Patriota (Amatrice 1797 - Firenze 1870). Fece parte della guardia nazionale dell'Aquila (1820-21); processato per attività cospirativa (1831 e 1833), fu esiliato, e in Francia si staccò dalle idee di Mazzini, dandosi alla pubblicistica liberale (I Borboni di Napoli, 1847) e al giornalismo. Tornato a Napoli (1848), fu eletto deputato e inviato come ministro plenipotenziario a Torino. Richiamato dopo il 15 maggio, si rifiutò di tornare sino ai primi del 1849; arrestato, fu condannato all'esilio perpetuo. In Piemonte scrisse un'opera storico-memorialistica (Narrazioni storiche, 1856). Eletto deputato (1861), divenne poi senatore (1865).