Costumista italiano (Firenze 1927 - Roma 2019), tra i maggiori del teatro lirico e di prosa e del cinema italiano, capace di ricostruire con gusto antiquario e invenzione fantastica l'atmosfera e il costume di un'epoca. Formatosi all'Accademia di belle arti di Firenze sotto la guida di O. Rosai, iniziò la sua carriera con lo spettacolo Il candeliere di A. de Musset (1947, regia di F. Enriquez), lavorando in seguito come assistente di Maria de Matteis ai costumi di Troilo e Cressida di W. Shakespeare (1949, regia di L. Visconti). Di Visconti è stato da allora prezioso collaboratore, valorizzandone il filologico realismo, la passione per il dettaglio e l'accessorio, e adeguandosi alle diverse esigenze delle sue regie (per il teatro Zio Vanja, 1955; Macbeth, 1958; Dommage qu'elle soit une p…, 1961; per il cinema Senso, 1954; Le notti bianche, 1957; Il gattopardo, 1963; La caduta degli dei, 1969; Morte a Venezia, 1971; Ludwig, 1972; L'innocente, 1976). In teatro ha lavorato fra l'altro con F. Zeffirelli (Lulù, 1950; Euridice, 1960) ed Enriquez (Beatrice di Tenda, 1959); nel cinema con M. Bolognini (Il bell'Antonio, 1960; Arabella, 1967), F. Fellini (Tre passi nel delirio, episodio di Toby Dammitt, 1968), L. Cavani (Il portiere di notte, 1974; La pelle, 1981), Zeffirelli (Storia di una capinera, 1993) e G. Amelio (Le chiavi di casa, 2004). Negli anni Novanta si è dedicato soprattutto alla didattica. Nel 2013 è stato premiato con l'Oscar alla carriera.