fu trucidato. Due giorni dopo Piacenza veniva occupata dal Gonzaga.